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Elezioni in Kosovo: tensioni e violenze al Nord

Potevano essere le elezioni della svolta per il Nord del Kosovo, invece a vincere sono stati il caos e il boicottaggio. Eulex, Kfor e Kosovo Police sono stati incapaci di fermare le violenze in alcuni seggi nella parte settentrionale di Mitrovica abitata da serbi. Nel resto del Kosovo le elezioni si sono svolte in un clima normale.

 

1. MITROVICA NEL CAOS – Il banco di prova per le reali capacità dell’accordo di normalizzazione dei rapporti tra la Serbia e il Kosovo, firmato in aprile, ha dimostrato che siamo lontani da una piena integrazione della parte settentrionale del Paese a maggioranza serba. Infatti, se da un lato nel resto del Kosovo le elezioni si sono svolte in maniera tranquilla e senza disordini degni di nota (comprese le enclave serbe), dall’altro lato nel Nord di Mitrovica a fare da padrone è stato il caos. L’affluenza alle urne è stata bassissima, con dati che non superano il 10%. Intimidazioni, minacce e inviti al boicottaggio si sono riscontrati durante tutta la giornata. L’apice delle violenze è stato l’assalto a un seggio da parte di uomini incappucciati che hanno portato via i registri elettorali, costringendo all’annullamento delle procedure di voto. A seguito di questi fatti, l’Osce ha deciso di ritirare il proprio staff e di anticipare la chiusura dei seggi a Nord del fiume Ibar.

 

2. NEL RESTO DEL KOSOVO – Diversa la situazione nel Paese, con consultazioni svoltesi in un clima tranquillo.

Il Premier Thaçi dichiara di aver vinto in 15 municipalità, ma a livello generale si nota un abbassamento delle preferenze per il PDK dell’attuale premier kosovaro, fermo al 27,6% nelle preferenze nazionali. Il LDK di opposizione ha riscontrato un piccolo miglioramento, con il 26% dei voti che donano nuovamente fiducia al Partito.

In caduta il Vetevendosje di Albin Kurti, che arriva all’8%, ma il suo candidato per il Municipio di Pristina andrà al ballottaggio con il leader del LDK e attuale sindaco Isa Mustafa. In sostanziale mantenimento l’AKK di Rramush Hajradinaj, che è riuscito ad assicurarsi un 14% a livello nazionale.

Hajradinaj (oggi all’opposizione in Parlamento) sta gettando le basi per una futura collaborazione con Thaçi grazie all”alleanza per la città di Prizren. L’Akr di Bexhet Paçolli si ferma invece al 5,2%. Da notare come l’affluenza delle altre enclave serbe nel resto del Kosovo sia stata significativa (Gracanica 55%, Ranilug 58%, Novoberd 59%, Klokot 63%, Strpce 61%). In questi Comuni, i serbi avranno i loro sindaci.

 

3. CONSEGUENZE – Gli incidenti e la bassa affluenza al Nord sono una sconfitta un po’ per tutti, ma, soprattutto, per la Serbia. Vučić, il vice-premier serbo, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire nel Nord per calmare la situazione, di fatto dimostrando di non poter influenzare la minoranza serba kosovara. La richiesta, tra l’altro, non sembra essere stata accolta di buon grado dal Governo di Pristina, stando a quanto espresso chiaramente su Twitter dal ministro dell’Integrazione del Kosovo Vlora Çitaku: «Serbia trying to play the usual game: Pyroman and Fireman!» («La Serbia cerca di fare il gioco di sempre: piromane e pompiere»). Il “rischio” per i Comuni a maggioranza serba nella parte settentrionale della Mitrovica sarà quello di trovarsi un sindaco kosovaro: in questo senso, il voto nella città rischia di avere delle ripercussioni sul cammino europeo di Belgrado, incapace di gestire gli ultranazionalisti, da sempre contrari a qualsiasi patto con il Kosovo.

 

Juljan Papaproko

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Juljan Papaproko
Juljan Papaproko

Juljan Papaproko è nato a Tirana. Laureato in Scienze Politiche a Torino con una tesi sulla Guerra del Kosovo. Collabora con diverse testate giornalistiche in Italia e in Albania. Il suo centro di interesse è l’Europa e i Balcani, binomio difficile ma affascinante. Diverse esperienze di vita a Torino, Firenze, Parigi, Bruxelles e Berlino. Condivide con il Caffè la stessa passione per la geopolitica.

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