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Fukushima riaccende lo scontro tra Giappone e Corea del Sud

Caffè Lungo – A 10 anni dal disastro il Giappone ha deciso di rilasciare l’acqua contaminata. Non si sono fatte attendere le proteste, su tutte quelle del Governo e dell’opinione pubblica sudcoreana.

IL RILASCIO DELL’ACQUA CONTAMINATA

Il Giappone ha annunciato il rilascio di 1,25 milioni di tonnellate di acqua radioattiva (trattata) dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nell’Oceano Pacifico. Lo smaltimento dovrebbe iniziare tra 2 anni e l’intero processo potrebbe richiederne circa 40. Il Primo Ministro giapponese Suga ha affermato che si tratta di una soluzione “realistica” e ha tenuto a ribadire che tutti gli standard di sicurezza saranno rispettati. L’acqua sarà rilasciata solo dopo essere stata purificata. La Tokyo Electric Power Co. (TEPCO), proprietaria dell’impianto e che gestisce lo smaltimento degli isotopi radioattivi, ha comunicato che lo spazio di stoccaggio finirà entro il 2022, rendendo il rilascio inevitabile. Numerose organizzazioni ambientaliste sostengono invece che c’è spazio per serbatoi aggiuntivi nei terreni adiacenti l’impianto di Fukushima, che consentirebbe agli isotopi radioattivi di decadere naturalmente guadagnando tempo per lo sviluppo di nuove tecniche di trattamento. Greenpeace ha presentato alternative agli attuali piani di smaltimento, comprese opzioni per arginare l’aumento di acqua contaminata. Mentre il Governo giapponese e la TEPCO hanno posto l’attenzione sul trizio, sostenendo che le centrali nucleari in tutto il mondo stanno scaricando acqua contaminata che contiene questo isotopo (tra le quali USA, Cina e Corea del Sud), gli esperti dell’ONU asseriscono che l’acqua contaminata immagazzinata nei serbatoi di Fukushima conterrebbe non solo trizio, ma anche materiali radioattivi potenzialmente nocivi.

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Fig. 1 – I serbatoi di stoccaggio di acqua contaminata da radiazioni presso la centrale nucleare di Fukushima Daiichi della Tokyo Electric Power Company (TEPCO)

LE PROTESTE DELLA COREA DEL SUD

Per lavorare al piano di smaltimento si discute della formazione di un organo consultivo congiunto, che includa agenzie di Seul e Tokyo, esperti e TEPCO. Tuttavia nelle ultime settimane la tensione tra le parti è salita notevolmente, con la Corea del Sud che dopo l’annuncio ha espresso immediatamente forte contrarietà, annunciando che adotterà tutte le misure necessarie per mantenere il Paese al sicuro e che intende prendere parte attiva agli sforzi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) per vigilare sul rilascio dell’acqua radioattiva. Il Presidente Moon ha anche affermato che presenterà ricorso al Tribunale internazionale del diritto del mare, chiedendo un’ingiunzione che impedisca al Giappone di rilasciare l’acqua contaminata fino a quando il Tribunale stesso non raggiungerà una decisione finale. Anche dal Ministero degli Esteri hanno ribadito che Seul non potrebbe mai accettare una simile decisione “senza un’adeguata consultazione”, ossia senza che la Corea del Sud prenda parte alla valutazione scientifica della sicurezza delle acque trattate. Monta anche la protesta dell’opinione pubblica. Non si fermano le manifestazioni dei gruppi civici anti-nucleari e ambientalisti in tutto il Paese, che denunciano duramente la decisione unilaterale del Giappone, arrivando a etichettarla come “terrorismo nucleare”. Si susseguono anche gli attacchi da parte delle Autorità locali, che definiscono il rilascio programmato di acqua contaminata in mare un crimine contro gli esseri umani e l’ecosistema marino globale.

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Fig. 2 – Membri della Federation of Korean Seafarers’ Unions (FKSU) protestano per la decisione del rilascio dell’acqua contaminata da parte di Tokyo nei pressi dell’ambasciata giapponese di Seul

LE REAZIONI INTERNAZIONALI

La posizione di Seul è stata condivisa da buona parte dell’opinione pubblica internazionale, quantomai scettica verso il piano giapponese. Greenpeace, che continua a scontrarsi con Tokyo dal 2012 portando avanti una campagna contro i piani di scarico dell’acqua contaminata, ha dichiarato senza mezzi termini che la decisione è in aperta violazione degli obblighi legali del Giappone ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).
La Cina ha tenuto a precisare attraverso il Ministero degli Esteri che “il Pacifico non è il bidone della spazzatura del Giappone” e che la disposizione costituirà un (pericoloso) precedente. Altro monito è arrivato dalla Russia, che non nasconde la preoccupazione e si aspetta assoluta trasparenza da parte di Tokyo. Si è unita al coro anche la Corea del Nord, che ha chiesto il ritiro immediato della decisione, definendola una “nuova catastrofe per l’umanità”.
Al contrario, USA e IAEA hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno del Governo giapponese. L’Amministrazione Biden ha espresso il proprio appoggio, descrivendo la scelta “in conformità con gli standard di sicurezza nucleare accettati a livello globale”, mentre l’IAEA si è detta pronta a fornire supporto tecnico per un’attuazione sicura e trasparente del piano. Significativo in questo senso che le quote combinate di USA e Giappone contribuiscono per oltre il 30% del bilancio dell’IAEA. Fa riflettere che Washington, malgrado l’approvazione, mantenga in vigore un divieto alle importazioni di prodotti agricoli e ittici con origine nei pressi di Fukushima, indicandoli come potenzialmente radioattivi. Ancor più controverso, il fatto che l’alert sia stato ripubblicato lo scorso marzo, poco prima che Tokyo decidesse di scaricare l’acqua contaminata. La nuova Amministrazione americana sembra ben lontana dall’abbondonare la visione compartimentata del mondo dell’ex Presidente Trump. Evidente che gli USA si siano schierati con il Giappone per “ragioni diplomatiche”, data la crescente necessità negli ultimi anni della cooperazione di Tokyo nel contenimento della Cina.

Jacopo Genovese

日本の黙示録 – Japan Apocalypse _DDC3778.jpg” by Abode of Chaos is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Forte del sostegno americano e dell’IAEA, il Giappone ha annunciato che nel 2023 avvierà il piano di rilascio dell’acqua radioattiva della centrale nucleare di Fukushima.
  • La decisione ha riacceso lo scontro con la Corea del Sud e potrebbe diventare anche oggetto di giudizio del Tribunale internazionale del diritto del mare.
  • L’annuncio del Governo di Tokyo è stato accolto con forte preoccupazione anche da Corea del Nord, Cina e Russia, nonché dall’industria della pesca giapponese e dalle organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo.

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Jacopo Genovese
Jacopo Genovese

Romano, laureato in scienze economiche per poi scoprire di essere appassionato di geopolitica, che ora studio nel tempo libero. Durante il mio percorso accademico ho sviluppato un marcato interesse per il mercato asiatico studiando l’inesorabile ascesa delle Quattro Tigri Asiatiche e gli aspetti macroeconomici su cui è stato costruito il miracolo asiatico.

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