In 3 sorsi – Eletto il 1° ottobre come nuovo Primo Ministro del Giappone, Shigeru Ishiba è il candidato di maggior rottura con l’ereditĂ di Shinzo Abe: in politica estera e di difesa vuole seguire il sentiero tracciato da Fumio Kishida per rendere il suo un Paese piĂą autonomo e assertivo.
1. SUL SOLCO DI KISHIDA: TRA RIARMO E INDO-PACIFICO
L’elezione di Shigeru Ishiba a nuovo Presidente del Partito Liberal Democratico (LDP) e a nuovo Primo Ministro segna una un potenziale cambiamento nel panorama politico di una nazione ancora alle prese con la complessa ereditĂ di Shinzo Abe. L’ex Ministro della Difesa e avversario politico di lunga data del defunto Abe ha promesso di “proteggere il Giappone” durante la campagna elettorale per le presidenziali del partito e davanti a sĂ© trova un Paese che ha intrapreso un percorso di cambiamento del proprio paradigma di difesa, iniziato durante il mandato di Fumio Kishida. La politica estera e di difesa del Governo Kishida è stata strutturata fin dall’inizio attorno a tre pilastri fondamentali. Il primo di questi, le cui basi sono state gettate negli anni precedenti, è stato l’aumento del budget per la difesa e per le JSDF – le Forze di Autodifesa – come parte degli sforzi di Kishida per aumentare le capacitĂ di deterrenza del Paese nei confronti della Cina e della Corea del Nord. Il secondo pilastro è consistito nella creazione di un asse trilaterale con Corea del Sud e Stati Uniti, uno sviluppo significativo date le storiche tensioni tra Tokyo e Seoul, favorito dal Presidente conservatore Yoon Suk Yeol e che avuto nel summit di Camp David dello scorso anno la sua consacrazione ufficiale. L’ultimo pilastro si è imperniato sul rafforzamento della presenza del Giappone nell’Indo-Pacifico attraverso la rivitalizzazione del Quad (Quadrilateral Security Dialogue) durante il mandato del Presidente Joe Biden.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Foto di rito del Gabinetto di Shigeru Ishiba (al centro nella prima fila) nel giorno del suo insediamento, 1 ottobre 2024
2. OLTRE KISHIDA: LA “NATO ASIATICA” E UN NUOVO RAPPORTO CON GLI STATI UNITI
Alle primarie del JimintĹŤ (il LDP, n.d.r.), il Primo Ministro Shigeru Ishiba si è distinto per due proposte ambiziose: la creazione di una “NATO asiatica” e la revisione dell’Accordo sullo Status delle Forze Armate con gli Stati Uniti, in vigore dal 1960. Per quanto riguarda la ragione alla base della proposta per un corrispettivo della NATO in Asia, che nelle intenzioni ricorda la SEATO (Southeast Asia Treaty Organization), lo stesso Ishiba ne ha scritto rispondendo ad una richiesta dell’Hudson Institute, dichiarando come lo scenario internazionale e le nuove tensioni scaturite dalla guerra in Ucraina rendano pericolosa l’assenza di un sistema di autodifesa collettiva in Asia e che “In queste circostanze, la creazione di una versione asiatica della NATO è essenziale per scoraggiare la Cina da parte dei suoi alleati occidentali”. La seconda proposta è dettagliata nello stesso op-ed ed ha come prospettiva quella di “simmetrizzare” la relazione bilaterale tra Giappone e Stati Uniti sullo stesso modello della “special relationship” tra USA e Regno Unito. Ciò comporterebbe la creazione di un’alleanza piĂą equa, che porterebbe il Giappone ad assumersi una maggiore responsabilitĂ per la propria difesa. Come dichiarato da Ishiba a titolo esemplificativo, infatti, “l’ampliamento della portata della gestione congiunta delle basi statunitensi in Giappone ridurrebbe anche l’onere per le forze statunitensi in Giappone”.
Fig. 2 – Mappa dei Paesi citati da Shigeru Ishiba che potrebbero far parte della “NATO asiatica”: Australia, Corea del Sud, Filippine, Francia, India, Regno Unito e USA / Autore: Francesco Gabriele Bosignore
3. PROBLEMI PRESENTI E FUTURI
Le proposte di Ishiba hanno fin da subito incontrato tanto lo scetticismo degli alleati del Paese quanto le cautele dello stesso nuovo Governo nipponico. Un funzionario statunitense ha dichiarato a NIkkei Asia che “una NATO asiatica non è quello che stiamo cercando nella regione” e di come il focus dell’amministrazione americana sia quella di creare un legame di cooperazione in sempre piĂą aree piuttosto che la costruzione di un meccanismo di alleanza e di sicurezza collettiva nella regione. Anche l’India per bocca del suo Ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar ha espresso la sua reticenza all’idea di un’alleanza militare citando la storia passata e presente del Paese e di come, anche se sempre piĂą sviluppata sulle tematiche della sicurezza, l’India non guardi al Quad come ad un’alleanza, una precisazione necessaria alla luce della vicinanza con la Cina e delle tensioni e schermaglie continue lungo il confine tra i due Stati. Dopo il suo insediamento, il nuovo Ministro degli Esteri Takeshi Iwaya ha ricalibrato la portata della “NATO asiatica” come un progetto per il futuro a medio e lungo termine e lo stesso Ishiba nel suo discorso di politica generale del 4 ottobre non ha toccato l’argomento, focalizzandosi invece sull’importanza dell’alleanza USA-Giappone. Rintaro Nishimura, associate del The Asia Group, descrive così la prospettiva di Ishiba: “Il suo principio fondamentale… è assicurarsi che il Giappone sia in grado di lavorare con i partner regionali in modo da non dipendere completamente dagli Stati Uniti”.
Francesco Gabriele Bonsignore
Immagine di copertina: “Chamber of the House of Representatives” by Kimtaro is licensed under CC BY