Caffè Lungo – Con GSI si fa riferimento a una nuova iniziativa di matrice cinese per mezzo della quale la Repubblica Popolare aspira a promuovere un nuovo concetto di sicurezza globale che sostituisca la cosiddetta “mentalità da guerra fredda”, con concetti come quello di “comunità umana dal futuro condiviso” e di “comunità dalla sicurezza indivisibile”.
IL DISCORSO DI XI AL BOAO FORUM 2022: UNA BREVE ANALISI
Il concetto di Global Security Initiative (GSI) è stato introdotto per la prima volta dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, il 22 aprile 2022, in occasione del Forum di Boao. Nonostante ad oggi non siano ancora perfettamente chiari gli intenti di Pechino in merito a questa iniziativa, è pur tuttavia vero che alcune delle sue caratteristiche principali possono essere desunte direttamente dal discorso che Xi ha tenuto in occasione della cerimonia di apertura dell’evento. Nello specifico viene sottolineata l’importanza della cooperazione in campo sanitario, vista come prerequisito fondamentale per il progresso della civiltà umana, e in campo economico, con lo scopo di ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo e di mitigare i danni alle economie derivanti dalla pandemia di Covid-19. Inoltre viene sottolineata l’importanza della cooperazione per mantenere la pace e la stabilità nel mondo, dato il ruolo centrale della sicurezza per lo sviluppo ad ampio spettro e, in ultimo, per affrontare le sfide poste dalla governance globale. È proprio nel terzo punto che si fa riferimento alla nuova GSI. Xi Jinping esordisce citando direttamente una massima proveniente dal Guanzi, opera cinese composta dal filosofo Guang Zhong nel VII secolo a.C., che recita: “La stabilità porta un Paese alla prosperità, mentre l’instabilità porta un Paese verso la povertà”. L’umanità, che sempre più spesso nel discorso politico cinese viene classificata come una “comunità dal futuro condiviso”, viene intesa come un soggetto unico, parte integrante di una “comunità dalla sicurezza indivisibile”, che deve essere sostenuta evitando il perseguimento di azioni unilaterali atte all’irrobustimento della sicurezza di un attore a scapito di quella di un altro. Xi Jinping evidenzia come sia necessario rigettare la cosiddetta “mentalità da guerra fredda”, la “logica dei blocchi” e contrastare attivamente tanto le politiche di potenza quanto quelle egemoniche, giudicate altamente perturbative per la pace e per la stabilità mondiale. In effetti, la GSI sembra proporsi come strumento alternativo a questi approcci e, predicando la necessità di cooperare per il mantenimento della sicurezza tanto nei domini convenzionali quanto in quelli non convenzionali, presenta come propri pilastri il rispetto per “la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi”, il sostegno della non ingerenza in merito agli affari interni di ogni Stato e l’opposizione all’ unilateralismo, al concetto di “confronto tra blocchi” e all’utilizzo strumentale di strumenti e meccanismi di tipo sanzionatorio.
Fig. 1 – Discorso di Xi Jinping al Boao Forum for Asia 2022, tenutosi lo scorso aprile. Nel discorso viene menzionata per la prima volta la Global Security Initiative (GSI)
LA NARRAZIONE CINESE RELATIVA ALLA GSI
Oltre al discorso pronunciato da Xi al Forum di Boao, il concetto di GSI è stato affrontato anche in diversi altri contesti. Ad esempio, il viceministro degli Esteri Le Yucheng, in occasione del meeting online “Seeking Peace and Promoting Development: An Online Dialogue of Global Think Tanks of 20 Countries”, tenutosi il 6 maggio 2022, ha ulteriormente ribadito i punti già precedentemente espressi da Xi Jinping, rimarcando tuttavia la critica verso gli approcci occidentali al concetto di sicurezza. Incalzato da una domanda relativa all’attuale crisi in corso tra Russia e Ucraina, Le ha fornito una risposta particolarmente significativa: “Loro (gli occidentali, n.d.r.) tengono tra le loro mani gli smartphone dell’era globalizzata, ma nelle loro menti risiede ancora il concetto della mentalità da guerra fredda”. Secondo Le, quindi, è proprio l’adesione europea e occidentale a schemi non adeguati al contesto internazionale che ha contribuito allo scoppio del conflitto. La nuova GSI, incentrata invece sul concetto di “sicurezza indivisibile”, comporterebbe invece la capacità di prevenire che simili crisi possano concretizzarsi. Ancora, in occasione del Forum dei Paesi BRICS, tenutosi tra il 23 ed il 24 giugno scorsi, Xi Jinping ha messo in evidenza come sul mondo di oggi incombano “le nuvole nere della mentalità da guerra fredda e della politica di potenza”. A fronte della volontà di alcuni attori di espandere alleanze di tipo militare, di obbligare i Paesi a schierarsi e di “perseguire una volontà di dominio assoluto a spese dei diritti e degli interessi degli altri”, è necessario che i Paesi BRICS si supportino reciprocamente, proteggendo i propri interessi primari. L’adesione alla nuova GSI comporterebbe, nelle parole di Xi, una maggiore stabilità tanto per il gruppo BRICS, quanto per il mondo nella sua totalità. Particolarmente interessante, poi, è il punto toccato dal Ministro degli Esteri Wang Yi nel corso di un’intervista concessa il 14 luglio 2022, successivamente alla sua partecipazione al summit dei Ministri degli Esteri LMC (Lancang-Mekong Cooperation, format che promuove la cooperazione multilaterale tra i Paesi bagnati dai fiumi Mekong e Lancang, n.d.r.) e al meeting dei Ministri degli Esteri del G20. Nello specifico, Wang fa apertamente riferimento alla creazione di un’area pilota, integrata nel format LMC, che possa vedere una concreta implementazione dell’iniziativa GSI.
Fig. 2 – I leader dei Paesi BRICS durante il loro incontro a Osaka nel giugno 2019
AMBIZIONE GLOBALE
Dalle considerazioni precedenti, risulta evidente quanto la Cina voglia andare a costruire un nuovo sistema di gestione della governance globale inerente alle tematiche di sicurezza, con lo scopo di sostituire meccanismi giudicati inadeguati per l’attuale complessità del contesto internazionale. Come riportato da un’analisi di ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), nonostante non siano ancora state delineate le effettive modalità di applicazione della GSI, è comunque deducibile che essa si ponga in diretta continuità con la Belt and Road Initiative (BRI) e che, al netto delle differenze che caratterizzano le due iniziative, condivida con essa l’aspirazione a “ridisegnare” l’attuale ordine mondiale a guida occidentale. Per quanto il concetto di GSI rimanga vago, la sua graduale implementazione catturerà senza dubbio l’attenzione occidentale. Ad esempio, nel documento “A Stretegic Compass for Security and Defence”, pubblicato dall’Unione Europea, la Repubblica Popolare Cinese viene descritta come “un partner con cui cooperare, un competitor economico ed un rivale sistemico”. Proponendo delle alternative anche in materia di gestione securitaria, descritte come innovative rispetto agli approcci occidentali, sembra che possano venirsi a costituire ulteriori differenze interpretative e, dunque, nuove aree di competizione.
Francesco Lorenzo Morandi
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