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Deterrenza nucleare e bombardieri USA: un binomio credibile?

I cambiamenti nello scacchiere internazionale successivi alla caduta del muro di Berlino hanno determinato la necessità per gli Usa di ridefinire l’utilizzo dei propri bombardieri strategici. I velivoli in servizio costituiscono un valido deterrente a possibili minacce nucleari?

 

DALLA GUERRA FREDDA… – I bombardieri strategici per anni hanno costituito la punta di lancia della deterrenza nucleare statunitense – insieme ai missili balistici intercontinentali (ICBM) – potendo colpire i bersagli con poco preavviso in qualsiasi parte del mondo.

Durante la Guerra fredda, infatti, questi velivoli garantivano un’operatività immediata, svolgendo ogni giorno missioni di preallerta vicino ai confini dei Paesi del Patto di Varsavia, pronti a bombardare gli obiettivi assegnati per contrastare l’eventuale “first strike” sovietico.

La struttura organizzativa di appartenenza, lo Strategic Air Command (SAC), venne istituita nel 1946 dalla United States Air Force per la gestione degli armamenti nucleari, contrapposta al Tactical Air Command (TAC) che coordinava gli aerei da intercettazione e i bombardieri dotati di armi convenzionali.

Questo dualismo è venuto meno nel 1992, quando i due comandi sono stati soppressi a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica – che ha imposto una riorganizzazione dell’USAF – e dell’operazione Desert Storm in Iraq (1991, la prima guerra del Golfo) durante la quale frequentemente bombardieri del SAC compivano missioni di supporto aereo ravvicinato – tecnicamente non il loro ruolo.

 

…ALLA GUERRA CONTRO IL TERRORE – La soppressione del SAC quindi rispondeva alle nuove esigenze dell’USAF, che non doveva più contrastare in via prioritaria la minaccia nucleare russa ma fornire la protezione aerea in campagne militari, per lo più multilaterali e circoscritte a determinate aree geografiche (come in Afghanistan). Per questo motivo nel 1992 venne istituito l’Air Combat Command (ACC) – che riuniva al suo interno tutti i velivoli da combattimento, da attacco, ricognizione e i missili intercontinentali – capace di dispiegare una forza di intervento rapida e di svolgere missioni 24 ore su 24.

Nel 2009, però, il Pentagono ha fatto marcia indietro istituendo uno specifico comando per le forze nucleari dell’aeronautica: l’Air Force Global Strike Command – AFGSC.

Questa decisione, come si legge nel “The Air Force’s Nuclear Mission” del 2008, è stata presa non solo per la rinnovata importanza della deterrenza atomica legata alle nuove minacce emergenti – come Cina, Corea del Nord e Iran – ma anche per una serie di gravi incidenti che hanno evidenziato la ridotta capacità di gestione e controllo degli armamenti atomici (vedi la sezione “Un chicco in più”).

 

AAA CERCASI SOSTITUTO – La National Military Strategy tracciata dal presidente Barack Obama nel 2011 ha quindi confermato l’importanza delle forze nucleare congiunte (Joint nuclear forces) per assicurare una risposta efficace ad un attacco e per far fronte alle sfide legate “ai cambiamenti geopolitici, ai problemi tecnologici e alle vulnerabilità operative”.

Paradossalmente proprio queste due ultime esigenze costituiscono il punto debole della dottrina statunitense, perché le linee di volo (cioè i modelli) dei bombardieri strategici, come vedremo, sono vecchie e il loro pensionamento sembra lontano.

Nel 2009, infatti, è stato cancellato – principalmente per i tagli al budget della difesa – il programma di ricerca “Next Generation Bomber avviato nel 2004 per sviluppare un nuovo bombardiere stealth (cioè invisibile ai radar) di medio raggio che avrebbe dovuto entrare in servizio nel 2018. Questo progetto è stato sostituito dal Long Range Strike-Bomber (LRS-B), avviato nel 2011 e di cui si hanno poche informazioni, per il quale si prevede la costruzione del primo esemplare solo nella metà degli anni ‘20.

Per questo motivo, l’USAF ha deciso di aggiornare nella dotazione tecnologica, sottoponendole anche a verifiche strutturali, le linee di volo strategiche costituite dai B-52H Stratofortress, dai B-1 B Lancer  e dei B-2 Spirit.

 

Un B-52 Stratofortress
Un B-52 Stratofortress

STRATOFORTRESS – In servizio da più di 50 anni, l’USAF schiera 74 B-52H che dovrebbero essere pensionati nel 2040. La longevità di questo bombardiere subsonico (che viaggia cioè sotto la velocità del suono) è legata al fatto che fu progettato per sganciare bombe nucleari e resistere alle sollecitazioni estreme causate da questi ordigni.

Inoltre, i B-52H fino alla caduta del muro di Berlino hanno svolto in via prioritaria missioni di allerta nucleare, volando migliaia di ore a quote elevate senza effettuare manovre brusche, limitando quindi gli stress meccanici.

I numerosi aggiornamenti a cui questi velivoli sono stati e sono tutt’ora sottoposti, non consentono comunque di superare le vulnerabilità di un progetto datato. Il B-52H, infatti, è un aereo subsonico, enorme e caratterizzato da una grandissima traccia radar che in un campo di battaglia tecnologico non gli consente di passare inosservato alle difese antieaeree del nemico.

Per questo motivo, la deterrenza strategica di questo velivolo è legata alla capacità di trasportare e lanciare missili cruise da lunga distanza, possibilmente fuori dello spazio aereo nemico.

Paradossalmente però proprio le armi che servirebbero meglio al B-52H presto non saranno più disponibili! L’USAF ritirerà dal servizio proprio quest’anno l’AGM-129 ACM (Advanced Cruise Missile) l’arma “lancia e dimentica” (stand-off) con caratteristiche stealth che era privilegiata; i B-52H dovranno ricorrere ai datati AGM-86B ALCM (Air-Launched Cruise Missile), in servizio fino al 2030. Il budget ridotto del Pentagono non consentirà all’USAF di schierare nell’immediato un’arma stand-off di rimpiazzo, il cui sviluppo è estato rinviato almeno al 2017.

 

LANCER – Progettato come sostituto del B-52, il B-1B è entrato in servizio nel 1985 afflitto da numerosi problemi tecnici che ne hanno limitato l’impiego fino agli anni ’90, ridimensionandone il compito nella deterrenza nucleare, durato comunque poco tempo.

Infatti a causa delle restrizioni imposte dagli accordi di disarmo con la Russia (Strategic Arms Reduction Treaty START) e della radiazione della sua arma nucleare principale per problemi di sicurezza – il missile AGM-69 SRAM (Short-range attack missile) – il Lancer è stato definitivamente escluso dal ruolo nucleare.

Per questo motivo e per gli alti costi di manutenzione, dei 100 esemplari acquistati l’USAF ne ha in servizio solo 66 convertiti nel ruolo del supporto aereo ravvicinato (Close Air Support – CAS), nel quale questo velivolo ha dimostrato la propria efficacia in vari teatri operativi, incluso l’Afghanistan. Si ipotizza però la sua radiazione nel 2040.

 

SPIRIT – Spina dorsale dell’AFGSC, il B-2 è un bombardiere nucleare a lungo raggio stealth progettato alla fine degli anni ‘80 per eludere sistemi antiaerei avanzati.

Di questo aereo sono stati costruiti solo 21 esemplari, di cui uno perso in un incidente nel  2008, a causa dei costi elevatissimi di produzione.

La sua efficacia con armi convenzionali è stata dimostrata nelle operazioni Allied Force (1999), Iraqi Freedom (2003) ed Enduring Freedom (2001- in corso), anche se ha ricevuto la piena capacità operativa (Full Operational Capability, una sorta di certificazione di efficienza ) solo nel 2003.

Questo ritardo è legato a una delle criticità principali del B-2: gli accorgimenti e le cure tecniche di cui ha bisogno negli schieramenti nelle basi estere. L’aereo infatti ha bisogno di speciali hangar dotati di un sistema di climatizzazione che consente di mantenere temperatura, pressione e umidità dentro i limiti previsti per evitare il danneggiamento del rivestimento di materiale radar-assorbente, fondamentale per garantire l’invisibilità ai radar.

L’esiguo numero di esemplari utilizzabili – dei 19 in servizio uno è utilizzato per test, alcuni sono in manutenzione mentre solo una quindicina sono disponibili – costituisce il grande limite di questa flotta strategica che, tra l’altro, può usare solo un numero limitato di ordigni tra quelli a disposizione.

UN ARSENALE DATATO – La flotta strategica USA, ad eccezione dello Spirit, è composta da bombardieri ormai vicini al limite della propria vita operativa, che difficilmente potrebbero operare in uno scenario bellico tecnologicamente avanzato. Il progressivo ritiro dei missili stand-off senza un immediato successore, inoltre, ridimensiona ulteriormente il ruolo strategico di questi velivoli, vulnerabili ai sistemi contraerei moderni.

Solo lo Spirit, di cui sono disponibili pochi esemplari, consente agli Stati Uniti di mantenere un livello credibile di deterrenza nucleare in un periodo in cui la sua importanza si sta rilevando fondamentale per contrastare le minacce bellicose di alcuni Paesi come la Corea del Nord.

 

Francesco Tucci

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Francesco Tucci
Francesco Tucci

Sono un giornalista professionista laureato in Scienze politiche. Specializzato in diritto parlamentare, ho lavorato alla Camera dei deputati dopo essere approdato ad alcune agenzie stampa. Da sempre interessato alle dinamiche geopolitiche e militari estranee “all’orticello di casa”, ho collaborato con il Centro Studi Internazionali (Ce.S.I) e con il Caffe’ Geopolitico per cercare di svelare le strategie dei principali attori internazionali.

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