Dal prossimo dicembre Donald Tusk, Primo Ministro polacco, sostituirĂ Herman van Rompuy alla presidenza del Consiglio europeo. In 3 Sorsi un breve profilo del personaggio e un’analisi delle sue posizioni politiche europee.
CAMBIO DELLA GUARDIA – Il 30 agosto scorso Donald Tusk, quattordicesimo Primo Ministro della Repubblica di Polonia, è diventato nuovo Presidente del Consiglio europeo al posto di Herman van Rompuy. La sua nomina è stata salutata con particolare calore dai principali capi di Stato europei, che sperano in una leadership forte per affrontare le persistenti difficoltà economiche dell’Unione europea e la drammatica escalation del conflitto diplomatico-economico con la Russia sull’Ucraina. Da parte sua, Tusk ha promesso un misto di crescita e disciplina fiscale per uscire dalla crisi dell’eurozona e ha ribadito il forte europeismo del proprio Paese, visto da molti analisti come uno dei futuri pilastri economici del vecchio continente. Ma chi è veramente Tusk? E cosa può offrire a un’Europa afflitta da gravi problemi finanziari e istituzionali?
LEADER ESPERTO – Poco conosciuto in Europa occidentale, Tusk è un leader esperto e carismatico. Ha cominciato la propria carriera politica a Danzica nei primi anni Ottanta, partecipando alle proteste studentesche di Solidarnosc, ed è stato eletto per la prima volta al Parlamento polacco nel 1991. Di posizioni politiche moderate e liberiste, è diventato sul finire degli anni Novanta uno dei principali esponenti parlamentari del partito di centro-destra Unione della libertà (Unia Wolnosci), lasciandolo solo nel 2001 per fondare Piattaforma civica (Platforma Obywatelska) con i colleghi Andrzej Olechowski e Maciej Plazynski. Alla guida di tale formazione politica Tusk ha vinto le elezioni del 2007, diventando Primo Ministro sotto la tutela invadente del presidente Lech Kaczynski, e ha imposto un sostanziale cambio di rotta al Paese, spingendolo in direzione di una maggiore integrazione europea.
Riconfermato elettoralmente nel 2011, il suo Governo ha anche cercato di sviluppare relazioni più cordiali con Russia e Germania, superando i traumi della Seconda guerra mondiale e l’acceso revanchismo nazionalista del presidente Kaczynski, scomparso tragicamente nel 2010. Ma i tentativi di disgelo diplomatico con Mosca hanno avuto sin dall’inizio poco successo, nonostante gli sforzi dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, per poi naufragare definitivamente quest’anno con lo scoppio della crisi ucraina, che ha visto la Polonia tra i maggiori sostenitori delle sanzioni economiche europee alla Russia. Più fortunata invece la nuova partnership con la Germania, favorita anche dal recente boom dell’economia polacca e dall’attivo europeismo del ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski. In breve tempo Tusk è infatti diventato uno dei principali alleati di Angela Merkel a livello continentale, giocando un ruolo chiave nella crisi dell’eurozona del 2011. Nel maggio 2012 il Primo Ministro polacco ha anche ricevuto il prestigioso premio Walther Rathenau per la sua politica di amicizia e riconciliazione con Berlino, confermando la sua crescente popolarità presso i maggiori circoli politici ed economici tedeschi.
LUCI E OMBRE – Tusk arriva quindi a Bruxelles forte del cruciale sostegno della Germania e con all’attivo i brillanti risultati economici del proprio Paese, uscito praticamente indenne dalle turbolenze finanziarie degli ultimi anni. Nonostante ciò, le sfide che lo attendono al vertice dell’Unione europea sono molto difficili e non tutti sono convinti delle sue capacità di affrontarle adeguatamente.  Le competenze linguistiche di Tusk, per esempio, sono limitate e la sua conoscenza dei complicati meccanismi istituzionali dell’Unione appare incerta e confusa. Inoltre le sue relazioni amichevoli con il premier ungherese Viktor Orbán sono destinate a provocare parecchie controversie in Occidente, visto il carattere nazionalistico e autoritario dell’attuale Governo di Budapest.
Simone Pelizza
[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in piĂą
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