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Lo USS Zumwalt (DDG-1000), primo dei nuovi cacciatorpediniere USA

In 3 sorsi (MS) – Recentemente ultimato, lo USS Zumwalt, primo del suo genere, si appresta ad prendere il suo posto nei ranghi della US Navy come la nave più tecnologicamente avanzata mai realizzata. 

PROSSIMO AL VARO – Il 15 ottobre prossimo in programma il varo della nave più moderna dell’intera flotta militare statunitense, nonché la prima di una nuova classe di cacciatorpediniere: lo USS Zumwalt (DDG-1000). Costato circa 4,4 miliardi $, il che lo rende anche la nave più costosa mai costruita per la US Navy, è dotato di sistemi e armamenti innovativi ed estremamente avanzati dal punto di vista tecnologico. Tutti questi sistemi gli consentono di essere molto veloce, in grado di nascondersi dai radar nemici e di attaccare dalla lunga distanza con forza e precisione. La prima cosa che si nota osservando la linea dello Zumwalt è il suo scafo. Quest’ultimo è infatti di tipo tumblehome, reintroduce la campanatura sulle imbarcazioni miltari (quell’architettura in cui la larghezza massima della nave è sulla linea di galleggiamento e diminuisce andando verso l’alto) ed è dotato di una prua invertita che permette all’imbarcazione di tagliare attraverso le onde garantendole una velocità di navigazione notevole di circa 30 nodi (56 km/h). In aggiunta, è dotata di elevate capacità stealth. La sua sezione radar equivalente (radar cross section, o RCS) la rende più difficile da individuare a lunga distanza e i materiali di cui è composta e la forma particolare dello scafo la rendono fino a 50 volte più difficile da individuare su un radar rispetto a un cacciatorpediniere convenzionale. Infine, un altro dei punti di forza dello Zumwalt risiede nei suoi armamenti, in particolare nei due Advanced Gun System, o AGS, cannoni da 155mm in grado di sparare proiettili LRLAP (Long Range Land Attack Projectile) a lunga gittata (circa 150 km) e con un margine di errore estremamente limitato (50 m).

Fig. 1 – Cannone AGS in fase di test nel settembre 2009. Quest’arma è in grado di sparare proiettili LRLAP (Long Range Land Attack Projectile) ad una gittata di circa 150 km.

UNA NAVE MULTIRUOLO – I primi anni di vita delle navi della classe Zumwalt, come accade spesso per progetti di sviluppo di nuovi sistemi d’arma di grande portata, come per esempio quello delle Littoral Combat Ships (LCS), sono stati molto travagliati. Inizialmente inquadrati all’interno dei programmi DD-21 (21st Century Destroyer) e SC21 (Surface Combatant for the 21st Century), i nuovi cacciatorpediniere classe DDG-1000 di cui lo Zumwalt è il primo esemplare, sono stati infine sviluppati all’interno del programma DD(X). Dopo numerosi tagli, delle 32 imbarcazioni inizialmente preventivate  verranno realizzate solamente tre: lo Zumwalt (pronto per il varo), il Michael Monsoor (DDG-1001) e il Lyndon B. Johnson (DDG-1002). Progettate come navi multiruolo, gli armamenti delle navi della classe Zumwalt le configurano principalmente come delle ottime piattaforme per fornire supporto di fuoco a terra. L’obiettivo della US Navy è, nonostante l’esiguo numero di unità programmate, di impiegarle per ricoprire almeno in parte il ruolo di navi particolarmente efficaci nel bombardamento navale di obiettivi terrestri. Con i due cannoni AGS e i missili a lungo raggio di cui dispone, lo Zumwalt potrà fornire supporto di precisione contro bersagli ad alta priorità, come, per esempio, centri di comando, basi aeree o navali e fortificazioni costiere nemiche in caso di operazioni di sbarco oppure anche contro obiettivi situati più in profondità nell’entroterra del territorio avversario. Nonostante ciò, se necessario, i cacciatorpediniere classe Zumwalt sono comunque in grado di scontrarsi con il naviglio di superficie e i sottomarini nemici e anche difendersi dalle le forze aeree avversarie. È ovvio che una nave del genere non è stata prodotta per operare in supporto a forze coinvolte in operazioni di counterinsurgency o di counterpiracy. Lo Zumwalt è una nave da guerra nel senso “convenzionale” della parola, progettata per prendere parte ad un conflitto ad alta intensità contro un nemico di pari livello e impiegare il proprio armamento per arrecarvi il maggior danno possibile.

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Fig. 2 – L’incrociatore missilistico USS Philippine Sea (CG 58) in navigazione nel Golfo Arabico in fase di lancio di un missile Tomahawk contro bersagli  dell ISIS in Siria. Lo USS Zumwalt, con i suoi tubi di lancio verticali e le due AGS è equipaggiata per condurre operazioni simili.

IL FUTURO DELLO ZUMWALT –  Il giorno della consegna dello Zumwalt è ormai prossimo. Una volta che anche lo USS Michael Monsoor e lo USS Lyndon B. Johnson saranno completati, la US Navy potrà schierare tre navi in grado di aumentare considerevolmente le proprie capacità di supporto di fuoco navale a terra. Secondo quanto deciso dai vertici della Difesa e della Marina statunitense, lo Zumwalt, in particolare, verrà dispiegato nel Pacifico alla base navale di San Diego, il teatro ideale per questo tipo di imbarcazione. La presenza di numerose installazioni navali (Pearl Harbor, Guam, Singapore) e di stati alleati degli Stati Uniti, lo renderebbe infatti un asset di grande valore per proiettare la forza in un contesto geografico in cui il ricorso alle operazioni anfibie sarebbe estremamente frequente, se non necessario, e l’applicazione supporto di fuoco navale vitale per il loro successo. Da un punto di vista operativo, inoltre, lo Zumwalt si potrebbe trovare a operare a stretto contatto con altre unità della US Navy, tra cui quelle appartenenti alle Littoral Combat Ships, o LCS. Navi di piccole dimensioni, sono state progettate per essere estremamente agili, veloci e versatili e sono specializzate nell’operare, appunto, lungo coste e litorali. Armate leggermente, ma equipaggiate con diversi sistemi d’arma, tra cui numerosi sistemi senza pilota, sia marittimi che aerei, le LCS non sono adatte a sostenere un combattimento ad alta intensità, ma per operazioni principalmente di supporto. Tra di esse, per esempio, operazioni di sminamento, ASW (Anti-Submarine Warfare) e di trasporto truppe, grazie agli hangar per elicotteri e ai bacini allagabili per lo sbarco di mezzi anfibi. In caso di conflitto, è quindi plausibile ipotizzare un impiego congiunto dei due tipi di navi: i cacciatorpediniere classe Zumwalt, assieme alle altre forze navali e aeree della US Navy o del corpo dei Marines, sosterrebbero il grosso del combattimento, attaccando e neutralizzando i bersagli terrestri nemici e aprendo la strada alle unità da sbarco, mentre le LCS fornirebbero supporto ai contingenti da sbarco pattugliando la costa e neutralizzando le minacce di minore portata. Infine, “in attesa” di un conflitto, potrebbe però essere possibile assistere all’impiego dello USS Zumwalt in azione in un altro contesto: nel RIMPAC, la maggiore esercitazione navale al mondo che ha luogo annualmente nell’oceano Pacifico e che vede la partecipazione delle marine militari di diverse nazioni. L’occasione potrebbe rivelarsi molto utile sia per la US Navy che per gli osservatori internazionali, in quanto potrebbe fornire le prime informazioni riguardo le capacità e potenzialità di questa nave di operare congiuntamente col resto della flotta in uno scenario di guerra.

Riccardo Frigerio

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

In sostituzione di uno dei due AGS, la US Navy ha in programma di equipaggiare il Lyndon B. Johnson (DDG-1002), l’ultima delle navi di classe Zumwalt in produzione, con un cannone a rotaia, o railgun. In grado di sparare un proiettile convenzionale a Mach 7 fino ad una distanza di circa 160 km, necessita però di un’enorme quantità di energia elettrica per funzionare. Energia della quale dispongono, al momento, solamente le navi della classe Zumwalt, capaci di generarne circa 80MW. [/box]

Foto di copertina di Official U.S. Navy Imagery Rilasciata su Flickr con licenza Attribution License

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Riccardo Frigerio
Riccardo Frigerio

Nato in provincia di Varese, classe 1990, mi sono laureato nel dicembre 2014 alla facoltà di Scienze linguistiche dell’Università Cattolica di Milano con una specializzazione in relazioni internazionali. Ho sempre amato tutto ciò che riguarda sicurezza, difesa ed affari militari e ciò mi ha spinto a scrivere entrambe le mie tesi su argomenti affini: la prima riguardo il contrasto alla pirateria marittima in Somalia e la seconda sull’impiego degli Unmanned Systems aerei, terrestri e marittimi nei conflitti moderni. Il mio grande sogno è di potermi costruire una carriera in questi campi, magari prima frequentando un master all’estero. Cose serie a parte, sono un grande amante del cinema (amo il cinema di fantascienza) e della lettura, in particolar modo delle opere di Tom Clancy e Isaac Asimov. Dalla fantascienza deriva una mia altra grande passione, ovvero l’astronomia e, in generale, tutto ciò che riguarda lo spazio: Elon Musk per me è un mito.

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