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Guerra Fredda 2014: gli Usa, Cuba e il colibrì

Secondo la Associated Press, gli USA avrebbero finanziato con un’operazione sotto copertura il social network cubano ZunZuneo, allo scopo di preparare una rivolta contro il Governo dell’Havana: un nuovo scorcio di Guerra Fredda, 25 anni dopo.

NOME IN CODICE ‘ZUNZUNEO’ – È ormai noto che i social network siano straordinari strumenti politici, capaci sia di amplificare le reti di comunicazione tra persone, sia di favorire il controllo sociale da parte delle Autorità. Dalle cosiddette Primavere arabe, alla chiusura di Twitter in Turchia, passando per le censure cinesi e i grandi movimenti in Sudan o in Ucraina, è possibile vedere e comprendere in che modo queste piattaforme abbiano valenza globale, transnazionale e quasi al di fuori del tempo e dello spazio, poiché utilizzate ovunque, con forme e scopi diversi. In questo senso, non deve stupire – sebbene possa strappare un sorriso – che, secondo la Associated Press, gli Stati Uniti abbiano ideato una sorta di Twitter parallelo a Cuba, con lo scopo di favorire la diffusione del sentimento contro il Governo dei Castro. La piattaforma in oggetto, rimasta attiva dal 2010 al 2012, è ZunZuneo, un termine che nell’isola indica familiarmente il cinguettio del colibrì – evidente analogia col più noto social network.

IL PROGRAMMASecondo i documenti e le rivelazioni ottenuti dall’Associated Press, ZunZuneo, sarebbe stato realizzato nel 2010 dalla U.S. Agency for International Development (USaid) per permettere la condivisione degli sms cubani, creando una rete di socializzazione. Il sistema era riservato ai dispositivi di telefonia mobile, al fine di evitare lo stringente controllo dell’Havana su internet. Ed ecco che, sulla base di quanto riportato, già dall’inizio cominciano a emergere aspetti interessanti: società legate in qualche a modo al Governo statunitense; «high-tech contractors» che si muovono tra USA, Costa Rica, Nicaragua, Spagna e Cuba; l’investimento di 1,6 milioni di dollari per la realizzazione di ZunZuneo che, invece, risultano come stanziati per un non precisato progetto umanitario in Pakistan; dirigenti del social network tenuti all’oscuro. Gli utenti della piattaforma sono stati al massimo 40mila, ma la USaid avrebbe avuto accesso senza autorizzazione ad almeno 500mila numeri telefonici, oltre a una mole enorme di dati sensibili. Per di più, i servizi erano forniti da aziende con sede legale alle Isole Cayman o in Spagna. Secondo la Associated Press, lo scopo del programma era aggregare i cubani attorno a messaggi specifici anti-castristi e prepararli all’organizzazione di quanto è definito «smart mobs», ossia «raduni di massa senza preavviso che potessero scatenare una Primavera cubana, oppure condurre alla rinegoziazione dell’equilibrio dei poteri fra Stato e società». Tuttavia, ZunZuneo è stato chiuso dal Governo dell’Havana nel 2012, poiché sfuggiva del tutto al controllo delle Autorità.

LE REAZIONI – La ricostruzione dell’Associated Press ha scatenato ampie polemiche negli Stati Uniti, tanto che da parte democratica si è parlato di «notizia molto preoccupante, se confermata»: da un lato, infatti, è da registrarsi una violazione della privacy di decine di migliaia di persone, con conseguente inasprimento dei rapporti con Cuba, mentre dall’altro lato sembra sia mancata la preventiva approvazione del presidente Obama al programma, passaggio obbligatorio per le operazioni sotto copertura delle Agenzie federali. La Casa Bianca ha subito smentito il coinvolgimento dell’Amministrazione e la vocazione sovversiva di ZunZuneo, i cui vertici (così come quelli cubani) restano tuttora in silenzio: «Si tratta solo di un programma di sviluppo simile a molti altri, – ha affermato il portavoce Jay Carney, – certo discreto, ma non segreto». Tra gli Stati Uniti e Cuba, pertanto, la Guerra Fredda continua ancora. Forse un po’ anacronisticamente, nonostante le recenti vicende in Ucraina dimostrino che il quarto di secolo trascorso dal crollo del Muro di Berlino non sia stato poi così lungo.

Beniamino Franceschini

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’Università di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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