Caffè Ristretto – Pechino ha bloccato l’app Clubhouse, che permetteva di accedere a delle chat libere da censura, dove si trattavano argomenti sensibili come ad esempio la repressione degli uiguri.
Lunedì 8 febbraio, alle 17 ora di Pechino, proprio quando la popolazione era intenta nei preparativi per i festeggiamenti del Capodanno cinese, in Cina è stata bloccata l’app di chat audio Clubhouse. E’ possibile accedervi su invito e permette di partecipare a delle chat audio, dove si può discutere degli argomenti piĂą disparati. La app aveva dato un’idea di come potrebbe essere un Internet libero in Cina. Trattandosi di chat audio, l’app era passata attraverso le maglie del Great Firewall. Rappresentava una piattaforma dove si potevano discutere apertamente argomenti come il trattamento della minoranza uigura in Xinjiang, la repressione a Hong Kong, le relazioni con Taiwan o i fatti di Tiananmen del 1989, tematiche che sono sottoposte a una rigida censura su altre piattaforme cinesi come Weibo o WeChat. Lunedì sera gli utenti dell’app in Cina continentale riferiscono che, nel momento di accedere all’app, appariva un messaggio di errore riguardo l’impossibilitĂ di effettuare una connessione sicura col server. Il giorno successivo l’hashtag Clubhouse è stato censurato su Weibo. Gli utenti che si erano iscritti con numeri di telefono della Cina continentale riferiscono che non sono piĂą in grado di ricevere messaggi di testo da Clubhouse, impedendo loro di accedere alle chat, dato che inviti e codici di verifica vengono inviati al numero di telefono mobile. Aveva avuto particolare seguito la chatroom denominata Everyone asks Everyone, che univa utenti sia dalla Cina continentale che di Taiwan. La conversazione era libera e trattava i pro e i contro della democrazia in Cina, la possibilitĂ di un’eventuale riunificazione tra Taiwan e Cina, così come anche vicende personali. Un utente della chatroom riferisce che “i cinesi della Cina continentale si vedono parte della Repubblica Popolare cinese, i cinesi di Taiwan chiamano la propria patria la Repubblica cinese. Ma perchĂ© dobbiamo discutere a chi appartenga la Cina? Dovremmo solo vivere in pace gli uni con gli altri.”
Nicol Betrò
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