Ristretto – I primi risultati delle elezioni presidenziali in Kirghizistan segnalano una netta affermazione di Sooranbai Jeenbekov, candidato del Partito Social-Democratico (SDP), con il 55% dei voti. Il suo rivale Omurbek Babanov del Respublika Ata-Zhurt si è fermato invece al 34%, smentendo le previsioni pre-elettorali che vedevano un probabile ballottaggio tra lui e Jeenbekov per la presidenza
Secondo alcuni media locali Babanov avrebbe già ammesso privatamente la sconfitta, mentre altri ritengono che l’ex Premier contesterà il verdetto delle urne per via legale, accusando il Governo dell’SDP di brogli e manipolazioni elettorali. In ogni caso appare improbabile che le sue iniziative impediscano a Jeenbekov di accedere alla presidenza. Allo stesso tempo Babanov dovrà guardarsi da possibili provvedimenti della Commissione Elettorale Centrale (CEC) kirghiza, che lo ha ammonito più volte durante la campagna elettorale per supposti comportamenti scorretti.
Jeenbekov prenderà quindi il posto di Almazbek Atambayev, a cui la Costituzione proibisce esplicitamente di presentarsi per un secondo mandato presidenziale. Ciò nonostante, molti analisti prevedono che l’ex Presidente continuerà a reggere le fila della politica kirghiza da dietro le quinte, sfruttando soprattutto gli stretti legami con Jeenbekov, suo Primo Ministro sino all’agosto scorso. Questa imbarazzante continuità è uno dei motivi per cui i kirghizi hanno guardato con scarso interesse alle recenti elezioni presidenziali, arrivando persino a disertare le urne. Secondo la CEC avrebbe infatti votato poco più del 50% degli aventi diritto.
Ad ogni modo le presidenziali di ieri confermano la stabilitĂ politica della repubblica centro-asiatica e la sua relativa democraticitĂ rispetto agli altri Paesi della regione. Questo potrebbe accelerare le attuali trattative in corso tra Governo di Bishkek e Unione Europea per giungere a un nuovo accordo di cooperazione economica e politica. Il Kirghizistan appare dunque sempre piĂą come un importante partner per la politica di Bruxelles in Asia centrale.
Simone Pelizza
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