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Presidenziali dominicane, Danilo Medina in vantaggio

Ancora in corso il conteggio dei voti in Repubblica Dominicana, dove lo scorso 15 maggio si sono tenute le elezioni presidenziali e legislative. Dai dati emersi finora, il Presidente uscente Danilo Medina sembra essere in vantaggio con il 62%  dei voti

RICONGIUNGIMENTO STORICO – È dal 1994 che nella Repubblica Dominicana non si tengono elezioni congiunte. La colpa è da attribuire alle numerose contestazioni a seguito delle votazioni che videro la riconferma dell’allora presidente Joaquin Balaguer, al potere quasi ininterrottamente dal 1966. Contestate per brogli, le elezioni del 1994 vennero rinnovate nuovamente due anni dopo, nel 1996, portando così a una sfasatura con i mandati legislativi e amministrativi. Nel 2010, quindi, il Governo dominicano decise di rimaneggiare le leggi elettorali prolungando le cariche di parlamentari e sindaci in tutto il Paese. In questo modo, lo scorso 15 maggio, è stato possibile ricongiungere elezioni amministrative e presidenziali.

IN CORSA PER LA PRESIDENZA – Otto sono i nomi candidati alla presidenza. Sicuramente spiccano quello di Danilo Medina, alla guida del Paese dal 2012, e del suo principale avversario, Luis Abinader.
Al momento i dati mostrano un vantaggio per Medina, che può contare su un 62% dei voti e su un ancora grande appoggio da parte della popolazione. In realtà, però, una sua ricandidatura non era così scontata come può sembrare. Solo nel 2015, infatti, è stata apportata una modifica alla Costituzione dominicana, che permette la ricandidatura consecutiva di un leader per massimo due mandati (secondo il modello statunitense). Ovviamente Medina può contare sulla sua grande popolarità – ricordiamo che è stato considerato il leader più popolare del Sud America – e su ingenti risorse spese per la campagna elettorale.
Alla vigilia delle elezioni del 2012, Medina aveva puntato molto l’accento su una riforma del sistema agrario, una trasformazione del sistema educativo e un riassestamento della sicurezza pubblica. Oggi il Capo dello Stato sottolinea ancora una volta l’importanza dell’educazione dei giovani, promettendo nuovi e importanti investimenti nel campo dell’istruzione. E parla anche di microcredito e potenziamento delle infrastrutture pubbliche.
Luis Abinader, invece, non sembra saper giocare bene il ruolo di valida alternativa, puntando su una campagna elettorale poco costosa e con vaghe promesse che non distolgono l’attenzione dei dominicani da Medina.

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UN LENTISSIMO SPOGLIO – Tuttavia, dal 15 maggio, ancora non si ha un risultato definitivo. C’è una grande tensione nel Paese per il troppo lento spoglio dei voti e stanno nascendo numerose dispute fra i principali partiti sulla validità delle elezioni.
Secondo Abinader, il conteggio delle schede dovrà essere fatto manualmente, come stabilisce la legge, e il suo partito – Partido Revolucionario Moderno – non accetterà nessuna modalità diversa di conteggio dei voti, considerando in tal caso nulle le elezioni.

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Per i media locali però, il vantaggio di Medina sembra essere valido. Anzi, il prossimo governo di Danilo Medina è stato già considerato come il più legittimo della storia politica dominicana, grazie all’appoggio di questo 62% della popolazione equamente distribuito in tutte le province della Repubblica Dominicana.
Il portavoce della presidenza, Roberto Rodríguez Marchena, ha sottolineato quanto la campagna elettorale di Medina sia qualcosa di molto distante dal fenomeno di privatizzazione della politica cui sta assistendo il Paese. Secondo Marchena, molti candidati vedono nella politica una scala di mobilità sociale e ciò li ha portati, o li porta tutt’ora, a falsificare risultati e a creare false aspettative e illusioni nella popolazione. A tutti quelli che accusano il governo che di brogli elettorali, la presidenza ha risposto che si tratta di «un deficit di cultura democratica» dell’opposizione.

Claudia Patricolo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più 

Per saperne di più sulla repubblica Dominicana ed il suo sviluppo potete leggere un report  del Programma delle nazioni Unite per lo Sviluppo [/box]

Foto: Hobo Matt

Foto: Danilo Medina

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Claudia Patricolo
Claudia Patricolo

Romana per caso, vivo e studio da sempre nella Capitale. Classe 1991, sono laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e attualmente specializzanda in Giornalismo ed Editoria all’Università di “Tor Vergata”. Da sempre interessata a tematiche internazionali, ho lavorato in diverse redazioni a Roma fino ad arrivare a Parigi dove ho svolto uno stage presso “Le Monde”. Innamorata del Sudamerica, dove ho vissuto per un periodo, non perdo occasione di partecipare e scrivere di questa meravigliosa parte del mondo che è l’America Latina.

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