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Marocco e Algeria preoccupano la regione

Caffè lungo – Le tensioni tra Marocco e Algeria hanno raggiunto un nuovo apice nei mesi scorsi. Agli scontri retorici si sono aggiunte le schermaglie nel Sahara Occidentale, con ripercussioni anche nel Sahel e nei rapporti con le potenze internazionali e le Monarchie del Golfo.

1. BOTTA E RISPOSTA TRA RABAT E ALGERI

Le relazioni, o meglio le tensioni, tra Marocco e Algeria seguono l’andamento dei fiumi carsici, i quali scendono sotto la superficie per poi riaffiorare alla luce del sole. Da novembre ad oggi lo scontro tattico e dialettico tra le due potenze del Maghreb è riemerso con un impeto che non si osservava da 45 anni, cioè da quel lontano 1976 in cui i due Paesi entrarono in scontro diretto presso il confine di Amghala, all’inizio della sollevazione nel Sahara Occidentale. Così negli ultimi mesi alcuni media algerini hanno concentrato gli attacchi contro le AutoritĂ  marocchine. Gli attacchi hanno fatto leva non solo sulla violazione degli accordi nel Sahara Occidentale, ma anche sul riconoscimento di Israele, presentando addirittura una versione caricaturale del Re marocchino Mohammed VI che ha destato scalpore a Rabat. I media del Marocco, a loro volta, hanno accusato Algeri d’ingerenza negli affari interni del Paese e hanno acceso l’allarme nell’opinione pubblica, segnalando come una potenziale invasione militare algerina potrebbe rapidamente arrivare alle porte di Rabat. Ma osservando la recente ondata di tensioni si possono desumere almeno tre livelli di cause: interne, esterne e intermedie, per ciò che riguarda il Sahara Occidentale. Internamente entrambi i Paesi stanno attraversando una fase di crisi economica, legata al crollo del turismo per il Marocco e al calo delle rendite da idrocarburi per l’Algeria. Quest’ultima poi deve fare i conti con lo scontro politico innescato dalle proteste che avevano portato alla caduta di Bouteflika nel 2019 e mai veramente lenito. In quest’ottica le tensioni con il rivale storico aiutano a distrarre l’opinione pubblica dal malessere interno.

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Fig. 1Manifestazione di contadini marocchini contro il loro sgombero da una zona di confine occupata dall’Algeria a seguito dell’applicazione del trattato sul confine tra i due Paesi, 18 marzo 2021

2. IL KASHMIR AFRICANO

Ci sono innumerevoli analogie tra la regione del Kashmir-Jammu e il Sahara Occidentale, tra cui l’indipendentismo, il controllo militare esterno e la presenza di missioni ONU svuotate d’influenza reale. Ma ciò che salta ancora piĂą all’occhio è come entrambe le regioni fungano da catalizzatore delle tensioni tra le due potenze confinanti. Dal 1975 a oggi quasi tutte le dispute tra Marocco e Algeria hanno avuto origine nell’ex-colonia spagnola su cui Rabat mantiene il controllo manu militari a scapito del movimento di liberazione Sahrawi, meglio conosciuto come Fronte Polisario, che riceve ospitalitĂ  e supporto dall’Algeria fin dalla sua nascita. Così quando nel novembre scorso l’Amministrazione Trump ha riconosciuto la sovranitĂ  di Rabat sul Sahara Occidentale le schermaglie si sono riaccese tra Polisario ed esercito marocchino attorno al valico di Guerguerat, zona smilitarizzata secondo l’accordo ONU del 1991 e unica arteria stradale che collega il Marocco alla Mauritania e al resto dell’Africa occidentale. In seguito a delle proteste l’esercito marocchino aveva inviato delle unitĂ  a Guerguerat a novembre, provocando la reazione del Fronte Polisario, che a gennaio ha bombardato il valico. Quest’azione poco piĂą che dimostrativa, però, si accompagnava con l’irritazione algerina nei confronti della decisione di Washington e della crescente influenza internazionale del Marocco. In tutta risposta Algeri aveva dato il via, sempre a fine gennaio, a una serie di manovre militari nei pressi del confine tra i due Paesi e vicino a Tindouf, campo profughi e sede in esilio del Fronte Polisario.

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Fig. 2 – Un veicolo militare marocchino al valico di Guerguerat in seguito all’azione del Fronte Polisario, 26 novembre 2020

3. TUTTI I FRONTI INTERNAZIONALI

La sfida tra Marocco e Algeria non è confinata al Maghreb, ma va a toccare anche Africa, Medio Oriente e la dimensione internazionale. A febbraio il Marocco ha partecipato per la prima volta a un incontro del G5 Sahel (forum che raggruppa Mali, Niger, Burkina Faso, Mauritania e Ciad), dove l’Algeria mantiene da anni una discreta influenza. In quell’occasione il Primo Ministro marocchino el-Othmani ha suggerito una partecipazione piĂą attiva alla lotta contro il terrorismo nel Sahel, venendo così incontro a una richiesta abbastanza chiara di Parigi. Sebbene non ne sia chiara l’entitĂ , qualsiasi presenza marocchina nel Sahel è vista come fumo negli occhi per Algeri, che ha prontamente risposto all’ipotesi accusando Rabat di “intossicare” il clima nella regione. Sempre restando nel continente la rotazione ai vertici del Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Unione Africana ha ridotto l’influenza algerina a favore di quella marocchina, anche con il passaggio dalla presidenza sudafricana, Paese alleato di Algeri, a quella congolese, nazione piĂą vicina a Rabat. Sul fronte mediorientale entrambi gli Stati hanno mantenuto relazioni tanto con l’asse saudita-emiratino, quanto con quello turco-qatariota. Rabat tuttavia ha rilanciato le relazioni con Arabia Saudita ed Emirati nel corso del 2020 per evitare di essere isolata dall’Algeria, che a sua volta ha intensificato sempre di piĂą i rapporti con la Turchia dopo la prima visita di Erdogan nel Paese a gennaio 2020. Sul piano internazionale, invece, gli sviluppi sono ancora limitati. Sebbene il Presidente Biden voglia giocare un ruolo piĂą neutrale rispetto al suo predecessore, sembra improbabile che riveda la decisione sul Sahara Occidentale, poichè legata al riconoscimento d’Israele. Le questioni algero-marocchine inoltre sono ben lontane dalle prioritĂ  americane. La Cina sembrerebbe essere il mediatore ideale, come paventato da alcuni media, per via dei crescenti legami economici con entrambe i Paesi. Tuttavia questa rimane solo un’ipotesi per ora e potrebbe rimanere tale visto il disinteresse cinese a entrare nelle questioni politiche della regione.

Corrado Cok

Immagine di copertina: “The Sahrawi refugees – a forgotten crisis in the Algerian desert” by EU Civil Protection and Humanitarian Aid is licensed under CC BY-SA

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Corrado Cok
Corrado Cok

Spirito mittleuropeo e cuore mediterraneo, con una triennale in diplomazia ed un master in risoluzione dei conflitti del King’s College. Dopo Rabat e Parigi, ho lavorato per un anno a Bruxelles nel settore dell’advocacy su questioni legate a conflitti e processi di pace. Ora ho iniziato a fare esperienza sul campo tramite un progetto umanitario in Gibuti. Le aree del mondo di cui sono appassionato sono Medio Oriente, Nord Africa e, da qualche tempo, anche Africa occidentale ed orientale.

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