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Speciale Caffè Americano: le previsioni elettorali del desk Nord America

Speciale Caffè AmericanoOggi finalmente si vota negli Stati Uniti per rinnovare la Camera dei Rappresentanti, un terzo del Senato e, soprattutto, per eleggere il Presidente. Su questa sfida tra Biden e Trump abbiamo provato a divertirci a fare delle previsioni.

Sembra ieri quando tra i democratici ci furono candidature record per correre a battere Trump in vista della fine del suo primo mandato. Poi le primarie hanno ridotto il palcoscenico a un solo attore: l’ex vicepresidente Joe Biden che ha poi scelto la Senatrice della California Kamala Harris come sua vice. Finalmente ci siamo e oggi è l’Election Day, anche se a dire il vero il voto è iniziato giĂ  da tempo. Noi del desk Nord America abbiamo coperto le primarie e la campagna elettorale fino a ora e continueremo a farlo nei prossimi giorni. Con tutti i loro difetti, non c’è dubbio che le presidenziali statunitensi siano affascinanti, specialmente per noi appassionati. Non si sa cosa succederĂ  stanotte, anche perchĂ© quasi sicuramente bisognerĂ  attendere giorni, forse settimane. Intanto, abbiamo deciso di divertirci e ciascuno di noi vi proporrĂ  la sua previsione, swing state per swing state. Ovviamente sono solo ipotesi, in un’elezione resa ancora piĂą complicata dall’imponderabilitĂ  del voto per posta. Ma ognuna è basata sulle medie dei sondaggi negli stati, tratte dai siti Real Clear Politics e FiveThirtyEight, ma soprattutto sulle dinamiche che, a livello sociale e demografico, stanno animando il Paese. Buon Election Day a tutti.

Il desk Nord America

SE LA FLORIDA “FLIPPA”

Gli stati in cui si deciderĂ  l’elezione sono chiari e quest’anno Trump ha, secondo i dati, un numero di combinazioni minori per vincere rispetto a Biden. Ad esempio, se quest’ultimo si riprendesse il Michigan e il Wisconsin, allora gli basterebbe vincere l’Arizona (che quest’anno potrebbe diventare davvero blu) per arrivare a 269 grandi elettori (pareggio). Se si riprendesse la Pennsylvania i giochi sarebbero fatti anche senza Arizona. Un altro stato che ritengo possa passare ai democratici è il North Carolina, con la sua forte presenza di afroamericani, notoriamente base elettorale importantissima di Biden. La Florida è lo swing state per eccellenza a causa della sua composizione veramente eterogenea e come al solito è davvero in bilico tra i due candidati. Ho personalmente scommesso che questa volta sia blu (“flippa” è un’italianizzazione scherzosa del “to flip” inglese, che vuol dire capovolgere), anche se Biden ha qui un vantaggio davvero minimo. In ogni caso, questo stato è fondamentale per Trump (se lo perde è finita). Importante, ma non cruciale, per Biden. Nota finale: ho dato il Texas a Trump, ma per la prima volta da decenni lo stato è considerato in bilico per mutamenti demografici che stanno spostando l’ago della bilancia a favore dei democratici. Non sarĂ  blu quest’anno, ma è possibile che lo diventi tra quattro.

Emiliano Battisti

CON IL TEXAS, UNO TSUNAMI BLU

Personalmente prevedo una vittoria di Biden su Trump, nonostante sia insicura su Texas e Florida. Questi due li considero come stati toss-up, data la situazione al confine con il Messico, l’alto tasso di elettori latini iscritti al voto in Texas e il numero elevato di pensionati residenti in Florida contro Trump. Questi elettori potrebbero cambiare le sorti del voto e/o confermare la mia scelta e/o risultare esattamente il contrario di ciò che prospetto.
Trump si muove nell’incertezza in questa elezione, mentre Biden è riuscito a “guadagnarsi” degli stati molto forti a livello elettorale – motivo per il quale ho segnato in blu stati solitamente roccaforti repubblicane. Indubbiamente questa elezione sarà imprevedibile, ma considerati i sondaggi, il numero di elettori dall’estero e quante persone hanno votato anticipatamente, ritengo che la mia previsione sia pressappoco corretta: 339 vs. 199.

Giulia Valeria Anderson

SFIDA ALL’ULTIMO GRANDE ELETTORE

Sebbene almeno da venticinque anni a questa parte la tradizione esiga che un Presidente al suo primo mandato venga rieletto, è molto improbabile che questo poco convenzionale anno permetterĂ  a tale consuetudine di perpetuarsi. La situazione del Presidente uscente, Donald Trump, è critica, almeno quanto la condizione psicofisica del suo sfidante – il che non depone affatto in favore del primo. Il caso del Lone Star State si erge a testimonianza delle asperitĂ  che si interpongono tra il tycoon newyorchese ed il secondo mandato: per la prima volta in decenni il Texas è considerato uno stato in bilico. Certo, Trump è leggermente favorito e probabilmente riuscirĂ  a incassare i 38 grandi elettori texani (pena una sconfitta ancora piĂą clamorosa), così come riuscirĂ  a strappare la Georgia e alcuni stati della Rust Belt, dove molti elettori transfughi del partito democratico e ormai saldamente repubblicani – colletti blu, bianchi, diplomati – stanno rispondendo positivamente all’appello del Presidente. Tutto ciò probabilmente però non sarĂ  sufficiente se non per attenuare la sconfitta, per il semplice motivo che il vantaggio di Biden è troppo grande: Trump avrebbe bisogno di un miracolo per poter risalire la china in questi pochi giorni rimasti – chissĂ  se alla fine l’aver invitato innumerevoli predicatori appartenenti a ogni denominazione religiosa non lo ripaghi alla fine.

Vincenzo G. Romeo

POSSIBILE SVOLTA IN ARIZONA, ROMPICAPO PENNSYLVANIA, FLORIDA MINA VAGANTE

Partirei da due premesse: la prima è che quest’anno il voto per posta aggiunge un pesante elemento di imponderabilità a qualsiasi previsione; la seconda è che, oltre ai sondaggi (che pure dovrebbero avere aggiustato il tiro rispetto al 2016), occorrerà guardare alle dinamiche profonde che plasmano l’evoluzione politica di diversi stati. Prevedo una vittoria di Biden perché può contare su una base demografica molto più ampia, alla quale si aggiunge (ma in subordine) la spallata che la pandemia ha dato alla Presidenza. Trump invece non può praticamente permettersi errori e in molti swing states è più debole di quattro anni fa. Queste le mie previsioni su cinque stati che trovo di particolare interesse: l’Arizona credo diventerà “blu” per la prima volta dal 1996, in ragione della sua demografia sempre più diversificata; l’Ohio potrebbe perdere la fama di swing state per eccellenza confermandosi “rosso”; il Michigan tornerà democratico proprio per il grave danno della Covid-19 sul suo tessuto sociale e industriale; in Florida però il Presidente potrebbe spuntarla ancora dove, nonostante abbia perso popolarità fra gli anziani, il suo consenso tra gli ispanici regge; infine, la Pennsylvania, tanto fondamentale quanto complicata. Biden è avanti anche qui, però i repubblicani hanno aumentato di molto i loro registrati al voto. Un rebus anche il North Carolina, ma questa è un’altra storia.

Antonio Pilati

A TRUMP NON BASTANO MICHIGAN E PENNSYLVANIA

Gli stati contendibili della Rust Belt, quelli che erano stati decisivi per la vittoria di Trump nel
2016 e comprendenti Pennsylvania, Michigan, Ohio, probabilmente vedranno ancora una volta prevalere l’attuale Presidente, per via del predominante interesse per i temi economici dei votanti, i quali ritengono che la Casa Bianca abbia fatto del suo meglio – nonostante la pandemia. I tweet su “Liberate Michigan” e via dicendo in riferimento al sostegno di Trump sull’apertura delle attivitĂ  economiche durante il primo periodo di pandemia e, quindi, contro il lockdown potrebbero essere stati importanti nel guadagnare voti presso segmenti di elettorato decisivi. Mentre nel Wisconsin, a seguito della vicenda della multinazionale taiwanese Foxcon, il cui stabilimento non è stato mai aperto, la preferenza verso Trump potrebbe vacillare.
La storica roccaforte repubblicana della Florida potrebbe diventare blu, poiché l’elettorato bianco e senior
sposterebbe la sua preferenza da Trump a Biden, per via della sottovalutazione di Trump della pandemia di
coronavirus. In altri stati dove la demografia è cambiata come l’Arizona, in cui una fetta dell’elettorato
comprende giovani e latinos, il voto potrĂ  dirigersi verso il candidato democratico. Gli stati nei quali la
comunità ispanica e afroamericana è consistente, come il Nevada o il North Carolina, è molto probabile
che voteranno per Biden, in particolare a seguito della forte ondata di protesta di quest’anno del
movimento Black Lives Matters e dell’intenso dibattito sui diritti degli afroamericani.

Marta Annalisa Savino

Photo by Gantas VaiÄŤiulÄ—nas is licensed under CC0

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Perchè è importante

  • Oggi è l’Election Day e il desk Nord America ha deciso di divertirsi a fare previsioni ragionate.
  • Gli stati dove si gioca la partita sono diversi e non potrebbero mancare sorprese o risultati storici.
  • Le previsioni sono basate sulle medie dei sondaggi dei siti Real Clear Politics e FiveThirtyEight.

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