Il regime siriano ha fissato le prossime elezioni presidenziali per il prossimo 3 Giugno, con lo scopo di legittimare la permanenza del Presidente Assad al vertice della Siria, nonostante un’apertura formale alle candidature multiple. In 3 Sorsi analizziamo la vicenda, le problematiche sorte e le reazioni internazionali.
L’ANNUNCIO – Lunedì 21 Aprile, la Siria ha annunciato la data ufficiale delle prossime elezioni presidenziali: il 3 Giugno 2014. Il Presidente del Parlamento siriano, Mohammad Jihad Lahham, ha dichiarato alla TV di Stato che i candidati alla carica di Presidente dovranno formalizzare la propria candidatura entro il 1 Maggio prossimo. La Russia e il partito sciita libanese Hezbollah, da sempre sostenitori (politicamente e materialmente) del regime di Damasco, hanno plaudito all’annuncio, dichiarando inoltre di aspettarsi candidature multiple per concorrere alla piĂą alta carica siriana.
LE PROBLEMATICHE – Le ultime elezioni in Siria si tennero nel 2007 quando Bashar al-Assad, unico candidato, vinse con il 98% dei consensi. Va ricordato che il tipo di elezione era molto simile a un referendum poichĂ© sulla scheda l’elettore poteva esprimere un “sì” o un “no” al mantenimento da parte di Assad della carica di Presidente. Questa volta, il regime ha aperto alla possibilitĂ di candidature multiple, ma i criteri sono notevolmente restrittivi e impediranno a numerose personalitĂ dell’opposizione di partecipare. Per candidarsi alla Presidenza si deve aver risieduto in Siria per almeno dieci anni consecutivi, non si deve possedere la doppia cittadinanza e si deve essere appoggiati da almeno 35 membri del Parlamento. Assad non ha ancora annunciato ufficialmente la sua candidatura, ma non ci sono dubbi sul fatto che si tratta solamente di una questione di tempo.
La sua campagna elettorale è però giĂ mediaticamente in atto, in quanto la TV di Stato sta mandando da giorni in onda immagini della sue visite nei sobborghi devastati della capitale Damasco e nei villaggi a maggioranza cristiana, nel tentativo di rafforzare la sua immagine di protettore delle minoranze. Il regime ha dichiarato che i residenti all’estero potranno votare presso le Ambasciate nella giornata del 28 Maggio, ma non sono chiare nĂ© le modalitĂ logistiche nĂ© se (e come) sarĂ data la possibilitĂ di votare ai milioni di profughi e rifugiati causati dalla guerra civile.
LE REAZIONI INTERNAZIONALI – Il Dipartimento di Stato statunitense, per bocca del portavoce Edgar Vasquez, ha giudicato l’annuncio delle prossime elezioni siriane come “assurdo” e “senza credibilitĂ ”. Il Foreign Office britannico ha invece dichiarato che le elezioni indette da Assad “sono utili solamente a sostenere la sua dittatura”. Il Segretario generale delle Nazioni Unite sostiene che le elezioni sarebbero un vulnus al processo politico-diplomatico di risoluzione della crisi. Inoltre, sarebbero incompatibili con il Comunicato di Ginevra, adottato due anni fa, che prevedeva un governo di transizione che avrebbe preceduto le vere e proprie elezioni.
Emiliano Battisti