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Venezuela, tensione altissima e crisi nei rapporti con il Mercosur

Il Mercosur, mercato comune dell’America Latina, ha aperto le porte al Paese a pieno titolo nel 2012, ma gli eventi recenti rischiano di sfaldarne l’accordo, isolando il Venezuela e mostrando passi indietro rispetto a un’integrazione storicamente agognata

VENEZUELA E MERCOSUR, UNA CRISI INSOSTENIBILE – È dal 2011 che la situazione in Venezuela sta degenerando sotto molteplici punti di vista. Dopo la crisi del 2008 e la caduta del prezzo del petrolio, il Venezuela ha mostrato delle carenze strutturali interne che hanno rivelato tutta la propria fragilità economica. L’esplosione vera e propria della situazione è avvenuta l’anno scorso, quando l’inflazione è esplosa, raggiungendo livelli insostenibili (nel 2016 ha toccato l’800 %). Le politiche monetarie espansive attuate hanno portato, oltre a non poter vivere con una valuta che fluttua in questo modo, a varie recessioni, una crisi umanitaria e sanitaria generalizzata e a un’esplosione di corruzione e criminalità, che già rappresentavano un problema per il Paese.

Ciò è avvenuto in quanto, nonostante i grandi sforzi per abbattere povertà e disuguaglianza, da Chavez in poi si è sfruttato il boom delle vendite di petrolio, abbattendo in maniera miope opportunità per investimenti privati (proprietà privata, leggi a tutela del mercato e infrastrutture deboli). L’enorme crisi umanitaria ha portato in strada migliaia di persone che chiedono un cambio di governo e interventi per cambiare la situazione (a testimonianza della gravità del momento il conto dei morti per mano dello scontro civile sono saliti a 24). Nel frattempo, in parlamento le opposizioni hanno conquistato (dicembre 2015) 112 seggi su 167. Da allora la loro battaglia si è fatta molto dura, chiedendo anche la scadenza prematura del mandato di Maduro, e ciò ha contribuito a creare un’escalation di scontri istituzionali. A marzo la corte suprema di giustizia ha votato per esautorare il parlamento per oltraggio al presidente, creando un’ondata di proteste, per poi rivedere la sua posizione. Inoltre quest’aprile, il leader dell’opposizione Enrique Capriles è stato interdetto dalla politica per quindici anni per una contestata accusa di corruzione. Insomma la situazione è tesissima e c’è chi dice che i giorni di Maduro siano contati, ma, grazie a un esercito ancora fedele, all’appoggio di uno zoccolo duro elettorale, giudiziario e di qualche nazione amica, in questo momento vi è ancora un fragile stallo.

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Fig. 1 – Recenti manifestazioni contro Maduro

LE OPPORTUNITÀ DEL MERCOSUR – Il Mercosur, organizzazione internazionale nata nel 1991, è l’ambizioso progetto politico della creazione di un mercato comune sud-americano, attraverso varie fasi di crescente integrazione. Attualmente i membri a pieno titolo sono: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela. Proprio il Venezuela ha sempre avuto un rapporto complicato con l’organizzazione. Dopo aver fatto richiesta durante il governo Chavez nel 2004, il Venezuela è stato ammesso a titolo definitivo nel 2012. Promesse di ammorbidimento del radicalismo e rifornimenti di petrolio avrebbero evitato al Venezuela un isolamento commerciale che altrimenti lo avrebbe sfavorito. L’ammissione è stata possibile grazie alla sospensione del Paraguay, sempre critico per le violazioni di diritti umani nel territorio. Da allora il Mercosur, specialmente dopo l’elezione di Mauricio Macri in Argentina, è stato luogo di dibattiti e accuse riguardanti il Venezuela, che è riuscito tuttavia a non essere messo più di tanto in discussione grazie al sostegno del governo brasiliano. Nel frattempo, tuttavia, il Paese continuava a non garantire la giusta trasparenza e il corretto impegno verso una concordata integrazione. Tutto gestibilefino all’anno scorso, con l’esplosione della crisi, che non solo ha fatto emergere con prepotenza i problemi legati al Venezuela, ma che ha iniettato di vigore il dibattito politico di molti Paesi sudamericani, alle prese con gravi questioni economiche e scandali vari.

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Fig 2. – Nel Mercosur si discute la questione venezuelana

LONTANI DA UNA CONCILIAZIONE, POSIZIONI DIVERGENTI – Dopo numerosi richiami e una notifica, nel dicembre 2016 il Venezuela è stato ufficialmente sospeso dal Mercosur, rendendo la situazione del Paese all’interno dell’organizzazione in stallo e facendone decadere il diritto di voto. La causa ufficiale è il fallimento del raggiungimento di obiettivi sia economici sia democratici, ma, analizzando il funzionamento dell’organizzazione antecedente al fatto, si può dire che, dato il concitato momento ed il contesto politico continentale divenuto meno favorevole a Caracas, la presenza del Venezuela era diventata meno sensata e ingombrante. Nel frattempo numerosi fatti politici si sono susseguiti, uno in particolare ha attirato l’attenzione del Mercosur: l’esautorazione, poi ritirata, del parlamento e la concentrazione di potere nelle mani di Maduro. Cosi, da richiesta esplicita argentina (lo stesso presidente Macri si è sempre esposto personalmente contro il governo Maduro, dichiarato dittatoriale) il 3 aprile si è svolto un meeting di emergenza, con oggetto la situazione venezuelana. Da esso è scaturita la decisione di applicare al Venezuela la cosiddetta “clausola democratica”. A pena espulsione dal Mercosur, il Paese dovrà ristabilire una chiara separazione dei poteri (particolare riguardo va al sistema giudiziario), garantire uno stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Nel fare ciò il Venezuela dovrà indire entro l’anno le elezioni regionali e municipali, in precedenza sospese dal governo, e rilasciare alcuni prigionieri di natura politica.

La risposta del governo non si è fatta attendere e, tramite il ministro degli esteri Delcy Rodriguez, Maduro si difende dalle accuse parlando d’ingerenza non dovuta delle illegittime destre sudamericane e di chi agisce tramite di esse, ossia gli Stati Uniti. Allo stesso tempo la comunità internazionale non vede schierate solo forze d’accusa; Maduro trova sostegno nelle dichiarazioni di Paesi come Bolivia e Cuba (il caso Cuba è particolare, in quanto il recente avvicinamento agli Stati Uniti ha aperto nuove possibilità a un Paese che è sempre dipeso fortemente, in particolare energicamente, dal Venezuela), nonché nell’appoggio di figure legate alla società civile di sinistra in tutto il Sud America. In attesa di come andrà a finire, lo scorso 19 aprile si è svolta una delle più grandi contestazioni anti governative della storia VenezuelanaCome si evolverà la situazione? Si tratta dell’inizio della fine di Maduro o si troverà un accordo o una soluzione più moderata? E quale sarà il futuro economico e politico dell’organizzazione del mercosur, anche alla luce delle vicende interne dei paesi che ne fanno parte?

Mario Lorenzo Janiri

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più 

L’Organizzazione degli Stati Americani, cui partecipa pressappoco tutto il continente, dal Canada all’Argentina, ha espresso molta preoccupazione per la situazione venezuelana e ha ufficialmente chiesto al Paese di ripristinare l’ordine costituzionale. [/box]

Foto di copertina di Julio César Mesa Licenza: Attribution-NoDerivs License

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Mario Janirihttp://ilcaffegeopolitico.org

Nato a Roma nel 1994, laurea triennale in “Economia Aziendale e Management” conseguita a Milano, Bocconi. Sono attualmente iscritto a un corso specialistico riguardante Economia e Politiche pubbliche. Mi sono spinto a collaborare con il Caffè Geopolitico per la mia passione per politica, relazioni internazionali ed economia. Sono un amante delle lingue, conosco l’inglese, lo spagnolo e sto studiando portoghese. Altri interessi comprendono la musica, i viaggi e il cinema.

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