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Cina e Isole Cook: un nuovo partenariato strategico che ridefinisce il Pacifico 

Caffè lungoIl 10 febbraio 2025 il premier delle Isole Cook, Mark Brown, ha siglato un accordo di partenariato strategico con la Cina durante una visita ufficiale a Pechino. L’intesa rafforza l’influenza cinese nel Pacifico, suscitando preoccupazioni tra attori regionali come Australia e Nuova Zelanda.

LE ISOLE COOK: UNA PICCOLA NAZIONE CON UN’ENORME IMPORTANZA STRATEGICA

Nonostante la loro modesta estensione territoriale e una popolazione di circa 17mila abitanti, le Isole Cook possiedono una notevole importanza strategica nel Pacifico meridionale. La loro Zona Economica Esclusiva (ZEE) copre circa 1,9 milioni di chilometri quadrati di oceano, e quindi costituisce una risorsa inestimabile che offre accesso a ricche riserve di pesce e, soprattutto, a potenziali giacimenti di minerali sottomarini come cobalto, nichel e manganese. Questi elementi sono fondamentali per la produzione di batterie e tecnologie avanzate, rendendo le Isole Cook un punto di interesse per le grandi potenze alla ricerca di materie prime critiche. L’arcipelago, inoltre, si trova in una posizione geografica che potrebbe favorire la costruzione di infrastrutture marittime strategiche, aumentando le capacità logistiche della Cina nella regione. Con la crescente competizione tra Pechino e le potenze occidentali nel Pacifico, il rafforzamento delle relazioni con le Isole Cook rientra in una più ampia strategia cinese volta a consolidare la propria sfera di influenza in un’area tradizionalmente legata ad Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. 

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Fig. 1 – Veduta aerea di Rarotonga, la più grande delle Isole Cook

IL CONTENUTO DELL’ACCORDO: INVESTIMENTI, RISORSE E INFRASTRUTTURE

Il partenariato siglato tra Cina e Isole Cook prevede una collaborazione estesa a diversi settori, con un focus particolare su commercio, investimenti, pesca e sviluppo di infrastrutture. Tra i punti più significativi c’è la concessione alle aziende cinesi di accesso ai fondali marini delle Isole Cook per attività di esplorazione e ricerca mineraria. Secondo fonti locali, Pechino ha già stanziato quattro milioni di dollari per finanziare studi sull’estrazione di minerali in acque profonde, un settore che potrebbe diventare economicamente cruciale per l’arcipelago. Oltre agli aspetti economici, l’accordo contempla una cooperazione nel turismo e nell’agricoltura, con investimenti volti a migliorare le infrastrutture portuali e i collegamenti commerciali. Tuttavia, ci sono timori che alcune di queste opere possano avere anche un potenziale utilizzo strategico per la Cina. È il caso, ad esempio, delle Isole Spratly e Salomone, dove investimenti in infrastrutture portuali hanno sollevato sospetti di una possibile futura presenza militare cinese. 

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Fig. 2 – Il Primo Ministro delle Isole Cook Mark Brown durante una conferenza stampa nel 2021

LE REAZIONI REGIONALI: PREOCCUPAZIONI DA AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA

L’intensificarsi della presenza cinese nel Pacifico ha destato preoccupazione tra gli alleati tradizionali delle Isole Cook, in particolare Nuova Zelanda e Australia. Wellington, che mantiene un accordo di libera associazione con le Isole Cook, garantendo ai loro cittadini la cittadinanza neozelandese, ha espresso riserve sul fatto che un’intesa di tale portata sia stata siglata senza consultazioni preventive su questioni di sicurezza e difesaL’Australia, dal canto suo, osserva con attenzione l’espansione cinese nella regione, considerandola una minaccia al proprio ruolo di garante della stabilità nel Pacifico. Già in passato Canberra aveva criticato accordi simili siglati tra Pechino e altri Stati insulari della regione, temendo che l’influenza cinese potesse destabilizzare l’equilibrio strategico dell’area e aprire la porta a una futura presenza militare cinese. Le preoccupazioni australiane sono state recentemente accentuate dall’avvistamento di tre navi da guerra cinesi a circa 150 miglia nautiche (circa 240 chilometri) al largo di Sydney, un evento che ha sorpreso il Governo di Canberra e che ha portato a un monitoraggio attento da parte delle Forze Armate australiane. L’accordo tra Cina e Isole Cook rappresenta un ulteriore tassello nell’espansione dell’influenza cinese nel Pacifico: mentre per l’arcipelago può significare opportunità economiche notevoli, le implicazioni geopolitiche sono molto più ampie. La crescente presenza cinese nella regione sta mettendo alla prova le tradizionali alleanze del Pacifico, costringendo Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti a rivedere le proprie strategie per contenere l’influenza di Pechino. Con l’evolversi della situazione, sarà fondamentale monitorare come questo partenariato verrà implementato e quali saranno le sue ripercussioni sul delicato equilibrio geopolitico del Pacifico meridionale.

Raffaele Gallo

 Photo by jorono is licensed under CC BY-NC-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • Nonostante le ridotte dimensioni, le Isole Cook possiedono una vasta Zona Economica Esclusiva ricca di risorse e sono strategicamente rilevanti per le grandi potenze, soprattutto per l’accesso a minerali critici e infrastrutture marittime.
  • Il partenariato con Pechino prevede investimenti cinesi in commercio, pesca e infrastrutture, con particolare interesse per l’estrazione mineraria sottomarina, sollevando timori su possibili implicazioni strategiche.
  • Australia e Nuova Zelanda vedono l’accordo come una minaccia alla stabilità regionale, temendo una crescente influenza cinese e una possibile futura presenza militare della Repubblica Popolare nel Pacifico meridionale.

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Raffaele Gallo
Raffaele Gallo

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università di Salerno, ho intrapreso un viaggio accademico che mi ha portato a immergermi nella complessità delle relazioni e dinamiche sia globali che regionali. Recentemente, ho coronato questo percorso con un M.Sc. in Global Studies presso l’Università di Roskilde in Danimarca. Attraverso la mia passione per la geopolitica e con uno sguardo attento alle tensioni e alle opportunità che plasmano il nostro mondo, mi propongo di contribuire attivamente alla comprensione delle questioni geopolitiche più urgenti del nostro tempo.

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