Il Pakistan e l’India collaboreranno attivamente nel mercato energetico. Questo straordinario Cigno Nero si è materializzato durante l’estate nel piĂą ampio trend che vede l’infittirsi delle relazioni internazionali in Asia meridionale. In 3 sorsi.
1. MARGINI RIDOTTI – India e Pakistan, al di lĂ della loro situazione di perenne conflittualitĂ che li accompagna dalla Partition (1947), hanno dovuto fronteggiare una vicinanza geografica che li ha sempre esposti all’inevitabilitĂ di raffrontarsi. GiĂ a partire dal 1950 una serie di think tanks indiani teorizzavano l’assoluta superioritĂ di Nuova Delhi. L’atteggiamento indiano, insieme a tutta una serie di errori di calcolo pakistani, ha portato al secolare scontro (iniziato nell’ottobre 1947) per il controllo dell’intera regione del Kashmir, del Kargil e dei ghiacciai del Siachen. PersonalitĂ del calibro dell’analista Krishnaswamy Subrahamanyam negli anni Ottanta arrivavano a dichiarare che non si trattasse tanto di contrastare o meno la supremazia indiana, quanto di rinunciare, da parte del Pakistan, alla sua artificiale rappresentazione di paritĂ rispetto all’India. L’India ha visto quasi sempre il Pakistan come un cavallo di Troia per l’influenza prima statunitense, poi cinese nell’area. Invece, da parte pakistana, il discorso verteva sull’arginare le mire espansionistiche e imperialistiche dell’India, partendo dal versante delle ereditĂ ancestrali per assumere connotazioni patriottiche e nazionalistiche. Insomma le aperture al dialogo sono state poche e le collaborazioni fino a oggi non profonde.Â
2. INDIA E PAKISTAN OGGI – Segnali di apertura al dialogo economico si ebbero già nel maggio 2013 con le dichiarazioni del neo-rieletto primo ministro Nawaz Sharif. Per una più completa apertura si è però atteso il cambio dell’esecutivo indiano, avvenuto con l’elezione di Narendra Modi. Infatti, a partire dalla primavera di quest’anno, si è seriamente cominciato a parlare di collaborazione nel campo energetico. L’India è una potenza regionale che aspira a crescere ed è bisognosa di energia, ma il Pakistan ha una sete immensa di energia elettrica, non riuscendo a coprire che per due terzi il proprio fabbisogno. Il dialogo si è quindi riaperto su questo punto e sulla lotta comune al terrorismo, argomento che ha fatto da pushing factor (elemento di spinta) e catalizzatore per far sedere i due avversari storici allo stesso tavolo. A tal proposito bisogna ricordare che gli Stati Uniti stanno progressivamente abbandonando le loro basi pakistane e Nawaz Sharif dovrà provvedere in proprio a trattare soggetti come il Tehrik Taleban Pakistan, il Lashkar-e-Taiba o i Mujahidin del Deccan. E di certo il terzo gruppo, residuo  nelle Aree Tribali e presente nel Kashmir conteso, richiama anche a Nuova Delhi episodi molto spiacevoli, come quello dell’attacco del 2008 al Taj Mahal. Questa varietà di esigenze e preoccupazioni ha portato, nel maggio 2014, a un inizio di dialogo con l’India, in particolare sul Trans Boundary Cooperation in Energy Sector organizzato dall’Istituto pakistano per la politica di sviluppo sostenibile, che ha riguardato proprio l’argomento della collaborazione. Per inciso, all’incontro hanno partecipato anche autorità americane legate alla First Energy Solution. Ciò è avvenuto forse anche perché agli Stati Uniti non dispiace che, una volta abbandonato il Pakistan, esso si differenzi nelle alleanze guardando all’India oltre che alla Cina.
Tecnico pakistano opera su una turbina elettrica in Kashmir. Il Pakistan soffre gravi insufficienze energetiche
3. LA VISITA DI XI JINPING – Al di là degli intenti dichiarati, la visita del Presidente cinese in India lo scorso mese è stata preceduta di una settimana da accordi specifici di cooperazione siglati il giorno 11 settembre. Pakistan e India, con una prima tavola rotonda di esperti e tecnici, hanno identificato fondamentali futuri campi di collaborazione nelle aree tessile, della produzione e commercio di pelle, minerali preziosi e gioielli, ma soprattutto delle energie rinnovabili. L’obiettivo dichiarato è di raggiungere un interscambio commerciale di 6 miliardi di dollari. A tal proposito è stato firmato un documento successivo alla visita che concede particolari facilitazioni a privati e banche operanti fra i due Paesi. Quindi, la visita in India del Presidente e segretario del Partito comunista cinese ha dato un incisivo input verso una fattiva alleanza. A questo punto, tuttavia,  la forzatura della LOC Kargil da parte di truppe pakistane e la risposta delle truppe indiane e del primo ministro Narendra Modi, con toni che ci riportano a quelli di Subrahamanyam, ha ricondotto tutto sui binari della conflittualità e dello scontro, mettendo per il momento in forse l’esistenza stessa di questo sorprendente Cigno Nero.
Francesco Valacchi
[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in piĂą
Per chi volesse approfondire i temi trattati consigliamo la lettura di uno studio del Center for Strategic and International Studies e uno dell’UniversitĂ di New Delhi[/box]
Foto: theglobalpanorama