In 3 sorsi – Il Suriname è un piccolo Stato isolato ai margini dell’America latina, piĂą legato all’Europa che ai vicini. Negli ultimi tempi, però, il Paese ha iniziato a partecipare piĂą attivamente agli equilibri dell’area.
1. STORIA – I primi europei presenti in quello che sarebbe divenuto il Suriname furono gli inglesi, che fondarono un insediamento nel 1650. Circa quindici anni dopo gli stessi inglesi furono cacciati dagli olandesi, che conquistarono la colonia e la chiamarono Surinam. I coloni stabilirono un’economia basata su piantagioni di prodotti quali zucchero, caffè, cotone e cacao, quelle che oggi chiameremmo commodities. Per trovare forza lavoro, gli olandesi dovettero ricorrere prima agli schiavi africani e successivamente, in seguito all’abolizione della schiavitĂą avvenuta nel 1863, a lavoratori dell’India e dell’Indonesia – la seconda colonia diretta – creando così una popolazione fortemente variegata. Il dominio olandese continuò fino al 25 novembre 1975, quando il Paese ottenne l’indipendenza.
Una volta indipendente, però, il nuovo Suriname dovette affrontare un periodo assai turbolento sul cammino verso la rinascita democratica: almeno un terzo della popolazione, soprattutto discendenti degli europei, emigrò dal Paese, mercanti, borghesia, temendo per il proprio futuro, danneggiando così gravemente il settore economico. La fragile repubblica del Suriname durò giusto cinque anni, allorquando il Governo democratico venne rovesciato da un colpo di Stato militare guidato da Desi Bouterse, che divenne l’effettivo padrone del Paese. Il suo dominio, macchiato di numerose violazioni dei diritti umani, iniziò a indebolirsi negli anni Novanta sotto i colpi di una brutale guerra civile combattuta tra il Governo e un movimento di guerriglia chiamato “Commando della Giungla”. Dopo una serie di Governi democratici, nel 2010 Desi Bouterse è tuttavia tornato al potere, questa volta in seguito a consultazioni democratiche che lo hanno eletto Presidente.
Fig.1 – Una vecchia foto di Paramaribo, capitale del Suriname
2. SETTORE ECONOMICO – Per tutto l’arco della sua storia l’economia del Suriname è dipesa dalle esportazioni di prodotti agricoli e minerari, oltre che dagli aiuti provenienti dalla madrepatria olandese. Al giorno d’oggi i principali prodotti esportati sono la bauxite, l’oro ed il petrolio, insieme ad alcuni prodotti agricoli, soprattutto banane e riso. A causa del suo passato coloniale e della lontananza dai principali centri economici del Sudamerica, il Suriname non è molto integrato nell’economia latinoamericana, e commercia principalmente con Stati Uniti, Canada, Cina e con i Paesi europei, primi tra tutti i Paesi Bassi e Belgio. Negli ultimi tempi, inoltre, il Paese ha iniziato a sperimentare un deciso aumento dei turisti internazionali, attirati dalle ampie zone incontaminate e dai numerosi parchi naturali.
Fig.2 – La foresta amazzonica
3. RAPPORTI CON L’ESTERO – In seguito all’indipendenza, il Suriname è rimasto molto legato ai Paesi Bassi, dai quali dipende per gli aiuti allo sviluppo. Ancora oggi il Paese riceve numerosi aiuti dall’Unione Europa attraverso l’Accordo di Cotonou. Il Suriname, inoltre, ha allacciato buone relazioni con gli Stati Uniti, con i quali collabora tramite Caribbean Basin Security Initiative e President’s Emergency Plan for AIDS Relief.
Dopo la fine della dittatura, il Paese ha inoltre migliorato i rapporti con i vicini, concentrandosi soprattutto verso i Paesi dell’area caraibica. Dal 1995 il Suriname è membro del CARICOM, organizzazione che ha lo scopo di promuovere l’integrazione economica dei membri, ed è successivamente entrato nel CARICOM Single Market and Economy, una strategia sviluppata da alcuni membri del CARICOM per rafforzare ulteriormente l’integrazione economica. Nel 2005 inoltre il Suriname ha deciso di partecipare a Petrocaribe, un’alleanza proposta dal Presidente venezuelano Chávez per rafforzare i rapporti di solidarietà tra i Paesi dei Caraibi e Caracas per mezzo della vendita di petrolio a prezzo ridotto e a condizioni vantaggiose.
Fig.3 – Il Presidente surinamese Bouterse con l’omologo venezuelano Maduro
Per quanto riguarda il resto del Sudamerica, invece, il Suriname ha avuto rapporti sporadici e non molto profondi, soprattutto a causa della diversitĂ culturale del Paese e degli scarsi flussi commerciali, che sono invece diretti principalmente verso USA ed Europa. Il Suriname, infatti, si è a lungo limitato a partecipare all’Amazon Cooperation Treaty Cooperation, una cooperazione tra vicini per la preservazione della foresta amazzonica. Negli ultimi tempi, però, il Paese ha mostrato alcuni timidi segnali di apertura verso il resto del continente: nel 2008 ha accettato di far parte dell’Unasur e nel 2010 della CELAC. Infine, nel 2013, è entrato nel Mercosur in qualitĂ di membro associato.Â
Umberto Guzzardi
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
Il Suriname è un Paese di circa 573.000 abitanti. La sua capitale è Paramaribo.
L’Accordo di Cotonou è una convenzione firmata tra Unione europea e un gruppo di Paesi di America latina, Africa ed Oceania per gestire la cooperazione allo sviluppo.[/box]
Foto: birsin