In 3 Sorsi – Le Nazioni Unite propongono la riapertura dei negoziati tra le comunitĂ greco-cipriota e turco-cipriota. L’Unione Europea saprĂ cogliere l’opportunitĂ , prendendo parte al processo di riconciliazione a Cipro?
1. UN NUOVO IMPEGNO PER LA PACE DI CIPRO
L’Unione Europea si è dichiarata pronta a contribuire attivamente alla risoluzione della lunga e difficoltosa questione di Cipro. In seguito a un incontro con il Presidente cipriota Nikos Anastasiades e il Ministro degli Esteri Nikos Christodoulides avvenuto nel mese di marzo, l’Alto Rappresentante per la Politica estera Joseph Borrell ha infatti condiviso la volontà dell’Unione di conferire rinnovato vigore agli ormai dormienti dialoghi tra le parti coinvolte. La dichiarazione di Borrell anticipa un meeting informale guidato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che si terrà a Ginevra il 27-29 aprile con la partecipazione delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota, nonché delle tre ex potenze protettrici di Grecia, Turchia e Regno Unito. L’incontro avrà l’obiettivo di sondare il terreno per una possibile ripresa del processo negoziale, abbandonato per l’ultima volta nel 2017 a causa di divergenze ritenute incolmabili. Rinnovando il sostegno dell’Unione a una positiva risoluzione della controversia, Borrell ha ribadito come, per sua natura, la questione di Cipro sia una “questione europea” e che la stabilità e la prosperità della regione restino profondamente legate al definitivo raggiungimento di un accordo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Josep Borrell incontra il Ministro degli Esteri cipriota Christodoulides
2. LA QUESTIONE DI CIPRO
Le tensioni tra la comunità turco-cipriota e quella greco-cipriota si prolungano dal 1960, anno di ottenimento dell’indipendenza dell’isola dal Regno Unito e di nascita della Repubblica di Cipro, sotto la presidenza dell’arcivescovo ortodosso Makarios. La convivenza si dimostrò fin da subito difficoltosa e il compromesso raggiunto tra le due comunità , che prevedeva un rigido sistema di veti incrociati, non si mostrò sufficiente a placare le tensioni, che sfociarono nel ritiro dei turco-ciprioti dal Governo e nell’intervento, nel 1964, delle forze di pace delle Nazioni Unite. L’avvento della dittatura dei colonnelli in Grecia esasperò ulteriormente la situazione: il colpo di Stato militare condotto dalla Guardia Nazionale nel 1974 esautorò Makarios e le forze turche, per prevenire una potenziale annessione dell’isola alla Grecia, lanciarono un’operazione militare, occupando la parte settentrionale di Cipro e istituendovi uno Stato federato turco. Da allora l’isola è divisa in due: la Repubblica Turca di Cipro del Nord, proclamata unilateralmente nel 1983 e ancora attualmente riconosciuta soltanto da Ankara, e la Repubblica di Cipro. Numerosi sforzi internazionali per una risoluzione pacifica della questione si sono susseguiti già a partire dagli anni Settanta, senza mai raggiungere risultati significativi. Nel frattempo, nel 2004, l’isola divisa è entrata a far parte dell’Unione Europea.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un’altra immagine dell’incontro tra Borrell e Christodoulides
3. L’EVOLUZIONE A BREVE
L’Unione Europea sostiene fermamente che una soluzione alla Questione di Cipro debba raggiungersi all’interno del quadro proposto dalle Nazioni Unite, basato su una federazione bi-comunitaria e bi-zonale con uguaglianza politica, scenario auspicato anche dalle Autorità greco-cipriote. D’altra parte, invece, la comunità turco-cipriota, guidata dal leader nazionalista Ersin Tatar, mira all’ottenimento di un accordo basato su due Stati separati e considera la potenziale soluzione federale fallita insieme al Piano Annan per la riunificazione di Cipro in un’unica Repubblica federale e agli ultimi negoziati ONU di Crans Montana del 2017. La controversia energetica tra Repubblica di Cipro, Grecia e Turchia circa i giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale e la relativa disputa sull’estensione delle rispettive acque territoriali esasperano ulteriormente le posizioni delle parti, alimentando il profondo senso di sfiducia circa il raggiungimento di un accordo. Le dichiarazioni di Borrell in seguito all’incontro con le Autorità greco-cipriote incoraggiano i leader a mantenere un atteggiamento positivo e aperto al compromesso, e sembrano indicare la volontà di un maggiore coinvolgimento dell’Unione Europea nel dialogo tra le parti. Bruxelles ha ribadito infatti che una soluzione è possibile solamente nel rispetto dell’acquis europeo, rivendicando la propria posizione di parte pienamente coinvolta nella controversia. Il meeting informale a guida ONU potrebbe conferire un nuovo vigore ai negoziati, ma resta incognito il ruolo che potrà assumere l’Unione rispetto alle possibili evoluzioni.
Matilde Grandi
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