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Il Cile verso la depenalizzazione dell’aborto: antecedenti, sviluppi e prospettive

In 3 sorsi – A Santiago del Cile si compie un passo storico verso la depenalizzazione dell’aborto. Se la direzione è quella giusta, però, il percorso è ancora lungo e costellato di tensioni politiche e sociali.

1. IL SĂŚ DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ALL’ABORTO LEGALE E SICURO

“Aborto legale e sicuro” è il grido di protesta che lo scorso 28 settembre risuonava nei pressi di Palacio de la Moneda, sede del Governo cileno. Mentre le vie del Paese erano gremite di fazzoletti verdi – simbolo della campagna per la depenalizzazione dell’aborto – nello storico edificio della capitale la Camera dei Deputati approvava una mozione volta a garantire proprio quel diritto a lungo rivendicato. Con 75 voti a favore, 68 contrari e 2 astenuti, il Cile compie un passo in avanti storico, accogliendo un progetto di riforma del Codice penale che renderebbe legale l’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime quattordici settimane di gestazione. La svolta, però, è ancora lungi dal concretizzarsi in toto: l’iter legislativo prevede una seconda analisi ad opera della Commissione per le Donne e l’Equità di genere e, da ultimo, l’approvazione del Senato. Per un Paese in cui la legislazione dell’aborto si è evoluta perlopiù in senso restrittivo, comunque, il cambiamento è significativo.

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Fig. 1 – Santiago del Cile, 28 settembre: cartello “libero, sicuro e gratuito” durante manifestazione

2. L’EVOLUZIONE NORMATIVA DEL DIRITTO ALL’ABORTO IN CILE

In materia di aborto l’ordinamento giuridico cileno contempla almeno quattro norme: Costituzione, Codice penale, Codice civile e Codice sanitario. Tra queste il Codice sanitario è il corpo normativo maggiormente interessato dalle modifiche intervenute nel corso degli anni.

Fonte: elaborazione dell’autrice a partire dai dati della Biblioteca del Congreso Nacional de Chile

Seppure limitati i progressi raggiunti tra il 1931 e il 1968 subirono una battuta d’arresto poco prima che l’elezione di Patricio Aylwin segnasse la dipartita di Augusto Pinochet dalla carica presidenziale, quando il diritto all’aborto fu interdetto in qualsiasi caso. Bisognerà dunque attendere il secondo mandato di Michelle Bachelet per assistere a una parziale depenalizzazione dell’aborto per mezzo della Legge n. 21.030 del 2017, la quale definisce i tre casi in cui è permessa l’interruzione volontaria di gravidanza. L’implementazione della norma, però, si è rivelata per molti versi problematica: le basi giuridiche sono state soggette a interpretazioni spesso conservative, la confidenzialità non è stata garantita in tutti i casi e, soprattutto, resta aperto il dibattito circa l’obiezione di coscienza. Quest’ultima va ben oltre il quadro giuridico, in quanto dipende da variabili individuali – religione, orientamento politico, livello educativo, per citarne alcune – e questo comporta forti differenze. Difatti la distribuzione degli obiettori di coscienza in Cile è ineguale: con riferimento alla terza causale ammessa dalla legge, l’area metropolitana ne ospita la percentuale più bassa (23,7%), mentre regioni quali O’Higgins, El Maule e Araucanía registrano percentuali tra il 75% e l’88%. Secondo alcune stime risalenti al 2016, comunque, in Cile si registravano tra i 60mila e i 300mila aborti clandestini all’anno. Il Ministero della Salute, invece, segnala che da settembre 2017 a giugno 2020 sono state effettuate 1.811 interruzioni volontarie di gravidanza rientranti nelle causali contemplate dalla norma: un dato decisamente minore rispetto al precedente.

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Fig. 2 – Santiago del Cile, 28 settembre: corteo dopo l’approvazione della legge per la depenalizzazione dell’aborto

3. QUALI PROSPETTIVE FUTURE?

Il 28 settembre si celebrava la Giornata internazionale dell’aborto sicuro, istituita negli anni Novanta proprio in America Latina. Pochi mesi fa l’esperienza pionieristica argentina lasciava presagire un cambiamento pure per i vicini, e il Cile di oggi sembra riflettere questa visione. Eppure, quando si discute di aborto, il Paese appare polarizzato: mentre il Governo ne rigetta la depenalizzazione, la pressione sociale continua ad aumentare, pur con un notevole contrappeso cattolico. D’altronde il diritto all’aborto è un tema di disparità socioeconomica oltre che umana, pertanto è inevitabile che le sollecitazioni partano dal basso. Sull’effettivo avanzamento del piano di riforma, invece, occorrerà attendere ulteriori sviluppi.

Annagrazia Caricato

Aborto Legal, Seguro y Gratuito” by Danielle Lupin is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • La Camera dei deputati del Cile ha approvato un progetto di riforma del Codice penale volto a legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime quattordici settimane di gestazione.
  • Mentre si registra una svolta rispetto alla legislazione sull’aborto, la riforma deve ancora passare al vaglio della Commissione per le Donne e l’EquitĂ  di genere e ottenere l’approvazione del Senato.
  • Nel frattempo in Cile il dibattito sull’aborto appare polarizzato: il Governo ne rigetta la depenalizzazione, la pressione sociale aumenta ed emerge un elemento religioso non trascurabile.

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Annagrazia Caricato
Annagrazia Caricato

Classe 1998, di origini meridionali ma profondamente legata a Bologna, dove ho conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere. Attualmente sono impegnata in un programma di doppio titolo magistrale in Relazioni Internazionali tra l’Università di Torino e la Tongji University di Shanghai. Mi affascina l’America Latina, riscoprirla in ogni parola letta e descriverla attraverso gli occhi di una sinologa.

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