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Le Forze Armate della Corea del Sud

Miscela Strategica – Le forze armate sudcoreane sono responsabili dell’integritĂ  territoriale della Repubblica, per la quale la minaccia maggiore è rappresentata dalla Corea del Nord. A partire dagli anni Duemila sono state  ingaggiate in cooperazioni e operazioni internazionali, tra le quali operazioni antiterrorismo.

ORGANICO – Le Forze Armate della Repubblica di Corea (ROK) sono state create nel 1948 a seguito della divisione fra Corea del Nord e Corea del Sud. Sono fra le piĂą grandi, con una forza dichiarata di tre milioni e seicentomila militari. Tra questi la forza in servizio permanente effettivo consta di 640 mila militari mentre la riserva di circa 2 milioni e 950 mila.
Le forze armate coreane sono comandate dal Presidente che cede, in contesto di pace, le sue funzioni di comandante al Commander-in-Chief of the Armed Forces (Ministro della Difesa, che è usualmente un Generale di massimo grado). Il Quartier Generale della Difesa è materializzato dagli staff dei Capi di Stato Maggiore delle varie Forze Armate e dallo staff del Capo di Stato Maggiore Difesa che detiene il controllo operativo delle Forze. Queste ultime sono suddivise in: Esercito, Marina, Marines, Aeronautica e riserva. L’Esercito consta di circa 497 mila arruolati in servizio permanente. L’entità è dettata dalla necessità primaria di difendere il proprio territorio dalla minaccia consistente nella Corea del Nord che dispone di forze sovradimensionate e concentrate a ridosso della zona demilitarizzata del confine.

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[tab_title] Esercito[/tab_title]
[tab_title] Marina[/tab_title]
[tab_title] Aeronautica[/tab_title]
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[tab] Le forze di terra, con una recente riorganizzazione sono state suddivise  in: Army Headquarter (Quartier Generale dell’Esercito),  Primo e Secondo Comando Operativo, Comando Forze per operazioni speciali e Comando aviazione dell’Esercito. Il totale delle unitĂ  ammonta a 7 corpi d’armata per 47 divisioni (fra attive e riserva).
Il Primo Comando Operativo si occupa della difesa della capitale e della risposta ad eventuali attacchi sulla linea di confine, tutte le sue unitĂ  sono infatti concentrate lungo la DMZ (Demilitarized Zone – Zona demilitarizzata).
Il Secondo Comando Operativo, concentrato a sud si occupa della difesa del resto del territorio coreano. L’esercito coreano mette in linea circa 5.850 fra carri e blindati, 11350 pezzi di artiglieria di grosso calibro, 7.032 sistemi di difesa missilistica e 13.000 artiglierie di calibro medio. Tutti i sistemi d’arma sono in ottimo stato e rasentano il 95% dell’efficienza effettiva. Gli armamenti terrestri di maggiore importanza della Corea sono gli MBT K1 e K2 (un carro di ultima generazione, di produzione coreana e dotato di un cannone da 120mm, con la particolarità di poter essere efficiente con un equipaggio minimo di tre soldati) e i blindati K2000 e K2001. Inoltre tutte le truppe conducono un approfondito programma di educazione fisica ed un intenso addestramento alle arti marziali (taekwondo). L’Esercito coreano sarà sottoposto entro il 2020 ad un sensibile ridimensionamento del personale che lo porterà dalle attuali 47 divisioni a circa 25.

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Carri coreani K-1 in esercitazione in ambiente costiero

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[tab] La Marina militare coreana è responsabile della difesa e delle operazioni marittime e della conduzione di operazioni anfibie o di sbarco vero e proprio. La marina coreana include il Comando generale delle forze navali, la flotta operativa, la flotta logistica, il Comando navale logistico e il Comando per l’addestramento e la formazione. La posizione geografica della penisola coreana rende fondamentale la funzione della sua Marina. La Corea del Sud è infatti una penisola baricentrica al Mar Cinese e funge da spartiacque tra l’influenza navale di Pechino e quella giapponese. Oltre ai già citati comandi sotto il Comando Generale della Marina Militare troviamo il Republic of Korea Marine Corps, come ente semi autonomo nel senso che ha dipendenza strutturale dal Comando Generale della Marina e dipendenza operativa dall’Headquarter delle Forze Armate. Anche lo stato di salute e l’addestramento della Marina sono a livelli molto alti. Per quanto riguarda dimensioni ed entità della flotta militare, siamo di fronte ad una forza di circa 170 navi. La flotta, in rapida evoluzione da Marina di medie capacità a flotta d’altura, consta di 20 cacciatorpediniere e fregate, 12 sottomarini, 100 corvette e mezzi da sbarco, e 20 mezzi ausiliari. L’Aviazione di marina è basata su una decina di velivoli ad ala fissa e circa 60 elicotteri con capacità di sorveglianza e antisommergibile. I Marines sono circa 30 mila ed hanno a disposizione 450 veicoli tra cingolati e blindati. La Marina sta intraprendendo, sulla via di trasformazione a ble water navy, numerosi progetti di costruzione navale: Korean Destroyer Experimental per la costruzione di una nuova classe di cacciatorpediniere, Frigate Experimental, Landing Platform Experimental e Korean Submarine per la costruzione di una classe sottomarini convenzionali di ultima generazione.

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Il cacciatorpediniere Choi Young in navigazione

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[tab] L’Aeronautica militare ha il compito di difendere lo spazio aereo e di mantenere una completa superioritĂ  aerea in caso di attacco da parte della vicina Corea del Nord. L’Aeronautica possiede circa 780 velivoli di produzione occidentale (grazie all’alleanza strategica con gli Stati Uniti). Sono da citare in particolare 20 BAE Hawk per l’addestramento, un Boeing 737, 39 cacciabombardieri F-15 di produzione statunitense, 24 CASA CN 235 per il trasporto logistico, 23 Ilyushin Il-103 per l’addestramento (di produzione russa), 12 C-130 di varie versioni, ben 139 caccia F-16 e 94 obsoleti F-4 Phantom II. Per quanto riguarda gli elicotteri, la Corea possiede 18 Bell UH-1, ben 151 Sikorsky UH-60 Black Hawk, 23 CH-47, e 3 Sikorsky S-92A per il trasporto VIP. Per ciò che concerne gli esemplari di produzione indigena si devono annoverare 95 KAI KT-1 Ungbi da addestramento e guerra elettronica ed è prevista la consegna in fasi successive sino al 2020 dei nuovissimi KAI T-50, caccia leggeri sviluppati in loco. Il progetto di sviluppo dei KAI T-50 iniziò nel 1997, ma fu rallentato da problematiche di natura economica indotte dalla crisi asiatica del 1997-1999 e dalla crisi finanziaria del 2008. Infine è in via di sviluppo un programma per sostituire gli F-4.

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F-15K coreani sganciano armamento di caduta in esercitazione a fuoco

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MINACCE TERRITORIALI –  La principale minaccia percepita per l’integritĂ  nazionale è senza dubbio la Corea del Nord. Negli ultimi anni in particolare, oltre a svariati incidenti di minore portata (incursioni o presunte incursioni di forze speciali dell’uno e dell’altro Stato), vi sono state varie escalation che hanno sfiorato lo scontro militare. Abbiamo assistito alla crisi nucleare del 1993 e alla crisi causata dal lancio dei missili balistici da parte della Corea del Nord nel 2006. Le Forze Armate sono quindi essenzialmente uno strumento del Governo di Seul per difendersi dalla parte Nord della Corea e continuare a imporre la propria presenza come Stato indipendente e spartiacque dell’influenza cinese e giapponese. Tale ruolo è geopoliticamente fondamentale come elemento di stabilitĂ  dell’area sino-giapponese e dell’Asia Pacifico in generale, venendo ad assumere quindi un’importanza primaria nella politica estera statunitense.

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Esercitazione interforze in chiave anti-nordcoreana

DIMENSIONE ECONOMICA – La Corea ha investito 34 miliardi di dollari (2,42% del proprio PIL) e 14,3% della spesa nazionale nella difesa nel 2013 e 35-36 miliardi (2,38% del PIL e 14,14 della spesa nazionale) nel 2014. La spesa nazionale è quindi abbastanza sostenuta, ma, soprattutto, si punta alla costituzione di un Esercito sempre piĂą tecnicamente preparato e tecnologicamente avanzato. Entro il 2020 la Marina dovrĂ  divenire marina d’altura con lo sviluppo di sottomarini di produzione coreana e delle relative flotte.

CAPACITĂ€ DI PIANIFICAZIONE – La dottrina coreana si presenta snella e molto pragmatica e si basa su operazioni spregiudicate e nella maggior parte dei casi Navy leaded. Proprio per questo, il Paese punta molto sulle sue forze navali, alle quali sarebbe affidato, in fase offensiva, il compito di aprire una testa di sbarco da occupare velocemente da parte dei Marines al fine di neutralizzare i centri nevralgici del nemico (si tenga sempre presente che la minaccia maggiore è la Corea del Nord). La risposta a un eventuale attacco convenzionale, specialmente da parte di Pyongyang, prevede una difesa sul confine (DMZ), che pertanto è fortemente sorvegliato e presidiato e una risposta a largo respiro con un’operazione navale. In caso di un attacco nucleare si dovrebbe per forza di cose ricorrere all’aiuto dell’alleato statunitense.
Vengono svolte numerose esercitazioni a tutti i livelli. Le piĂą importanti dell’anno 2014 sono state le esercitazioni coordinate con le forze statunitensi: Joint exercises Key resolve e Foal Eagle. Le principali esercitazioni nazionali sono state invece TaeGuk exercise (che ha coinvolto lo staff della Difesa) basata sull’utilizzo di un interessante modello di simulatore di comando e controllo di costruzione coreana: il TaeGuk JOS (Joint Operation Simulation).

Francesco Valacchi

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un Chicco in piĂą

Per chi volesse reperire informazioni piĂą dettagliate sulle forze armate della Corea del Sud consigliamo di consultare l’almanacco The Military Balance 2015 edito dall’IISS (International Institute for Strategic Studies).

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Foto: Korea Aerospace Industries

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Francesco Valacchi
Francesco Valacchi
Nato a Siena nel 1980, laureato in Scienze Strategiche nel 2004 presso l’ateneo di Torino ed in Studi Internazionali presso quello di Pisa nel 2013. Abita a Livorno.
E’ appassionato di geopolitica e strategia e ufficiale in servizio permanente effettivo nell’esercito italiano.
Passa il suo scarsissimo tempo libero leggendo di geopolitica, scrivendo di geopolitica, saltando fuori da aerei perfettamente funzionanti ed insegnando a farlo, e arrampicandosi sulle montagne.

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