Lo scorso 20 ottobre il premier Zapatero rendeva pubblico il nuovo governo spagnolo con importanti cambi nella struttura dell’Esecutivo e del partito socialista per affrontare la grande differenza che lo separa del Partito Popolare, segnalata superiore al 15% da alcuni sondaggi. In questo cambio il ministero degli Esteri è stato rinnovato per la prima volta in più di sei anni. Secondo analisti internazionali la Spagna ha le possibilita per avere una voce più forte sul palco internazionale, relazioni storiche con l’America Latina, privilegiate con il Maghreb, naturali con l’Europa e amichevoli con gli Stati Uniti. Quindi, cosa c’è che non va?
JOSÉ LUÍS R. ZAPATERO, L’IDEOLOGIA – Dopo gli attentati terroristici dell’11 marzo 2004, tre giorni prima delle votazioni, il partito socialista vince contro tutti i pronostici e Zapatero inizia una nuova politica estera diversa a quella di Aznar ma anche diversa da quella tradizionale alla Spagna di carattere fondamentalmente ideologico. Il ritiro delle truppe dall’Iraq senza consultare gli alleati e la profonda ostilità verso gli Stati Uniti hanno caratterizzato i primi anni di Zapatero al governo spagnolo. D’altra parte le relazioni con la Francia sono migliorate notevolmente con l’arrivo di Sarkozy nel 2007 e anche con il Marocco. La politica estera di Zapatero è stata una politica “dolce”: con il Marocco la premessa era di non disturbare il vicino del sud, Madrid tornava a telefonare a Parigi prima di decidere qualcosa e la Spagna diventava, come segnalavano i media internazionali, la voce europea dei fratelli Castro a Cuba.
NUOVE E VECCHIE SFIDE – Le principali sfide per il governo spagnolo negli ultimi sei anni sono state quelle tradizionali come i rapporti con l’America Latina, il Marocco, Gibilterra e l’Unione Europea ma anche delle nuove come l’ascesa del terrorismo internazionale, gli attacchi dei pirati nell’Oceano Indiano e la crisi economica. In questo senso si deve segnalare che dal 2004 la più alta espressione di forza della política estera spagnola è stata quella nel 2007 quando il Re Juan Carlos affrontò il Presidente venezuelano Hugo Chávez con il già mitico ‘Perché non stai zitto?’ mentre il venezuelano attaccava Aznar senza lasciare parlare Zapatero. Infatti, la Spagna di Zapatero è diventata un sostegno significativo del Venezuela bolivariano e della Cuba castrista, mettendo l’accento sugli aspetti meno negativi di questi regimi e sostenendo che per spingere questi paesi verso la libertà il primo passo lo devono dare le democrazie e dopo aspettare la loro risposta. In questo senso la priorità di Zapatero e Moratinos è stata seppellire la Posizione Comune dell’Unione Europea su Cuba promossa da Aznar nel 1996 che sosteneva che il primo passo sarebbe spettato al regime socialista dell’Avana. Il nuovo ministro d’Affari Esteri ha fallito nel tentativo di mettere fine alla Posizione Comune ma è riuscita ad ammorbidire le relazioni dell’Unione con l’isola.
DEBOLE E INSTABILE – Lasciare l’Iraq e il Kosovo senza preavvisare gli alleati e mettendo in pericolo la sicurezza delle truppe alleate dà l’idea della Spagna come un paese inaffidabile che non rispetta gli accordi e non s’interessa delle conseguenze dei suoi atti internazionali. Per quanto riguarda al conflitto di Gibilterra il governo riconosce per prima volta nella storia l’autorità della colonia ed inizia un Forum Tripartito, anche con il Regno Unito, con negative conseguenze per gli interessi spagnoli: le autorità di Gibilterra hanno preso possesso delle acque spagnole circostanti alla Rocca attraverso l’uso della forza e si confrontano sistematicamente con le Forze spagnole che lottano in quelle acque contro il contrabbando e l’immigrazione clandestina. La risposta del governo spagnolo a le sue Forze è stata chiara: non pattugliare quelle acque in conflitto, cioè, cedere la sovranità.
PAGARE I TERRORISTI? – Ma forse il punto più problematico è quello che riguarda il terrorismo internazionale. Il governo spagnolo potrebbe avere pagato cinque milioni di Euro per il salvataggio di tre cooperanti rapiti in Mali dopo avere pagato i pirati dell’Oceano Indiano per liberare due navi. I governi europei ma anche gli Stati Uniti hanno condannato questa pratica che minaccia la sicurezza di tutti mentre i media internazionali indicavano che ‘La Spagna fa felici i pirati’.
UN SEGGIO AL G-20 – Sebbene la Spagna non abbia fatto parte dei diversi vertici europei fra i grandi per affrontare la crisi, è riuscita a consolidare un proprio seggio come invitato permanente al G20. Nel 2008 e 2009 la Spagna era parte della rappresentazione europea nel vertice di questo gruppo e anche se la presenza permanente significa un importante successo della diplomazia spagnola, dietro c'è la mano di Nicolas Sarkozy, a cui Zapatero avrebbe promesso, secondo Le Figaro, ‘Ti darò tutto quello che vorrai’ per avere una seggio al G20. L’opposizione di centro destra segnala che la Spagna di Zapatero non ha abbastanza forza per fare sentire la sua voce in questo forum e il seggio spagnolo sarà, infatti, un seggio in più per la Francia.
CENTO PER CENTO ZAPATERO – La politica estera spagnola attuale è uno specchio della personalità del premier Zapatero. Timido e ancora legato all’ideologia, non parla nessuna lingua straniera e non si sente a suo agio nei vertici internazionali. In questi ultimi sei anni la Spagna ha perso posizioni sulla scena internazionale, ha rinunciato a difendere i suoi propri interessi e ha messo in pericolo la sicurezza dei suoi alleati con una politica alcune volte irresponsabile, alcune volte sorprendente, ma sempre propria d’un paese dove le relazioni internazionali sono soggette a la lotta tra partiti e non a una politica di stato stabile.
Gérman Sánchez González