Da Hanoi – Dallo scorso gennaio l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico è guidata per la prima volta da un vietnamita, Le Luong Minh. Il ruolo di Hanoi nella gestione dell’associazione sarĂ cruciale nei prossimi anni per la risoluzione di alcune dispute fondamentali per la geopolitica regionale del sud-est Asiatico: su tutte, la tuttora irrisolta questione delle isole Paracels, contese tra Cina, Vietnam e Taiwan.
PER LA PRIMA VOLTA UN VIETNAMITA – Lo scorso 9 gennaio Le Luong Minh, ex vice-ministro degli Esteri del Vietnam, ha giurato come Segretario generale dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), succedendo al thailandese Surin Pitsuwan. Durante i prossimi 5 anni, per la prima volta nella sua storia, la leadership dell’Associazione è nelle mani di un leader vietnamita.
Secondo quanto dichiarato nel suo discorso di investitura, le priorità di Mr. Minh sono chiare: continuare gli sforzi dei suoi predecessori nel rafforzamento dell’ASEAN e nella sua trasformazione in una struttura ispirata all’Unione Europea, e promuovere una risoluzione della disputa sul Mar Cinese Meridionale. Sono quattro i paesi dell’ASEAN (Filippine, Brunei, Malesia e lo stesso Vietnam), insieme a Cina e Taiwan, a contestare la sovranità su una parte di questo mare, ricco di idrocarburi e di pesce e in una zona etremamente strategica per la navigazione internazionale.
In particolare, Minh ha sottolineato come, proprio per superare le numerose difficoltà della formalizzazione dell’integrazionedell’ASEAN, il primo e necessario passo sia la firma di un Codice di Condotta sul Mar Cinese Meridionale. E questo accordo non potrà che passare per Pechino.
2013-2018: IL VIETNAM E LA RISOLUZIONE DELLA DISPUTA – Sulla situazione del Mar Cinese Meridionale, il 2012 è stato l’anno del fallimento per i membri dell’ASEAN, con i summit di luglio e di novembre in Cambogia, nei quali vi erano grandi aspettative poi disattese, essendosi conclusi gli incontri con un nulla di fatto.
Se si considerano le origini del nuovo Segretario generale, non si può non domandarsi come la questione sarà affrontata nei prossimi anni. Il Vietnam è uno dei Paesi parte della disputa, e negli ultimi mesi ha vissuto diversi momenti di tensione con la Cina, non ultimo a marzo, quando le autorità vietnamite hanno accusato la marina cinese di aver aggredito pescherecci vietnamiti intorno alle isole Paracels, la cui sovranità è contesa tra Cina, Vietnam e Taiwan. Anche a livello interno, questa disputa causa non pochi problemi alle autorità vietnamite, con l’organizzazione da parte della società civile di diverse manifestazioni anti-cinesi (le ultime nello scorso dicembre) per nulla apprezzate dalle autorità .
Se da una parte, visto il suo incarico, Minh dovrebbe mantenere una posizione neutrale, le sue origini non potranno non avere un impatto sulla gestione della questione durante il suo mandato. Risale a 10 anni fa l’ultimo Segretario generale proveniente da uno dei Paesi parte della disputa, il filippino Rodolfo Severino Jr, in carica dal 1998 al 2002. E a ciò si aggiunge il fatto che nel 2013 sia il Brunei ad essere il chair dell’Associazione. Proprio nei prossimi giorni si terrà in questo Paese il ventiduesimo vertice ASEAN, durante il quale le priorità menzionate da Minh saranno rimesse sul tavolo dopo il fallimento di Phnom-Pehn.
LA CINA APRE AL TURISMO NELLE ISOLE PARACELS – Se il rafforzamento dell’ASEAN deve passare da un accordo sulla questione, l’aggressivitĂ cinese degli ultimi mesi non potrĂ che rendere ancora piĂą difficile il compito di Minh. A Jakarta a inizio aprile il Segretario generale si è rivolto al presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, non direttamente coinvolto nella disputa, chiedendo il suo sostegno per favorire una soluzione. Tale richiesta è arrivata dopo l’annuncio da parte delle autoritĂ cinesi dell’avvio, tra fine aprile e inizio maggio, di crociere turistiche intorno alle Isole Paracels. Secondo quanto dichiarato, i turisti non saranno autorizzati a stare sulle isole, infatti dormiranno e mangeranno sulla nave. Nonostante ciò, tale iniziativa della parte della autoritĂ cinesi non può che essere interpretata come un’ulteriore presa di posizione volta a ufficializzare la loro sovranitĂ su queste isole e sul mare che le circonda.
Valentina Origoni