In 3 sorsi – Pochi giorni fa l’accordo di pace fra il governo colombiano e le Forze armate rivoluzionare della Colombia (Farc), dopo oltre mezzo secolo di conflitto armato, 220 mila morti, decine di migliaia di desaparecidos e più di 7 milioni di vittime.
1. CINQUANT’ANNI FA LA NASCITA DELLA GUERRIGLIA PIU’ LONGEVA DEL MONDO – I negoziati si sono svolti due giorni fa a L’Avana, eletta sede “neutrale” dalla parti fin dal 2012. Ma facciamo un salto indietro di 50 anni, per capire le ragioni e le cause del conflitto più lungo nello stato colombiano. Le Farc nacquero nel 1964, in difesa dei contadini contro l’oppressivo regime oligarchico. Conosciuta oggi come la guerriglia più longeva mai esistita, nacque allora in risposta al massacro di Marquetalia, piccolo comune della Colombia, posto sotto assedio dall’Esercito regolare con l’accusa di essere una repubblica indipendente. Negli anni ’60, infatti, vi si era insediata una’esigua comunità di agricoltori contrari al regime.
I primi tentativi di colloqui di pace si ebbero solo nel 1982, durante il governo di Belisario Betancourt, che sottoscrisse con le Farc gli Accordi dell’Uribe. Per fornire maggiore legittimità alla loro organizzazione, le Farc fondarono il partito Union Patriotica (UP). E di nuovo i rapporti con il governo si inasprirono, in seguito all’eliminazione fisica di numerosi esponenti dell’UP.
Vista la crescita esponenziale degli affiliati alle Farc, nel 2002 il presidente Andres Pastrana riaprì i negoziati, conosciuti come i Dialoghi del Caguàn. Questo nuovo tentativo durò solo pochi anni perché in breve tempo, il Presidente riprese intense azioni militari contro l’organizzazione ribelle. Fu in quegli anni che la guerriglia si organizzò creando uno strumento politico ancora più grande dell’UP: il Movimento Bolivariano, che già dal nome, mirava a creare una coscienza comune fra le classi meno abbienti della popolazione, nella speranza di sollevarle contro lo Stato. Ricordiamo infine, la trattativa svoltasi a L’Avana nel 2012, che ha preparato il terreno agli incontri dello scorso lunedì. È adesso intenzione del presidente Manuel Santos concludere con l’apposizione di una firma entro la fine di marzo.
Fig. 1 – Accordo storico in vista per la Colombia
2. PUNTI CHIAVE DEI NEGOZIATI – Entrambe le parti sono questa volta giunte alla conclusione di interpellare le Nazioni unite affinché creino una commissione di verifica e vigilanza a cui si dovrà aggiungere anche un Paese membro della Comunità degli Stati Latinoamericani e del Caribe (CELAC). In tal modo si spera che ci sia un maggior rispetto del cessate il fuoco e della fine delle ostilità. Obiettivi da raggiungere sono quelli richiesti da sempre: una riforma agraria da realizzarsi nel rispetto della società e dell’ambiente e la possibilità per la guerriglia di costituire un partito politico legalmente riconosciuto. Inoltre è stato richiesto alla giustizia colombiana di riservare il medesimo trattamento sia agli ex ribelli accusati di crimini contro l’umanità sia agli ex paramilitari della destra nazionalista, colpevoli di numerosi assassini perpetrati contro le Farc.
Fig. 2 – Juan Manuel Santos, Presidente della Colombia e simbolo di questo importante accordo
3. UN MOMENTO DI PORTATA STORICA – È la prima volta in 50 anni che entrambe le parti si trovano d’accordo circa la creazione di un apparato giudiziale. Secondo l’International Crisis Group, si tratta di un evento più unico che raro, dal momento che è sempre stato difficile fare delle concessioni. Le Farc hanno infatti ammesso che alcune delle loro azioni erano fuori dalla sfera legale e sono pronte ad andare incontro allo Stato. A beneficiarne non può essere che la popolazione. Dalle ultime negoziazioni tenutesi a settembre 2015, infatti, il Paese ha registrato un calo nelle violenze associate a tale conflitto (secondo quanto riportato dal Centro de Recursos para el Analisis de Conflictos – CERAC). Queste iniziative hanno inoltre ricevuto l’appoggio dell’intera comunità internazionale, da Papa Francesco che ha espresso il suo sostegno per questo cammino che porterà alla riconciliazione; al segretario di Stato americano John Kerry, che ha definito l’accordo come un “passo storico” di grande portata.
Claudia Patricolo
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Per molto tempo, le Farc sono state considerate dalla comunità internazionale come un gruppo terroristico. Solo nel maggio del 2015 il Consiglio di Stato colombiano ha giudicato infondato questo appellativo, riconoscendole comunque come “forze belligeranti nel conflitto armato che insanguina il Paese da oltre sessant’anni”.
Sicuramente una grande conquista dal momento che, secondo le leggi del diritto internazionale, non si possono portare avanti colloqui di pace con le organizzazioni terroristiche né tantomeno procedere ad un’amnistia per i prigionieri.
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Foto: theglobalpanorama
Foto: kozumel
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