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FOCUS STARTUP AL SESTO BUSINESS FORUM TRA UE E AFRICA

Il forum tra quelli che erano fino a decenni fa rispettivamente il continente colonizzatore e quello colonizzato, si presenta ambizioso e con lo sguardo al futuro: giovani e startup ad alto contenuto tecnologico sono infatti le parole d’ordine. La Commissione Europea ha infatti invitato startup del vecchio continente e africane a partecipare al sesto Business Forum UE-Africa il 27 novembre a Abidjan, in Costa d’Avorio. Il tema principale è “investire nella creazione di posti di lavoro per giovani” e uno dei quattro pilastri è rappresentato dall’economia digitale. Questo per favorire lo sviluppo di soluzioni per il crescente numero di giovani imprenditori, uomini e donne, del continente africano.

Le spese di partecipazione per le startup sia europee sia africane sono a carico della Commissione Europea. Ovviamente sono le realtà dei settori ad alta tecnologia quelle maggiormente “invitate” a partecipare, ma in particolare è gradita la presenza di startup delle aree finanza, salute, istruzione, agricoltura, pesca, energia, e-commerce, governo, clima e connettività. Nel programma del Forum, il lancio della fiera delle startup è previsto sin dalle prime ore dell’evento subito seguito da una sezione atta a promuovere gli investimenti in Africa e a facilitarne l’ingresso. Ora ci sarà solamente da attendere le conclusioni dell’evento per analizzarne le proposte concrete e verificare se inizierà davvero una nuova fase nelle relazioni economiche tra i due continenti.

IL METODO MUSK A TESLA E SPACEX

Elon Musk sta diventando uno degli attori principali del panorama industriale internazionale grazie a due sue creature: Tesla e SpaceX. Tramite la prima sta indirizzando il settore dell’automotive verso la produzione di automobili a propulsione elettrica; tramite la seconda si è inserito prepotentemente nel settore dei lanci spaziali offrendo il servizio a costi competitivi e con innovazioni tecnologiche come il recupero del primo stadio del vettore Falcon-9 (mettendo gli attori classici come la statunitense United Launch Alliance e l’europea Arianespace in condizioni di rincorsa). Per fare ciò, Musk vuole accaparrarsi le migliori teste a disposizione e per questo ha un metodo di recruitment peculiare.

Voci interne a SpaceX dicono che chiunque faccia domanda per lavorare nell’azienda deve essere il migliore del suo campo, sia che abbia nel curriculum l’ingegneria aerospaziale sia che si occupi della manutenzione delle macchinette del caffè. Inoltre, il processo di selezione è strutturato in diversi passi che fino a qualche anno fa includevano un colloquio con Musk stesso. Nel svolgerlo, il fondatore (ora i senior managers) si concentra sul problem solving sia passato sia presente, ponendo questioni ai candidati e analizzando “live” le loro capacità di soluzione. Infine, molto importante è l’attitudine degli intervistati che deve essere positiva. Una verifica è fatta direttamente dagli eventuali colleghi del candidato che esprimono il proprio parere sull’ipotesi di lavorare in futuro con lui o lei.

ASTRONAUTI: LA PROFESSIONE DEL FUTURO?

Mentre leggete questo articolo, astronauti stanno orbitando sopra le vostre teste a 400 chilometri d’altezza sulla Stazione spaziale internazionale (International Space Station – ISS). L’avamposto è abitato ormai con continuità dal 2000 e l’andirivieni degli equipaggi è diventato ormai così di routine da non fare notizia sui media. Proprio questo fattore sta dimostrando che l’umanità sta rendendo “normale” andare e tornare dall’orbita terrestre e, infatti, il settore è stato aperto alle compagnie private (come SpaceX ad esempio) che ormai non sono più solamente appaltatori per i veicoli spaziali le agenzie governative, ma possono compiere missioni con equipaggio in piena autonomia.

La NASA ha fatto da apristrada nel settore, stipulando contratti con SpaceX e Boeing per il trasporto di astronauti sulla ISS dal 2018 o 2019 (ancora non è chiara la data di inizio dati alcuni ritardi nei test dei veicoli delle due aziende) e altre compagnie, la Virgin Galactic (del miliardario Richard Brenson) e la Blue Origin del fondatore di Amazon Jeff Bezos si stanno dedicando in autonomia allo sviluppo di veicoli per il turismo spaziale con voli inizialmente limitati alla cosiddetta traiettoria sub-orbitale per poi allargarsi verso ulteriori obiettivi. Lo stesso Musk punta a Marte ad esempio. Date queste premesse (e altre, come la space economy che in futuro sarà basata sull’estrazione e l’utilizzo in situ delle risorse spaziali da asteroidi o altri pianeti), è sempre più probabile che l’astronauta sarà sempre più un mestiere che una professione per superuomini.

Emiliano Battisti

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

Articolo originariamente apparso su LinC Magazine

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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