AstroCaffè – Il razzo Long March-2F ha lanciato il nuovo laboratorio spaziale cinese Tiangong-2 il 15 settembre scorso. Il veicolo spaziale è solo una delle tappe che Pechino intende compiere per affermarsi come potenza spaziale completa.
CAMBIO DI PROGRAMMA – La Cina aveva intenzione di lanciare il Tiangong-2 nel 2013 o, al piĂą tardi, nel 2014. Tuttavia, il successo del Tiangong-1 e il relativo allungamento della vita operativa hanno fatto cambiare idea ai vertici dell’ente spaziale del Paese. La missione del nuovo laboratorio orbitale con equipaggio è stata resa piĂą complessa, con l’obiettivo principale di fare da vero precursore tecnologico per la futura stazione spaziale prevista per i prossimi anni Venti. A bordo del Tiangong-2 saranno condotti esperimenti scientifici sull’uso di diversi materiali nello spazio, oltre a quelli “classici” sulla biologia. Il laboratorio è dotato di un braccio robotico per testare le manovre necessarie all’assemblaggio orbitale, procedura che serve a costruire stazioni spaziali in orbita. Il primo equipaggio composto da due persone è previsto per ottobre prossimo.
Fig. 1 – L’edificio per l’assemblaggio dei razzi alla base spaziale cinese di Jiuquan
DIMOSTRAZIONE DI FORZA – Pechino è stata lasciata fuori, per ragioni squisitamente geopolitiche, dai maggiori programmi spaziali in corso. Prima fra tutti, la Stazione spaziale internazionale. Questo comporta non avere accesso agli innumerevoli benefici scientifici e tecnologici che il lavoro a bordo della ISS ha garantito, e continua a garantire, ai Paesi partner nel corso degli ultimi sedici anni. Un altro esempio è l’esclusione dal programma satellitare europeo Galileo: dopo iniziali accordi con la Commissione Europea, quest’ultima ha deciso di proseguire da sola a seguito di pressioni statunitensi. La Cina ha perciò deciso di aumentare i fondi alla propria agenzia spaziale, per essere seconda a nessuno, e in prospettiva futura dominare, nel settore. Ha investito in un proprio sistema di navigazione e posizionamento satellitare, in piattaforme per l’osservazione della Terra a scopi scientifici e per la Difesa e, non ultima, una sonda per l’esplorazione lunare con relativo rover. La storia del settore spaziale insegna, però, che niente come le missioni con equipaggio ha la capacitĂ di attirare supporto e finanziamenti, oltre a vantaggi d’immagine che si traducono in politici. L’atterraggio sulla Luna del 20 luglio 1969, permise agli Stati Uniti di inferire un pesante colpo all’Unione Sovietica, in un periodo in cui essa era avvantaggiata dalla guerra in Vietnam da molti punti di vista. La Cina questo lo sa, e investire in una stazione spaziale autonoma è un chiaro messaggio.
Fig. 2 – Il vettore Long March-2F sulla rampa di lancio con a bordo il Tiangong-1Â
SPIRAGLI DI COOPERAZIONE – Il programma spaziale cinese con equipaggio, nonostante le apparenze, giĂ a oggi non è del tutto autonomo. Ad esempio, esiste una poco conosciuta collaborazione con l’Italia. L’ASI (Agenzia spaziale italiana) ha messo a disposizione di Pechino la propria base spaziale di Malindi (Kenya) per il tracciamento del Tiangong-1 prima e del Tiangong-2 adesso. I dati della base, sono molto utili all’ente spaziale cinese per monitorare i parametri orbitali dei propri laboratori. Niente impedisce che l’accordo possa proseguire con futura stazione spaziale. Inoltre, la Cina, tramite le Nazioni Unite, ha aperto alla possibilitĂ di avere esperimenti esteri a bordo, nonchĂ© all’aggancio di moduli di altre agenzie spaziali che volessero collaborare al progetto cinese. L’iniziativa manca ancora di concretezza sia per quanto concerne gli eventuali termini della cooperazione, sia la volontĂ di altri Paesi a partecipare. Tuttavia, alcuni accordi preliminari sembrano giĂ esserci con Russia e ESA (European Space Agency – Agenzia spaziale europea). Quest’ultima ad esempio, avrebbe iniziato a far studiare ai suoi astronauti la lingua cinese. Forse, per eventuali missioni congiunte. Un’ipotesi affascinante, ma non esente da incognite, una su tutte l’atteggiamento degli Stati Uniti che usciranno dalle prossime elezioni presidenziali.
Video 1 – Il lancio del Tiangong-2
Emiliano Battisti
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
Il Tiangong-2 è lungo 10,4 metri con un diametro di 3,35. La massa arriva a 8,6 tonnellate. Orbita la Terra a circa 400 chilometri (piĂą o meno l’altezza della ISS, ma con inclinazione orbitale diversa). La Cina ha resa ufficiale la perdita di controllo del Tiangong-1. Il rientro nell’atmosfera è previsto per il 2017. L’ente spaziale cinese ha annunciato di farsi carico dell’avviso sul luogo dell’impatto. AstroCaffè se n’era occupato in questo articolo. [/box]
Foto di copertina di Sam Ose / Olai Skjaervoy Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License