Sono tempi caldi nella gelida Mosca: elezioni della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, il 4 dicembre ed elezioni presidenziali il 4 marzo. Sebbene si percepisca voglia di cambiamento, il potere sembra prepararsi ad adoperare tutte le sue forze per conservarsi integro. Ecco una breve guida per destreggiarsi tra le poco esplorate strade della (ora come non mai) dinamica politica russa
SINISTRI PRESAGI – La riunione di coordinamento pre-elettorale di ER (Russia Unita, il partito politico di cui Vladimir Putin è Presidente pur non essendone membro) nella residenza di Novo Ogaryovo, poco fuori Mosca, è stata interrotta bruscamente da un improvviso ed inspiegabile blackout. Lunghi secondi di tensione per la nomenklatura del partito, risoltisi in una liberatoria risata alla battuta del (futuro) Presidente:”La guardia si è stancata!”. Citazione dotta: queste furono le parole usate dai bolscevichi alle quattro di mattina del 19 gennaio 1918 per invitare i membri dell'Assemblea Costituente ad abbandonare la riunione. In Russia non si tennero elezioni libere per i successivi ottant'anni.
IL PARLAMENTO NON E' LUOGO DI DISCUSSIONI – Trattasi della massima surrealista per la quale passerà alla storia l'attuale speaker della Duma, Boris Gryzlov, uno degli uomini del (futuro) Presidente. In effetti, in Russia, il potere legislativo non ha mai destato grande interesse; il Soviet Supremo si riuniva saltuariamente e si limitava a giocare il ruolo di fido ratificatore dei provvedimenti del Politburo. La Duma, che quantomeno è organo permanente, raramente è menzionata nelle cronache politiche anche perché, nella configurazione attuale, che potrebbe essere stravolta dalle elezioni del 4 dicembre, 315 seggi su 450 sono occupati da deputati di ER. Del resto, in Russia, dove la politica è esercizio estremamente complesso, poco trasparente e a tratti pericoloso, non hanno mai germogliato né la teoria della separazione dei poteri né, tantomeno, un sistema di controlli e contrappesi tra questi ultimi. Alla luce di questo non bisogna stupirsi della sempre infima affluenza alle elezioni parlamentari: ai russi non piace perdere tempo.
MISTERIOSI SOMMOVIMENTI – Eppure, pochissimi giorni prima della tornata elettorale, Mosca è rovente e le elezioni della Duma sono improvvisamente divenute delicatissime. Il cronico malcontento della popolazione (che non perdona a ER la corruzione dilagante, la collusione con i principali gruppi di potere, la poca attenzione dimostrata verso le zone periferiche della Federazione e della società malgrado le ingenti entrate derivanti dall'esportazione di materie prime, la debolezza dell'economia e i vantaggi fiscali di cui godono Cecenia e Daghestan) si è intrecciato con un fenomeno nuovissimo: le batoste pubbliche che Vladimir Putin sta subendo ultimamente. La combinazione è esplosiva. Se ne sono accorti anche i sondaggisti, che vedono ER, prima inattaccabile, perdere milioni di consensi. E se ne accorgono anche le opposizioni, che stanno ponendo in essere, con i pochi mezzi di cui dispongono, una spietata e demagogica caccia all'elettore. Il Partito Comunista (KPRF) vive di ricordi e si getta su pensionati e nostalgici, preferibilmente nelle zone più disagiate (e così facendo guadagna punti in modo vertiginoso, si parla di un possibile passaggio dai 54 seggi attuali a 90). Il Partito Liberal-Democratico (LDPR) incanta le folle con le sue dottrine panslaviste e nazionaliste. Il partito Solo Russia, socialdemocratico, nato da una costola di ER, centrista e conservatore, è battagliero e irriverente e cerca in qualunque modo, visto il momento, di rinnegare le sue origini. Solo pochi giorni fa i suoi deputati si sono rifiutati di omaggiare il (futuro) Presidente Putin entrato in parlamento per salutare i parlamentari uscenti scatenando un caso nazionale.
NESSUN DUBBIO SUI RISULTATI – Ma ER uscirà vincitrice dalle urne, seppur con una maggioranza meno ampia del solito. Passeggiando per Mosca si è accompagnati ovunque da manifesti sui quali campeggia l'orso bianco di ER che rassicurano, promettono, responsabilizzano. L'unico a fare propaganda comunista è Lenin dal suo mausoleo sulla Piazza Rossa. Girano voci incontrollate (ma che vengono confermate gradualmente) che si stia facendo campagna elettorale nelle scuole e che il Governo centrale abbia già indicato ad alcune Regioni la percentuale di voti da destinare a ER (di tutta risposta la parola d'ordine del web in merito è:”non lasciate ai seggi le schede vuote, le riempirebbero! Portatevele a casa!”). Particolarmente interessante è il fenomeno della pressione amministrativa, in forza del quale, come testimoniato in un'intercettazione telefonica dal tesoriere del governo locale di Izhnevsk, capoluogo dell'Udmurtia, si proporzionerebbero i finanziamenti governativi alle associazioni ed enti locali al numero di voti ottenuti da ER in ogni singola Regione. Oggi, un orso bianco di carta appiccicato da qualcuno nella notte sulla mia porta di casa mi chiedeva di votarlo per la vita, per la gente, per la nazione. Non riesco a togliermelo dalla testa.
Da Mosca
Vittorio Maiorana [email protected]