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Attacco chimico in Siria

In Siria, il recente uso di armi chimiche contro la popolazione civile nel villaggio di Khan Sheikoun, nella zona di Idlib, appare essere confermato. Molto più difficile è invece stabilire chi sia stato a farlo

Mentre l’opinione pubblica sui social si divide tra tifosi pro-Assad o contro-Assad in una discussione ad alto grado di retorica e di ragionamenti superficiali, l’unica cosa chiara è che sarà difficile ottenere conferme in un senso o nell’altro data la natura stessa dell’evento e l’impossibilità di verifiche indipendenti. E notiamo pure come, a questo punto del dibattito, perfino prove certe verrebbero non credute da una parte dell’opinione pubblica stessa.
Appare comunque altamente improbabile che l’aviazione siriana abbia colpito un deposito o laboratorio di armi chimiche, come suggerito da alcuni ieri e riproposto oggi dal Governo siriano. Chimicamente l’esplosione non avrebbe provocato la dispersione osservata e lo shock termico dell’esplosione avrebbe degradato il gas: forse si sarebbero prodotte scorie, ma il gas stesso non sarebbe sopravvissuto e gli effetti sulla salute sarebbero stati differenti. Inoltre il sarin non viene generalmente stoccato pronto all’uso: si degrada naturalmente piuttosto velocemente: i componenti vengono dunque prodotti e stoccati separatamente e uniti solo nel munizionamento finale. Questo non ci dice chi possa averlo usato, ma ci dice che la possibilità di tale supposto “incidente” non appare realistica.
Altro elemento ormai evidente è che l’arsenale chimico siriano che doveva essere stato messo in sicurezza o smantellato dal 2013 in realtà è almeno in piccola parte ancora a disposizione di almeno una delle parti in causa. E che alcuni attori locali, chiunque essi siano, non hanno remore ad usarlo – e in questo usare il punto di vista occidentale per cercare di spiegare chi possa o non possa averlo fatto non ha molto senso.
Terminiamo con una piccola riflessione. Oggi si tende a criticare la decisione dell’ex-presidente USA Barack Obama che nel 2013 rifiutò di intervenire militarmente in occasione del primo uso di armi chimiche in Siria. Per quanto gli errori dell’amministrazione Obama in politica estera siano numerosi, va anche detto che in quell’occasione l’opinione pubblica mondiale (inclusa una buona parte di quella USA) era contraria a tale intervento. E oggi assistiamo a critiche sulla sua decisione di non intervenire allora mosse da persone che in quegli anni spingevano proprio per non intervenire.

Lorenzo Nannetti 

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
Sugli eventi del 2013 e sullo smaltimento allora delle armi chimiche siriane vi riproponiamo l’articolo che pubblicammo allora [/box]

Foto di copertina di EU Civil Protection and Humanitarian Aid rilasciata con licenza Attribution-NoDerivs License

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Lorenzo Nannetti
Lorenzo Nannetti

Nato a Bologna nel 1979, appassionato di storia militare e wargames fin da bambino, scrivo di Medio Oriente, Migrazioni, NATO, Affari Militari e Sicurezza Energetica per il Caffè Geopolitico, dove sono Senior Analyst e Responsabile Scientifico, cercando di spiegare che non si tratta solo di giocare con i soldatini. E dire che mi interesso pure di risoluzione dei conflitti… Per questo ho collaborato per oltre 6 anni con Wikistrat, network di analisti internazionali impegnato a svolgere simulazioni di geopolitica e relazioni internazionali per governi esteri, nella speranza prima o poi imparino a gestire meglio quello che succede nel mondo. Ora lo faccio anche col Caffè dove, oltre ai miei articoli, curo attività di formazione, conferenze e workshop su questi stessi temi.

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