In 3 sorsi – Il viaggio di Netanyahu in America latina, oltre ad avere obiettivi presenti, potrebbe rappresentare una prima chiave di volta per il futuro prossimo nelle relazioni col principale alleato. E la demografia ne è una spiegazione
1. NETANYAHU TRA RELAZIONI INTERNAZIONALI E DEMOGRAFIA – Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu è partito 8 giorni or sono per una storica visita di Stato in America Latina. Si tratta di un viaggio storico, fino a qualche tempo fa impensabile, soprattutto per la presenza di diversi regimi ostili ad Israele nella regione.
Il primo Paese visitato da Netanyahu è stato l’Argentina del Presidente Macri: una visita particolarmente sentita, dopo gli attentati che tra il 1992 e il 1994 colpirono prima l’Ambasciata d’Israele e in seguito il centro ebraico AMIA. Il cambio di presidenza in Argentina ha significato, anche, un diverso atteggiamento argentino verso il regime iraniano, considerato dalla stessa Interpol il mandate degli attentati del ’92 e del ’94. Gli anni della Presidenza di Cristina Kirchner, sono stati spesso contrassegnati da dure polemiche relative ad un (supposto) accordo segreto tra Buenos Aires e Teheran, avente lo scopo di mettere a tacere il caso AMIA in cambio di accordi commerciali e petroliferi.
Fig. 1 – Un’immagine dell’incontro tra Netanyahu ed il presidente messicano Enrique Pena Nieto
2. IL CASO NISMAN E LE RELAZIONI CON I PAESI LATINI – Su quegli accordi segreti aveva investigato il Procuratore Alberto Nisman, morto misteriosamente nel gennaio del 2015, un giorno prima di testimoniare davanti ad un’ apposita commissione del Parlamento argentino. Recentemente, il caso è stato riaperto e, dopo una nuova autopsia, è stato affermato che sicuramente la morte di Nisman è stato un omicidio. Ovviamente, i sospetti cadono tutti su apparati deviati dei servizi segreti argentini e sul regime iraniano, entrambi interessati a mettere a tacere l’inchiesta.
Fig.2 – Il presidente argentino Mauricio Macri
Dopo il colloquio con Macri in Argentina, Netanyahu ha incontrato il Presidente del Paraguay Horacio Cartes e successivamente ha proseguito il suo viaggio prima in Colombia e poi in Messico. Al centro del dibattito con i leader locali, il rilancio di una cooperazione diplomatica, soprattutto, nel settore della sicurezza e del contrasto del terrorismo. Argomento tanto piĂą significativo quanto piĂą si pensi che, proprio l’America Latina, rappresenta una delle roccaforti del narcotraffico che finanza il movimento terrorista di Hezbollah, considerato da Israele il nemico numero uno.
3. ISRAELE E LA DEMOGRAFIA AMERICANA – C’è però un altro aspetto della visita di Netanyahu in America Latina che, sinora, è stato messo poco in luce: i cambiamenti demografici negli Stati Uniti, primo grande alleato di Israele. Secondo diverse stime, entro il 2050, la popolazione di origine ispanica negli Stati Uniti aumenterĂ notevolmente, costituendo quasi il 30% della popolazione totale. Con la fine della crisi diplomatica con Cuba – probabilmente destinata ad entrare lentamente sotto l’influenza americana – il prevedibile afflusso di popolazione ispanica potrebbe apportare anche un cambiamento di mentalitĂ nella politica estera degli Stati Uniti, focalizzando meno l’attenzione verso il Medioriente (anche considerando la prossima trasformazione degli Usa da importatore ad esportatore di gas). E sta in questo la forza della demografia futura, come Netanyahu sa bene.
Cambiare le relazioni diplomatiche con diversi Paesi dell’America Latina, quindi, rappresenta anche, indirettamente, per Israele un modo per “vincere i cuori” dei numerosi americani di origine ispanica. Questo perchĂ©, nonostante oggi Israele mantenga forti relazioni con diverse altre potenze, anche concorrenti degli Stati Uniti – si pensi alla Cina e alla Russia – il legame con l’America è considerato strategico, per il presente e per il futuro (non solo prossimo). PerchĂ©, come ebbe a dire il Presidente Rivlin qualche tempo fa, le tre prioritĂ della politica estera israeliana hanno tre nomi chiari: “Stati Uniti, Stati Uniti, Stati Uniti“.
Andrea Martire
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