In 3 Sorsi – L’11 e 12 novembre si è tenuto a Malta il primo grande Vertice internazionale dedicato all’immigrazione nel contesto della cooperazione UE-Africa.  Un summit che arriva in un periodo di  forti tensioni, con lo scopo di proporre un maggiore sforzo collettivo e l’istituzione di nuovi fondi per l’attuazione di misure pratiche volte al miglioramento della situazione dei migranti sotto diversi aspetti.
1. DOVE, QUANDO E PERCHÉ – In risposta alla chiamata del Consiglio Europeo in seguito alla strage in mare del 19 Aprile 2015, l’11 e 12 novembre si è tenuto a Malta il Valletta Summit on Migration, primo vertice internazionale esclusivamente incentrato sulle relazioni UE-Africa nel contesto della gestione comune dei flussi migratori. La Valletta – capitale di Malta e storico crocevia di migranti in fuga, soprattutto dall’Africa – ha ospitato, durante i due giorni di vertice, oltre 60 leader africani ed europei, facendo da un lato sperare in nuovi sviluppi e aperture sul tema, e dall’altro temere una riedizione di posizioni ormai note. “Dobbiamo costruire opportunitĂ , non muri”, il motto dell’Unione Europea portato avanti con vigore dall’Alto Rappresentante dell’Unione Federica Mogherini e da Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo. Ma quali sono i mattoni necessari per cominciare a costruire? Qual è la via giusta per far diminuire le morti per mare e per terra, favorire la mobilitĂ internazionale e nel contempo mantenere uno stato accettabile di sicurezza? Come gestire al meglio i flussi migratori senza ignorare i diritti dei migranti? Potenziare gli accordi bilaterali tra UE e i singoli Paesi africani non è sufficiente, come non lo è, evidentemente, aprire o chiudere le frontiere a tutti – come mostrato dai contrasti tra la politica di chiusura ungherese e quella di apertura tedesca. Come hanno sottolineato in questa occasione diversi rappresentanti della societĂ civile, insomma, è indubbia la necessitĂ di ideare un piano piĂą complesso e sostenibile, che tenga conto dei diritti umani, delle necessitĂ economiche del continente africano e degli impegni dell’Unione Europea nei confronti dei propri cittadini e della comunitĂ internazionale, per trovare il giusto bilanciamento tra politica estera e politica interna, tra sicurezza e libertĂ , tra diritti e doveri.
Fig. 1 – Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, alla guida delle istituzioni europee
2. IL SUMMIT IN BREVE – Il Vertice internazionale ha prodotto due principali documenti: una succinta “dichiarazione politica” che sancisce l’impegno degli Stati partecipanti a “rispondere con fermezza e gestire insieme i flussi migratori sotto ogni punto di vista”, e un “action plan” di oltre 17 pagine che identifica cinque prioritĂ d’azione comune:
- affrontare le cause dell’immigrazione irregolare e dello spostamento forzato;
- migliorare la cooperazione nel contesto della migrazione regolare e della mobilitĂ ;
- rafforzare la protezione dei migranti e richiedenti asilo;
- prevenire e combattere l’immigrazione irregolare, il traffico di migranti e di esseri umani;
- lavorare in più stretta collaborazione così da migliorare la cooperazione sul rientro in patria e la reintegrazione.
Per ognuno di questi grandi temi, che non si distanziano dalle linee politiche sull’immigrazione dell’UE dell’ultimo periodo, il piano d’azione identifica una serie di misure pratiche che i Paesi firmatari si impegnano ad attuare entro la fine del 2016. Sono in tutto 16, e comprendono potenziamenti economici, progetti di sviluppo, incentivi lavorativi alla migrazione legale e miglioramento dei sistemi di ricezione dei richiedenti asilo. Il piano non specifica numeri o costi, ma afferma che consistenti fondi UE sono disponibili per la sua implementazione. A tal proposito, la più grossa novità partorita dal Vertice della Valletta è stata l’istituzione del Fondo Fiduciario Europeo d’emergenza per l’Africa, che con un budget di 1.8 miliardi di euro contribuirà all’attuazione delle suddette misure.
Fig. 2 – Angela Merkel durante il vertice tenutosi a La Valletta
3. RISULTATI E PROSPETTIVE – Considerata la portata dell’attuale emergenza migranti, il Summit della Valletta è stato un momento quasi obbligato nell’iter che i Governi – europei e non – stanno portando avanti per prendere di petto la questione: una tappa che, pur avendo il pregio di ampliare la portata internazionale del dibattito, non sembra apportare grandi modifiche allo status quo. Inoltre, come nota il Norwegian Refugee Council, autorevole ONG umanitaria, «l’Action plan è debole nei confronti della costante domanda da parte dell’UNHCR, delle agenzie umanitarie e di tutta la societĂ civile di aprire piĂą rotte sicure per l’Europa». Inoltre, sottolinea NRC, «1.8 miliardi di euro sono una somma a dir poco esigua se l’intento è far fronte alle necessitĂ di sviluppo del continente africano». Per ora non resta che monitorare gli sviluppi e darsi appuntamento alla fine del 2016: solo allora si saprĂ se il Vertice avrĂ dato frutti.
Fig. 3 – Immagini dal summit de La Valletta
Marta Migliorati
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Un chicco in piĂą
Le relazioni UE-Africa nel campo della migrazione sono portate avanti su diversi livelli – dalla cooperazione bilaterale ai piani di sviluppo e alla gestione dei flussi migratori – attraverso una complessa rete di accordi, incorniciati dalla Partnership su Migrazione e MobilitĂ . Per maggiori informazioni consigliamo di consultare il sito della Commissione Europea  e quello dell’Africa-Eu Partnership
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