Il 1° novembre, con l’insediamento della Commissione Juncker, il ruolo di commissario per il Commercio è passato da Karel De Gucht a Cecilia Malmström. Quali sono i compiti e i temi più spinosi attualmente in discussione e come questi ultimi potrebbero essere affrontati dal nuovo commissario?
IL COMMISSARIO PER IL COMMERCIO – È il responsabile delle politiche commerciali dell’Unione europea (nella sua interezza il più grosso blocco commerciale e la maggiore economia a livello mondiale), che rientrano tra le materie di competenza esclusiva dell’Unione. Lavorando a stretto contatto con la direzione generale per il Commercio – che è alle sue dipendenze – e con il resto della Commissione – visto che questa prende le proprie decisioni collegialmente – il commissario per il Commercio indirizza le relazioni commerciali con i Paesi terzi, occupandosi anche delle negoziazioni di trattati, della legislazione che regola le importazioni e le esportazioni, del controllo dell’equità e dell’impatto sociale e ambientale delle relazioni economiche con i Paesi non membri dell’Unione. Nell’esercizio del proprio ruolo, il commissario per il Commercio dovrà attenersi sia alle linee guida politiche generali presentate dal futuro Presidente della Commissione al Parlamento europeo e valide per il quinquennio, sia alla cosiddetta lettera di mandato, documento predisposto dal Presidente della Commissione che esplicita obiettivi e aspettative per ciascuno dei portafogli.
KAREL DE GUCHT – È stato il commissario per il Commercio dal febbraio 2010 al 31 ottobre 2014, dopo un breve periodo da commissario per lo Sviluppo e gli Aiuti umanitari. È giunto alla Commissione dopo una lunga carriera politica in Belgio – dove è stato ministro degli Affari esteri ed europei, ministro del Commercio internazionale e vice Primo Ministro – e quattordici anni da europarlamentare. Ha inoltre ricoperto l’incarico di membro del consiglio di amministrazione in diverse compagnie private, come da lui stesso indicato nella declaration of interest (vedi Un chicco in più). Il suo mandato, stando a quanto espresso dall’ex-presidente Barroso, prevedeva una gestione della posizione dell’Unione europea nell’economia internazionale attenta sia agli accordi bilaterali con i principali partner commerciali – Stati Uniti e Cina tra tutti – sia ai consessi multilaterali, mantenendo gli sforzi per modernizzare gli strumenti di difesa commerciale (misure antidumping, antisovvenzione e di salvaguardia) e per rivedere i sistemi tariffari applicati nel commercio con gli Stati terzi.
Fig.1 – Il commissario De Gucht durante una visita in Cina, 2013
TEMI CENTRALI E RISULTATI RAGGIUNTI – Il commissario De Gucht si è trovato a rivestire uno dei ruoli più rilevanti della Commissione in un momento di congiuntura economica decisamente non favorevole. L’obiettivo prefissato per il suo operato è stato dunque il rilancio del ruolo dell’Unione europea nel panorama economico mondiale, nel tentativo di migliorare la situazione economica interna attraverso un rilancio delle relazioni commerciali con i Paesi terzi. Durante il suo mandato, il commissario De Gucht ha lavorato sugli strumenti a difesa del commercio, sia in termini di miglioramento che per ciò che concerne la loro applicazione, oltre che sugli scambi commerciali con le aree non-UE, con particolare attenzione a USA e Cina. Nelle relazioni con quest’ultima, rilanciate tramite l’Agenda strategica 2020, l’ormai ex commissario per il Commercio si è trovato a lavorare contestualmente sui rapporti economici e sugli strumenti di difesa commerciale nel caso dei pannelli solari del 2013, riguardante la denuncia di dumping e sovvenzioni illegali per i pannelli solari cinesi esportati in Paesi dell’Unione europea. In aggiunta, a partire dal 2013, molti sforzi si sono concentrati sulle negoziazioni per il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement, accordo commerciale stipulato con il Canada) e il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, che riguarderà le relazioni commerciali con gli Stati Uniti). Sin dall’inizio il commissario De Gucht è stato criticato per una presunta preferenza per la difesa degli interessi aziendali a scapito di quelli dei consumatori e dei piccoli produttori: tali perplessità sono state ulteriormente rimarcate proprio in merito alle trattative TTIP, caratterizzatesi per scarsa trasparenza ed esiguo coinvolgimento degli attori non esponenti del comparto industriale.
CECILIA MALMSTRÖM – Così come il suo predecessore, la svedese Cecilia Malmström raggiunge la nomina di commissario per il Commercio dopo aver ricoperto diversi incarichi politici sia nel proprio Paese – in cui è stata anche ministro per gli Affari europei – che nell’Unione europea – nella quale ha ricoperto gli incarichi di europarlamentare e, più di recente, di commissario per gli Affari interni nella Commissione Barroso. Nella lettera di mandato a lei indirizzata, il presidente Juncker auspica la collaborazione con gli altri commissari per poter concludere positivamente le negoziazioni in corso con alcuni rilevanti partner commerciali e per rafforzare la partecipazione europea alle Organizzazioni internazionali del settore (soprattutto l’Organizzazione mondiale del commercio), così da poter originare ricadute positive sulla situazione economica e occupazionale all’interno dell’Unione. Il nuovo commissario per il Commercio è inoltre invitato a verificare l’esistenza di margini di miglioramento per la regolamentazione del commercio – in termini di strumenti di difesa commerciale e di sistemi tariffari – e a pianificare un incremento degli investimenti diretti esteri dell’Unione, incentivando la cooperazione economica con i Paesi africani e l’inclusione dei Paesi in via di sviluppo nel sistema economico internazionale.
Fig.2 – Il commissario designato Malmström durante l’audizione presso il Parlamento europeo, 29 settembre 2014
ISDS, UN PRIMO BANCO DI PROVA – Uno dei temi più scottanti con cui il nuovo commissario per il Commercio dovrà confrontarsi è senza dubbio quello delle contrattazioni TTIP. In particolare, l’attenzione si concentrerà sulla controversa e contestata possibilità di includere una clausola ISDS – Investor-State Dispute Settlement: tale clausola di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, di per sé già largamente utilizzata in ambito commerciale, consentirebbe a un’azienda di citare di fronte a un collegio arbitrale il Governo di un altro Stato parte dell’accordo qualora ritenga che le sue politiche arrechino danno ai profitti, aggirando il sistema giuridico di quel Paese. Quando le richieste di maggiore trasparenza delle negoziazioni sono state accolte, e quindi tale possibilità è diventata nota al pubblico, molti – come i gruppi che si oppongono all’avvio della Partnership, diversi giuristi e giornalisti – hanno presentato le proprie perplessità in merito all’inclusione di tale clausola, che viene definita come lesiva della democrazia. L’esperienza degli ultimi anni, in effetti, mostra che il numero di aziende che si avvalgono di tale clausola per citare uno Stato è in aumento, e che le motivazioni per l’utilizzo sono le più disparate, come la campagna di lotta al fumo che ha consentito alla Philip Morris di citare l’Uruguay, ottenendo un risarcimento danni. Il rischio sarebbe dunque che le politiche dei Paesi possano conformarsi a quelle che sono le richieste delle grandi aziende per evitare citazioni.
PROIEZIONI SULL’OPERATO – Osservando l’agenda del commissario Malmström prevista per i primi giorni di mandato (dal 7 al 14 novembre), si nota una rottura rispetto al modus operandi del suo predecessore per ciò che concerne la trasparenza delle attività e il coinvolgimento della società civile nelle stesse. Si va infatti dall’incontro con due ministri, un europarlamentare e un sindaco, al pranzo con gli industriali svedesi, passando però per colloqui con l’Organizzazione dei consumatori europei (gruppo ombrello che comprende circa quaranta associazioni di consumatori e che la cui delegazione sarà la prima a essere incontrata), la Confederazione dei sindacati tedeschi e Friends of the Earth Europe (lobby legata a temi ambientali e sociali, particolarmente impegnata nella lotta contro la deregolamentazione e nella denuncia delle commistioni tra la Commissione e i grandi gruppi di pressione commerciali). A questo si aggiunge l’imminente partecipazione del neo-commissario alla conferenza organizzata dal gruppo Socialisti e Democratici (l’ex Partito socialista europeo) e concernente TTIP e consumatori, tema che verrà discusso insieme a rappresentanti del Governo statunitense, organizzazioni dei consumatori ed europarlamentari. In questo consesso i presenti e coloro che seguiranno l’evento in streaming avranno la possibilità di sottoporre le proprie domande al commissario Malmström. L’evento potrebbe fornire la possibilità di sciogliere i dubbi legati all’approccio che il commissario per il Commercio vorrà utilizzare rispetto all’inclusione dell’ISDS nel TTIP. Se il presidente Juncker ha infatti rimarcato di essere contrario a quest’opzione, la posizione del commissario per il Commercio sull’argomento è al momento poco chiara.
Giulia Tilenni
[box type=”shadow” ] Un chicco in più
Il codice di condotta della Commissione prevede che ogni commissario, al momento dell’approvazione della sua designazione da parte del Parlamento, renda pubblica una dichiarazione di interessi – declaration of interest – che riporti gli incarichi precedenti a quello corrente, insieme a quelli esterni (ricoperti sia nel settore pubblico che in quello privato), gli interessi finanziari e i beni posseduti, nonché la professione del coniuge. [/box]