mercoledì, 4 Ottobre 2023

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Elezioni in Cile: Kast è avanti. Si decide tutto al ballottaggio

In breve

  • I risultati delle elezioni registrano la vittoria parziale dell’avvocato conservatore José Antonio Kast. Il secondo candidato che andrà al ballottaggio è Gabriel Boric, che ha ottenuto circa il 25% dei voti.
  • La prima tornata elettorale ha evidenziato una forte polarizzazione. Pesante sconfitta delle forze centriste.
  • Il futuro della nuova Costituzione, che dovrebbe sostituire quella in vigore di Pinochet, rimane ancora incerto. Con la vittoria di Kast i rapporti fra il Governo e la Convenzione potrebbero peggiorare.

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In 3 sorsi – Il 21 novembre si sono tenute le elezioni presidenziali in Cile. Il candidato ultra-conservatore José Antonio Kast ha vinto il primo turno con un margine di 4 punti sul candidato di sinistra Gabriel Boric. Lo scenario per il prossimo ballottaggio sembra più incerto che mai.

1. IL RISULTATO DELLE ELEZIONI

Affluenza piuttosto bassa, estrema destra al 28,57% e un risultato polarizzato in vista del ballottaggio: la tornata di elezioni per le presidenziali in Cile si è conclusa con un nulla di fatto, tradendo le previsioni poste alla vigilia del 21 novembre, giorno delle consultazioni. Solo il 45,4% dei cittadini si è presentato alle urne per eleggere il nuovo Presidente cileno. L’avvocato conservatore José Antonio Kast ha ottenuto la maggioranza dei voti (28,57%), vincendo così il primo turno delle elezioni. Il risultato è ancora più sorprendente, specie se consideriamo i primi sondaggi che lo vedevano sfavorito rispetto ai candidati di sinistra. Kast è un ex membro del Congresso e da sempre un sostenitore della Costituzione di Pinochet, la stessa che il popolo cileno ha scelto di abrogare. Ad ogni modo la linea dura proposta da Kast ha saputo orientare una buona parte dell’elettorato. Ma si tratta di una vittoria solo parziale: Kast infatti non ha ottenuto la maggioranza assoluta e se la dovrà vedere al ballottaggio con il rivale di sinistra Gabriel Boric. Quest’ultimo è un ex leader studentesco che ha partecipato alle proteste universitarie del 2011 e che ha alle spalle, malgrado i 35 anni di età, già due mandati nel Congresso. I risultati delle elezioni sono stati un duro colpo per tutte le forze centriste, in particolare Yasma Provoste, e per la destra di Sebastian Sichel, che non hanno raggiunto sommate nemmeno il 25%.

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Fig. 1 – I candidati presidenziali cileni partecipano al dibattito al centro culturale Gabriela Mistral il 2 novembre

2. DESTRA E SINISTRA SI SFIDANO AL BALLOTTAGGIO

Due anni fa l’esito delle proteste partite dalle piazze di Santiago portarono all’elezione di un’Assemblea Costituente che avrebbe avviato un radicale processo volto a superare l’era Pinochet. Tuttavia all’indomani delle elezioni non si vede nessun orizzonte chiaro. Il risultato è una forte polarizzazione fra due schieramenti opposti. L’agenda politica di Kast sembra incarnare di fatto la paura dei cittadini verso quell’ondata di cambiamenti degli anni passati. La campagna del vincitore ha infatti posto un freno alle richieste della piazza alimentate dall’estrema sinistra e dallo stesso Gabriel Boric. Il giovane leader studentesco, dal canto suo, ha cercato di portare avanti la sua politica di stampo socialista, contando sul forte sostegno dei più giovani. Si profila dunque uno scenario competitivo per il prossimo turno previsto per il 19 dicembre. Una domanda però sorge spontanea: i due candidati riusciranno ad attirare gli elettori di altre fazioni politiche? È lecito pensare che alcuni voti della candidata Provoste convergeranno su Boric così come gli elettori del conservatore Sichel opteranno per Kast. Tuttavia il quadro politico è piuttosto frammentato e la corsa al ballottaggio è appena iniziata.

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Fig. 2 – Jose Antonio Kast parla con sua moglie Maria Pia Adriasola accanto durante un raduno notturno a Santiago

3. QUALE SARÀ IL FUTURO DELLA NUOVA COSTITUZIONE?

L’elezione è piombata nel bel mezzo della riscrittura della vecchia Costituzione del dittatore Pinochet. Il nuovo processo costituzionale è partito nel maggio di quest’anno, quando il popolo cileno ha votato i membri che avrebbero dovuto partecipare alla Convenzione Costituzionale. I 155 seggi previsti sono stati assegnati in buona parte a coalizioni di sinistra, mentre 17 seggi sono stati riservati alle popolazioni indigene. I lavori sono proseguiti negli ultimi mesi, arrivando all’approvazione dei regolamenti etici non senza polemiche, specialmente tra le fila della destra. Sempre su questa linea, il candidato alla presidenza Kast si è espresso recentemente mostrando il pugno di ferro riguardo ai lavori della Convenzione. E se il processo costituzionale non andasse a buon fine, il Cile potrebbe ricadere nel vortice di proteste e malumori proprio come in passato.

Valerio Caccavale  

RN, UDI, Republicanos y Evópoli inscriben su lista al proceso constituyente. 11 01 2021” by Mediabanco is licensed under CC BY

Valerio Caccavale
Valerio Caccavale

Nato a Genova il 27 Novembre 2001. Frequenta la Facoltà di Scienze Politiche Internazionali di Genova. Tra un esame e l’altro scrive di politica e non solo. Ha collaborato con alcune testate giornalistiche sportive e di attualità. Segue e vive con passione le vicende internazionali con un occhio particolare per l’area dell’America Latina.

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