Miscela Strategica – Fra i piĂą importanti principi del comando militare si deve annoverare la semplicitĂ e la tempestivitĂ di un ordine. Nelle situazioni delicate che spesso si fronteggiano durante le operazioni militari, è indispensabile agire con velocitĂ e convinzione. In che modo lo fanno le nostre Forze Armate dispiegate all’estero? Vediamo.
IL COMANDO – Le Forze Armate si sono dotate di una chiara “catena di comando”, valida soprattutto per le missioni internazionali nelle quali il personale italiano si trova a operare quotidianamente, spesso sotto le dipendenze di comandanti alleati.
Il comando supremo delle Forze Armate italiane spetta alla figura del Presidente della Repubblica. L’espletamento pratico di tale funzione avviene per mezzo del Capo di Stato Maggiore della Difesa, o CINC (Comandante in Capo delle forze). Il Capo di Stato Maggiore della Difesa trasmette i suoi ordini e controlla i militari alle sue dipendenze, quando operano, attraverso lo Stato Maggiore della Difesa e un comando definito di vertice. Tale comando si chiama Comando Operativo di vertice Interforze (COI) e nacque come effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997. Il COI comanda tutti i militari: marina, esercito, aeronautica e carabinieri impiegati in missioni all’estero. Il COI, come tramite del CINC, mantiene la funzione di comando pieno delle nostre forze, anche se esse sono schierate all’estero in operazioni internazionali.
TIPOLOGIE DI COMANDO – La NATO ha definito vari livelli di comando, al fine di consentire l’attribuzione delle competenze specifiche ai vari comandanti. Vediamoli insieme partendo dal gradino piĂą alto.
Il comando operativo (OPCOM) viene mantenuto dal CINC nazionale e consente a un comandante di assegnare missioni o compiti agli ufficiali (comandanti) subordinati, di schierare unità , di riassegnare forze e di mantenere o delegare il controllo operativo o tattico (per esempio di inviare i contingenti nazionali in missione all’estero e porli sotto il controllo di comandanti tattici nell’area di operazione).
Il controllo operativo (OPCON) rappresenta invece l’autorità di impiegare le forze assegnate dal livello superiore per assolvere compiti ben definiti nello spazio e nel tempo e non consente assolutamente di attribuire compiti diversi da quelli assegnati (tipico esempio è l’autorità che ha il comandante americano ISAF in Afghanistan sulle nostre forze).
Vi è poi il comando tattico o TACOM, che affida compiti specifici alle forze assegnate (nei termini temporali) a un comandante sul campo per l’assolvimento di un incarico. Per capire come funzioni il TACOM possiamo prendere d’esempio l’autoritĂ che ha il comandante del contingente italiano in Afghanistan: i militari italiani gli vengono assegnati per un periodo di tempo predefinito per assolvere i compiti scritti nell’ordine stilato dalla NATO e approvato dall’Italia, e nient’altro. Il comandante italiano può decidere l’area, in Afghanistan, dove impiegare le nostre truppe e con che tipi e frequenza di operazioni (che devono essere previsti dall’ordine).
Abbiamo infine il TACON, o controllo tattico, ovvero la direzione e controllo delle operazioni nel dettaglio e in un settore limitato per l’assolvimento dei compiti previsti dal livello superiore. Il TACON non contempla nella maniera più assoluta l’attribuzione di compiti differenti da quelli assegnati dal livello superiore. L’esempio di quest’ultimo tipo di comando è la dipendenza dei nostri cacciabombardieri AMX, che supportano le forze NATO in Afghanistan, da eventuali comandanti sul terreno. Il controllo degli AMX è limitato al solo periodo della missione, esclusivamente nei termini del supporto richiesto, e sempre secondo i caveat nazionali.
IL TRASFERIMENTO DI AUTORITĂ€ – Il procedimento formale e sostanziale con il quale vengono trasmessi i livelli di comando è detto Transfer Of Authority e avviene in un istante ben preciso, al fine di non creare conflitti di competenza e responsabilitĂ . Per esempio: «Dalla mezzanotte del giorno X, la Task Force italiana passerĂ sotto OPCON del comandante della missione ISAF». Oppure: «dal momento in cui le comunicazioni sono stabilite biunivocamente e comunque oltre le ore X e non oltre le ore Y, gli elicotteri inglesi passano sotto TACON del comandante sloveno sul terreno». Il secondo enunciato significa che dalle ore X, su ordine del comandante sloveno, il team di elicotteri inglesi designato nel documento potrĂ effettuare solo ed esclusivamente gli interventi necessari all’assolvimento del compito del comandante sloveno nell’area designata e nei modi e tempi previsti.
DIPENDENZE NEI VARI TIPI DI MISSIONE – Per quanto riguarda le missioni NATO, le operazioni vengono poste in essere con l’elaborazione di un OPLAN (OperationPLAN, piano generale dell’operazione) redatto dal Military Committee e approvato, recepito e trasmesso con un ordine nazionale italiano. Le nostre forze vengono poste sotto OPCON di un comandante di teatro, per esempio il comandante della missione ISAF, mentre il Capo di SMD italiano con il COI mantiene l’OPCOM tramite la sua sala operativa.
Veniamo alle missioni sotto egida ONU. In questo caso le operazioni vengono decise con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza e attuate con l’elaborazione di un OPLAN redatto dal competente organo del Consiglio di Sicurezza. I contingenti nazionali vengono posti sotto l’OPCON di un Force Commander, o del capo degli osservatori (quando si tratta di una missione UN-observers), mentre il Capo di SMD italiano con il COI mantiene l’OPCOM tramite la sua sala operativa.
Per quanto riguarda le operazioni concepite e pianificate in ambito Unione Europea, queste vengono poste in essere con l’elaborazione di un OPLAN da parte dell’European Union Military Committee (organo tecnico militare consultivo composto da rappresentanti dei vari Stati), che viene poi approvato dal Political Security Committe. L’OPLAN deve poi essere recepito, approvato e trasmesso a livello nazionale da un ordine. Le nostre forze vengono poste sotto OPCON di un comando di teatro, mentre il Capo di SMD italiano con il COI mantiene sempre l’OPCOM tramite la propria sala operativa.
Francesco Valacchi