In 3 sorsi – Lo scorso ottobre il Presidente tagiko Emomali Rahmon si è recato in Europa per discutere della questione afghana, che grava sul suo Paese e sul resto dell’Asia Centrale.
1. RAHMON PREOCCUPATO PER IL RITORNO AL POTERE DEI TALEBANI
Dopo il ritorno al potere dei talebani a Kabul, l’Asia Centrale e piĂą in specifico i Paesi confinanti con l’Afghanistan hanno iniziato a nutrire preoccupazioni. Tra questi spicca sicuramente il Tagikistan, il quale, a differenza degli altri Stati della regione, ha mantenuto una linea dura nei confronti dei talebani. Il Tagikistan condivide con l’Afghanistan un esteso confine montuoso, difficile da controllare, oltre a rappresentare per il vicino il principale Paese di transito per il traffico di droga.Â
Lo scorso settembre, durante una riunione alle Nazioni Unite, il Presidente tagiko Emomali Rahmon ha sottolineato come la situazione in Afghanistan rappresenti una seria minaccia per la sicurezza e la stabilità della regione. In diversi eventi internazionali successivi ha anche ribadito che il Tagikistan non riconoscerà un Governo formatosi attraverso l’oppressione e senza il rispetto di tutto il popolo afghano, specialmente delle minoranze etniche. In tal senso Rahmon ha voluto sottolineare come la minoranza tagika in Afghanistan abbia diritto a partecipare agli affari interni del Paese.
Fig. 1 – Il Presidente tagiko Emomali Rahmon durante uno degli ultimi vertici della CSTO
2. GLI INCONTRI A BRUXELLES CON MICHEL E BORRELL
Nella prima metà dell’ottobre scorso, il Presidente tagiko si è recato a Bruxelles a seguito dell’invito del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Le relazioni tra Tagikistan e Unione Europea sono disciplinate da un accordo di partenariato e cooperazione, firmato nel 2004 ed entrato in vigore nel 2010, che istituisce il quadro politico, economico e socioculturale della loro cooperazione bilaterale. A Bruxelles, oltre al Presidente del Consiglio europeo, Rahmon ha incontrato anche l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri, Josep Borrell. Il tema centrale di questi incontri è stata la situazione in Afghanistan e il conseguente deterioramento della sicurezza nella regione centro-asiatica. Si è discusso del rafforzamento della difesa del confine afghano-tagiko, che va al di là del semplice sostegno a programmi tradizionali, come BOMCA (Border Management in Central Asia) e CADAP (Central Asia Drug Action Program), volti a prevenire il traffico di droga dall’Afghanistan all’Europa e possibili infiltrazioni terroristiche. Si è così sottolineata l’importanza della cooperazione regionale per affrontare le sfide legate agli sviluppi in Asia Centrale ed entrambe le parti hanno sostenuto la necessità di un Governo inclusivo a Kabul.
Fig. 2 – Rahmon insieme a Macron durante la sua visita a Parigi, 13 ottobre 2021
3. L’INVITO DI MACRON A PARIGI
Dopo la visita a Bruxelles, Rahmon si è recato a Parigi, a seguito dell’invito dell’agosto scorso da parte del Presidente francese Emmanuel Macron. Nonostante Macron abbia giustificato la presenza del Presidente tagiko con l’apertura di una mostra archeologica dedicata al Tagikistan, al Guimet Museum, la motivazione principale della visita è stata senza dubbio la questione afghana. Macron, infatti, ha definito la visita come un’opportunità per rafforzare il dialogo sulla sicurezza regionale in Asia Centrale e fare il punto con il Presidente tagiko sull’assistenza che la Francia può dare per stabilizzare la situazione nell’area.
Molti osservatori sospettano però che Rahmon stia cercando di alimentare lo scontro con l’Afghanistan per ottenere attenzione e risultati tangibili come aiuti finanziari o militari dalla comunità internazionale, e che non stia agendo in questo modo per paura di infiltrazioni terroristiche o per la mancata inclusività delle minoranze del Governo talebano.
Elisa Cecchini
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