Coppa America – Come da pronostici l’Argentina asfalta gli Stati Uniti e si appresta ad affrontare il Cile in finale. Lionel Messi in Texas addomestica gli avversari a stelle e strisce, neanche fosse un allenamento. La Roja sconfigge senza tante difficoltà la Colombia e sigilla la partita dopo appena undici minuti con le reti di Aranguiz e Fuenzalida.
NON SOLO MESSI, LEZIONI DI TANGO – Nelle ultime tre competizioni internazionali per la “Selección” argentina quella del 27 giugno (data italiana) sarà la terza finale consecutiva, dopo il Mondiale brasiliano del 2014 e la Coppa America giocata proprio in casa del Cile l’anno scorso, purtroppo per i tifosi argentini in entrambe le occasioni l’Albiceleste è arrivata sempre seconda. Nel match contro gli USA, Messi entra definitivamente nella storia con una punizione magistrale divenendo il più grande marcatore di sempre della propria nazionale con ben 55 reti, sorpassando Batistuta e trascinando assieme ai propri compagni una inarrestabile Argentina. I numeri della squadra del Tata Martino parlano chiaro; 18 gol fatti e solo 2 subiti e ben 5 vittorie su 5. Durante la semifinale il solo che riesce a fermare la “Pulga” argentina è un tifoso con la maglia bianco celeste che dopo una pacifica invasione di campo si inginocchia al cospetto del giocatore più forte al mondo per chiedergli l’autografo.
ROJA MARAVILLA – Dopo aver sconfitto il Messico 7 a 0 in una partita perfetta, la Roja torna ai livelli della Coppa America dell’anno scorso e si conferma nella semifinale ai danni dei Cafeteros. Una partita segnata da un temporale biblico che alle 20.15 ora locale, interrompe la seconda semifinale del torneo, costringendo a riprendere solamente 2h25’ dopo; una lunga pausa che comunque non cambia il risultato, infatti la formazione guidata da Pizzi controlla la gara fino al fischio finale. Il Cile punta dunque a replicare il successo del 2015 con la vittoria del Centenario, cercando di agguantare nuovamente il titolo ad un anno di distanza, beffando così l’Argentina che non alza il trofeo da ben 23 anni.
DÉJÀ VU – LA FINALISSIMA – Non poteva che essere diversamente, infatti, le due formazioni guidate entrambe da CT argentini, hanno dimostrato il miglior calcio durante il torneo, anche se il Cile ha avuto un inizio più lento. Alle 02:00 del mattino (ora italiana) a East Rutherford si disputerà la finale del torneo che per molti argentini ha il sapore di una dolce vendetta; dopo appena dodici mesi, infatti, le due nazionali sudamericane si sfideranno nuovamente.
Nel 2015 come detto, ad averla vinta fu il Cile, che soffiò ai rigori il titolo all’Argentina solo dopo i 90 minuti regolari, (nel torneo più longevo al mondo non son previsti i tempi supplementari). Le due nazionali sudamericane si sono già affrontate in questo torneo, essendo state inserite entrambe nel girone D, nella partita d’esordio i ragazzi capitanati dall’attuale pallone d’oro in carica hanno avuto la meglio vincendo per 2 a 1. L’Argentina per la finale di New York non potrà contare sul Pocho Lavezzi, infatti quest’ultimo durante la semifinale per evitare che un pallone finisse in fallo laterale, ha urtato con violenza contro i cartelloni pubblicitari procurandosi la frattura del gomito.
VENTI DI CAMBIAMENTO IN SUD AMERICA – Le relazioni tra i due paesi risultano essere piuttosto controverse, visto l’isolazionismo che contraddistingue particolarmente il Cile; il paese andino dimostra uno spiccato interesse nello stringere alleanze con il pacifico ed il mercato asiatico, piuttosto che con i paesi confinanti, indirizzando le esportazioni nazionali attraverso una importante area di libero scambio, ovvero, la (TPP) Trans Pacific Partnership. Con l’Argentina i rapporti comunque si stanno lentamente assestando in favore di una alleanza in grado di unire le forze economiche per dare maggiori certezze sia sul piano continentale che su quello internazionale.
In questo momento, in Sud America, ci troviamo in un periodo di forti incertezze e di leadership vacante. Sarebbe importante per il continente rafforzarsi a livello politico, anche attraverso una unione economica ancora più salda. I paesi latinoamericani infatti sono strettamente legati fra di loro ma condizionati dai diversi ritmi produttivi, l’esito positivo nei prossimi anni dipenderà proprio dalla capacità di equilibrare tali dislivelli, limitando la dipendenza dall’esterno, sfruttando le risorse interne ed infine suscitando meno timori e più sicurezze fra i vicini. Il continente ha bisogno di stabilità politica e sociale.
Damiano Greco
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più
Comunque vada la nazionale vincente di questa edizione non otterrà il pass per la prossima Confederation Cup che si terrà in Russia nel 2017, visto che il Cile vincendo la Copa América in casa l’anno scorso ha già acquisito il diritto di partecipazione.[/box]
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