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Il colpo dell’ENI in Egitto

5 domande 5 risposte – ENI ha scoperto un nuovo giacimento supergigante di gas nel Mediterraneo, di fronte all’Egitto. È una scoperta di rilevanza mondiale. Cinque domande e cinque risposte per capirlo

1. COSA HA SCOPERTO L’ENI? – L’ENI opera in Egitto dal 1954 attraverso la sussidiaria IEOC, ed è il principale attore nel settore dell’Oil & Gas egiziano. La scoperta del giacimento supergigante (supergiant) di gas naturale di Zohr – nel Mediterraneo, all’interno della zona di sfruttamento economico egiziano – è molto rilevante: secondo i primi dati si parla di 850 miliardi di metri cubi. È la terza scoperta di nuovi giacimenti di idrocarburi da parte di ENI in Egitto nell’ultimo anno, e di gran lunga la più rilevante. Conferma la bontà della nuova strategia dell’ENI.

2. DI QUALE STRATEGIA SI PARLA? – Secondo quando dichiarato dai dirigenti ENI nelle conferenze stampa annuali di presentazione delle strategie, la società – anche a causa dell’abbassamento del prezzo del petrolio – ha ridotto notevolmente le esplorazioni cosiddette di frontiera (cioè in luoghi remoti, poco o per nulla esplorati prima, che presentano quindi forti costi e molta incertezza), per concentrarsi sull’esplorazione in aree già conosciute, vicine a giacimenti già esistenti, anche laddove prima si pensava non ci fossero grandi speranze: la tecnologia oggi offre infatti più possibilità. Il risultato sono costi e rischi ridotti.

3. IL MEDITERRANEO, IN PARTICOLARE QUELLO ORIENTALE, IN EFFETTI, PER DECENNI, NON È MAI SEMBRATO TROPPO PROMETTENTE. COSA È CAMBIATO? – Negli ultimi 5-7 anni sono state fatte alcune scoperte molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda il gas naturale. Nelle acque di Israele sono stati trovati i giacimenti giganti di Tamar e Leviathan, mentre un altro, Aphrodite, è in acque cipriote. È stato trovato gas anche davanti a Gaza e si sospetta anche le acque libanesi ne possano ospitare altro. In tutto il Mediterraneo orientale solo una piccola parte del fondale è stato esplorato in tal senso. Questo ha spinto l’ENI, che come detto già opera in Egitto, a fare nuove ricerche anche in tale zona, che hanno appunto dato ottimi risultati. Il fatto poi che siano già vicini ad altri giacimenti permette di mettere in marcia le produzioni molto più rapidamente.

eni-Zohr
Fonte: Financial Times

4. COSA SIGNIFICA UNA TALE SCOPERTA PER L’EGITTO? – È una novità potenzialmente rivoluzionaria per un Paese che cronicamente a corto di idrocarburi, e dunque costretto all’importazione. Zohr potrebbe contenere sufficiente gas per garantire l’indipendenza energetica (per quanto riguarda il gas, non il petrolio) del Paese per 50-60 anni… rendendo realtà quella che molti consideravano solo un’illusione: la promessa del Presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi di rendere l’Egitto energeticamente indipendente o quasi entro 5 anni. Difficilmente invece vedremo il gas egiziano in Italia o in Europa: l’Egitto ha estremo bisogno del gas naturale proveniente da Zohr per il proprio uso interno, anche se non è da escludere una qualche esportazione liquefacendo il gas e trasportandolo come GNL (Gas Naturale Liquido) via nave. Ma è ancora troppo presto per valutarlo.

5. UN SUCCESSO PER EL-SISI DUNQUE? LO AIUTERÀ IN TERMINI DI POPOLARITÀ? – Questa scoperta ovviamente non farà cambiare opinione a chi si oppone al Presidente egiziano per questioni di mancanza di democrazia o libertà civili, né risolverà il problema della lotta a estremisti e terroristi nel Sinai. Permetterà però di diminuire le importazioni energetiche e, se i prezzi dovessero risultare bassi o se l’Egitto potesse ricavarne sufficienti royalties, ridurre i sussidi energetici alla popolazione, che prendono una buona parte del budget statale. Avere nuove risorse economiche, infatti, può aiutare a sviluppare l’economia del Paese, elemento necessario per fornire lavoro e futuro alla massa di giovani disoccupati. In effetti questa è forse la migliore arma contro terrorismo ed estremismo… ma saprà l’Egitto farne buon uso? Questo rimane ancora da vedere.

La Redazione

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Un chicco in più
L’Egitto e l’Italia hanno buone e forti relazioni economiche, dovute principalmente proprio alla presenza dell’ENI. Il nostro Paese è considerato uno dei principali partner dell’Egitto assieme alla Cina e questa scoperta non potrà che rendere ancora più stretti i rapporti.

Tutto questo ci porta a dire che l’Italia ha un notevole potere politico e di influenza nei confronti dell’Egitto e potrebbe utilizzarlo anche per spingere il Presidente Sisi a rivedere la sua politica di repressione del dissenso nel Paese in particolare per quanto riguarda la libertà di espressione (è di pochi giorni fa la condanna di tre giornalisti di al-Jazeera). Potrebbe rivelarsi necessaria per la stabilità a lungo termine del Paese tanto quanto la scoperta di gas di Zohr.[/box]

Foto: stefano.vesco

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