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Crisi russa, il ruolo dell’Italia per la fine dell’embargo

In  3 sorsi – Sembra essere l’agroalimentare a riuscire a sbloccare la situazione di stallo diplomatico creatosi tra l’Italia e la Russia con l’embargo. Tra un mese dovrebbe potersi celebrare il primo bilaterale italo – russo dopo parecchio tempo

1. PARTNERSHIP STRATEGICA – Disco verde alla imminente partnership tra Fruit&Veg System, piattaforma b2b in cui il made in Italy si presenta al mercato globale, Eurasiatx, agenzia di informazione economica e commerciale per i mercati eurasiatici ed Eurasian Communication Center, agenzia del gruppo RIA Novosti-Rossiya Segodnya, principale gruppo editoriale della Russia. L’accordo si concretizza nella realizzazione di un “bilaterale Italia-Russia” che si terrà nel corso della prossima edizione dell’evento, organizzato da Veronafiere, in programma dal 4 al 6 maggio prossimi e che avrà come oggetto l’embargo.

2. IL MERCATO COMUNE DELL’ASIA CENTRALE – L’intesa siglata con le due aziende russe giunge in un momento particolare per il mercato europeo e italiano. Ci avviciniamo, infatti, allo scadere (a fine luglio) del secondo anno di embargo in seguito alla crisi ucraina, e i segnali di distensione internazionale e di riavvicinamento tra i due poli dell’Eurasia preludono, secondo diversi osservatori, a una prossima revisione del regime sanzionatorio e, dunque, alla tanto auspicata ripresa degli scambi, anche nel settore agroalimentare.

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Fig. 1 – La Russia deve fare i conti con un embargo imposto dall’UE

In questo preciso momento storico ed economico, l’area Centro asiatica è particolarmente strategica grazie dell’imminente istituzione di un nuovo mercato comune da 180 milioni di abitanti che, sull’esempio di quello europeo, introdurrà le regole della libera circolazione delle merci tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan, Paesi leader nell’esportazione di energia e risorse minerarie, ma fortemente dipendenti dalle forniture estere per gli approvvigionamenti di ortofrutta e di lavorati agroalimentari di qualità.

3. AGROALIMENTARE E SVILUPPO – Si tratta dunque di un territorio particolarmente interessante, che dispone di ingenti investimenti pubblici, sia a livello statale che regionale, nati per provvedere alla dotazione infrastrutturale e logistica, e che quindi si dimostra terreno fertile per la nascita di joint venture internazionali, aventi ad oggetto lo sviluppo del settore agricolo e del nascente mercato comune. L’Italia vuole essere protagonista del delicato passaggio diplomatico e le aziende agroalimentari nostrane intravedono, forse, una possibilità concreta di sviluppo di nuovi canali, legati alla situazione geopolitica dell’area e all’andamento tutt’altro che brillante delle relazioni tra Putin ed Erdogan, con la Turchia che rischia di perdere così un’occasione storica, creata proprio con l’embargo. L’Italia è al momento il quarto partner commerciale della Russia dopo la Cina, i Paesi Bassi e Germania, in base ai dati del Cremlino. A partire dal 2014 – osservano le fonti russe – negli scambi commerciali si notano tendenze negative: nel 2014 gli scambi sono diminuiti del 10% a 48,4 miliardi di dollari. Nel periodo gennaio-agosto 2015 del 35% a 21,9 miliardi di dollari, secondo Mosca. Nel mese di febbraio il ministro Martina si è recato in visita a ProdExpo, esposizione fieristica di settore, e ha avuto un incontro riservato con il vice primo ministro russo. In quel momento, si è sperimentato un primo format di agro-diplomazia.

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Fig. 2 – Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina

I produttori agricoli europei hanno potuto contare fin qui su misure straordinarie e non ripetibili, come quella dei ritiri nazionali straordinari. Nella fattispecie, i prodotti più colpiti sono mele e pere (17.500 tonnellate), pesche e nettarine (9.200 tonnellate), agrumi (3.300 tonnellate), susine, kiwi e uva da tavola (15.300 tonnellate) e altri ortaggi (650 tonnellate). L’eliminazione dell’embargo è attesa da tutti i principali operatori del mercato e considerata imminente non solo per i segnali di distensione internazionali, ma anche per la carenza di materia prima negli scaffali russi, appesantita dal bando alla Turchia: si aprono quindi nuove opportunità per le produzioni UE soprattutto relative a frutta e ortaggi, freschi e conservati.
L’Italia sembra essere in prima fila nel tentativo di riconciliazione diplomatica e cercherà di trarre vantaggio competitivo per le proprie aziende agroalimentari, duramente colpite dall’embargo e alle prese con la grave crisi del lattiero – caseario.
Obiettivo del “bilaterale” è fornire alle imprese gli strumenti corretti per cogliere le opportunità che la riapertura di questi mercati genererà in tempi molto rapidi.

Andrea Martire

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””] Un chicco in più

Ecco come si è arrivati all’embargo dei prodotti occidentali e come tale misura abbia colpito sia i produttori occidentali che i consumatori russi. Un nostro pezzo di qualche mese fa.

Questo articolo è stato pubblicato la prima volta sul sito www.agricolturamoderna.it [/box]

Foto: Herman Van Rompuy

 

Foto: venstresida

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Andrea Martire
Andrea Martire

Appassionato di America Latina, background in scienze politiche ed economia. Studio le connessioni tra politica e sociale. Per lavoro mi occupo di politiche agrarie e accesso al cibo, di acqua e diritti, di made in Italy e relazioni sindacali. Ho trovato riparo presso Il Caffè Geopolitico, luogo virtuoso che non si accontenta di esistere; vuole eccellere. Ho accettato la sfida e le dedico tutta l’energia che posso, coordinando un gruppo di lavoro che vuole aiutare ad emergere la “cultura degli esteri”. Da cui non possiamo escludere il macro-tema Ambiente, inteso come espressione del godimento dei diritti del singolo e driver delle politiche internazionali, basti pensare all’accesso al cibo o al water-grabbing.

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