In 3 sorsi – Inaspettatamente uno dei principali partner internazionali del Somaliland non è un Paese africano, bensì Taiwan, con cui condivide uno scarso riconoscimento de iure nel mondo. La partnership è culminata nel 2020 con l’apertura di ambasciate nelle rispettive capitali. La presenza di Taiwan in Africa come agente promotore di sviluppo è una mosca bianca in un continentenel quale è Pechino a fare la parte del leone in termini di cooperazione.
1. SOMALILAND, QUESTO SCONOSCIUTO
Inizialmente conosciuto anche con il nome di Somalia Britannica, il Somaliland è stato un vero e proprio Stato indipendente per pochi giorni nel giugno 1960 prima di unirsi alla neonata Repubblica Somala, da cui si è separato nel 1991. A differenza del suo tormentato vicino, dilaniato da guerre civili, terrorismo e pirateria, il Somaliland è riuscito a mantenere una notevole stabilità interna, armonizzando le diverse culture e tradizioni dei suoi quasi sei milioni di abitanti. Hoehne sostiene che a “salvare” il Somaliland sia stata una mancanza di interesse da parte delle Nazioni Unite, che ha permesso al Paese di trovare un proprio equilibrio.
Nonostante queste interessanti premesse il Somaliland rimane un Paese sottosviluppato. Il livello dell’Indice di Sviluppo Umano aggregato di Somalia e del Somaliland è 165esimo su 170 Paesi secondo l’UNDP. Sempre secondo l’UNDP, metà della popolazione è analfabeta, il tasso di mortalità infantile è di 85 ogni 1.000 e ben l’85% della popolazione femminile ha subito mutilazioni genitali femminili.
Il report della Gollis University indica che l’economia del Paese, seppur ancora modesta e ancora largamente basata su agricoltura e pastorizia tradizionale, è in crescita, e con abbondanti risorse naturali largamente non sfruttate. Belay e Sagule indicano che fenomeni legati al cambiamento climatico come prolungate ondate di siccità potrebbero danneggiare agricoltura e allevamento.
Fig. 1 – Monumento ad Hargeisa che commemora la lotta del Somaliland per l’indipendenza negli anni Ottanta
2. LA COOPERAZIONE TAIWAN-SOMALILAND
La cooperazione tra Taiwan e Somaliland è iniziata formalmente nel 2009 e dal 2020 ha subito una notevole accelerazione. Nel settembre 2020 Somaliland e Taiwan hanno inaugurato delle sedi diplomatiche nelle rispettive capitali, avviando una cooperazione in cui Taiwan offre aiuti in svariati ambiti, dalla lotta alla carestia alla donazione di vaccini anti-Covid e borse di studio per studenti locali in università di Taipei, fino alla fornitura di strumenti per migliorare il sistema di comunicazioni del piccolo Paese del Corno d’Africa. La visita da parte del Ministro degli Esteri Essa Kayd Mohamoud a Taipei a febbraio di quest’anno ha ufficializzato lo stato dei buoni rapporti maturati negli ultimi anni: il Ministro ha infatti dichiarato che “i tentativi forzati di negare l’esistenza di questa collaborazione non giovano alla necessità di pace di quella zona di mondo”, riferendosi alle proteste della Somalia (che rivendica il Somaliland come parte del proprio territorio) e della Cina (che osteggia ogni cooperazione con Taiwan da parte di qualsiasi entità nazionale e non)
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Mohamed Hagi, rappresentante del Somaliland a Taiwan, inaugura la sede diplomatica del proprio Paese a Taipei nel settembre 2020. Insieme a lui, il Ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu
3. L’AVAMPOSTO DI TAIWAN IN AFRICA
Taiwan con ogni probabilità mira a ricevere in cambio l’accesso a parte delle ricche risorse del Somaliland, ma per Taipei è comunque importante anche il semplice riconoscimento diplomatico, più che mai necessario dopo che nel giro di due anni Kiribati ed El Salvador hanno deciso di rompere i rapporti con l’isola, restringendo a quattordici il numero di Paesi che ancora riconoscono Taiwan come entità separata dalla Cina.
Inoltre la presenza di Taiwan in Africa si inserisce in modo inedito in un continente nel quale è la Cina a essere diventato il partner commerciale di riferimento (sebbene alcuni autori abbiano sollevato dei dubbi sull’impatto positivo della penetrazione cinese nel continente) e infastidisce Pechino soprattutto per la vicinanza del Somaliland a Gibuti, dove la Repubblica Popolare ha inaugurato la sua prima, storica base navale all’estero – ufficialmente per combattere la pirateria, ma anche per controllare il passaggio delle merci lungo la Belt and Road Initiative e mostrare i muscoli all’Occidente. Da questo punto di vista la presenza di Taiwan è doppiamente sgradita a Pechino.
Enrico Breveglieri
“Berbera, Somaliland” by Clay Gilliland is licensed under CC BY-SA