Ristretto – L’Argentina annuncia la propria uscita dal Gruppo di Lima, accusato di politicizzazione. Ancora un volta è l’ideologia politica a definire il multilateralismo nella regione.
Mercoledì 24 marzo l’Argentina ha formalizzato il ritiro dal Gruppo di Lima, organismo multilaterale istituito nel 2017 e che riunisce la maggior parte dei Paesi dell’America Latina e dei Carabi (tra gli assenti: Nicaragua ed Ecuador). Il suo obiettivo è quello di fronteggiare la crisi politica, sociale ed economica del Venezuela, invocando la convocazione di elezioni libere e la liberazione dei prigionieri politici. Secondo le dichiarazioni del Ministero degli Affari Esteri questa scelta è dovuta alla mancanza di risultati effettivi ottenuti dopo aver isolato il Governo guidato da Nicolás Maduro al ritmo di sanzioni. Queste ultime – dice il Ministero – avrebbero solamente aggravato le condizioni di vita della popolazione venezuelana che ancora risiede nel Paese.
Quanto accaduto evidenzia, in realtà, il forte carattere ideologico che caratterizza il Gruppo di Lima, schieratosi sin dalla sua nascita contro il Governo di Maduro, additato come illegittimo, riconoscendo invece come legittima l’Assemblea guidata dal leader dell’opposizione Juan Guaidó. L’esecutivo argentino ha quindi rimproverato l’ideologizzazione delle soluzioni proposte del Gruppo, il quale non avrebbe favorito un dialogo inclusivo rivolto in maniera uguale a tutti gli attori politici coinvolti.
L’uscita dell’Argentina è un ulteriore esempio di quanto l’integrazione latinoamericana sia tanto volatile e inefficiente perché scandita dagli altalenanti blocchi ideologici del continente.
Laura Manzi
“30/11/2020 Videoconferência com o Presidente da Argentina, Alberto Fernández” by Palácio do Planalto is licensed under CC BY