Le interviste del Caffè – Seconda parte dell’intervista a Lorenzo Lamperti, giornalista e direttore editoriale di China Files, sulla grave crisi internazionale scatenata dalla visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Le reazioni dei Paesi dell’Indo-Pacifico ad essa sono state quantomeno variegate e questo potrebbe avere significative conseguenze per le dinamiche geopolitiche della regione.
La prima parte dell’intervista è disponibile qui.
Vorrei porti un’altra domanda, che a mio avviso è molto importante toccare: a tuo avviso, come hanno reagito alla crisi in corso i paesi del QUAD e, più in generale, i Paesi del Pacifico Occidentale? Anche in considerazione del fatto che almeno due aree esercitative cinesi sembrano sovrapporsi alla Zona Economica Esclusiva (ZEE) giapponese.
Questo è un tema sicuramente interessante. Il Giappone, in futuro, sarà sicuramente più “blindato” nei confronti della Cina. Guardiamo un po’ quanto avvenuto tra ieri ed oggi (4 e 5 agosto, n.d.r.): Pelosi ieri si è recata a Seoul e Yoon non si è fatto trovare, segnale che evidentemente la Corea non ha intenzione di “mettere le dita negli occhi” a Pechino in questo momento. Kishida ha invece condannato fermamente le esercitazioni, anche perché alcuni missili sono caduti nella ZEE giapponese, in prossimità delle isole Senkaku/Diaoyu. Il Giappone del futuro assumerà quindi un approccio maggiormente portato al confronto. Ieri, poi, il Ministro degli Esteri indiano si è incontrato con Blinken: Il rischio è che la Cina, con le sue azioni, possa portare anche l’India a prendere una posizione più marcata nei suoi confronti, quindi ad allinearsi maggiormente con gli americani. I media indiani stanno dando molto spazio alla vicenda. Anche quanto emerso dai Paesi del Sud-est asiatico è decisamente interessante. La Cambogia, Presidente di turno dell’ASEAN, ha sottolineato come la visita di Pelosi fosse una provocazione ai danni della Repubblica Popolare. La stessa ASEAN, in effetti, è intervenuta nella vicenda, chiedendo alle parti di non provocarsi a vicenda e di lavorare per il mantenimento della sicurezza regionale. Effettivamente, questo episodio è stato mal digerito da Pechino, e lo dimostra il fatto che Wang Yi ha lasciato il Forum dell’ASEAN, a Phnom Penh, prima della cena ufficiale a cui avrebbero dovuto prendere parte i Ministri degli Esteri dei Paesi partecipanti. Il rapporto con la Russia ne è invece uscito ulteriormente saldo, con Lavrov che ha espresso il suo marcato sostegno a Pechino. Poi abbiamo la Corea del Nord, che ha condannato il viaggio di Pelosi e ha annunciato nuovi test nucleari. In ultimo, in occasione del XX Congresso del PCC, assisteremo ad un cambiamento significativo in merito alla gestione del dossier Taiwan. Ci sarà un nuovo approccio relativo alla soluzione della questione taiwanese nella Nuova Era, sicuramente più duro ed assertivo.
Fig. 1 – Una fregata classe Cheng-Kun della Marina taiwanese in pattugliamento, 6 agosto 2022
Il Principio dell’Unica Cina, spesso imperante nella retorica di cinese e, come fanno anche presente le autorità di Pechino, anche accettato dalla comunità internazionale, verrà messo in discussione da quanto sta avvenendo?
La possibilità che anche altri possano prendere l’esempio di Pelosi, in effetti, è concreta. Ad esempio, è stata annunciata una ipotetica visita di una delegazione di Ministri tedeschi, e iniziativa simile sembra stia venendo organizzata anche in Gran Bretagna. Quindi, la possibilità che si concretizzi un “innalzamento” del riconoscimento della Repubblica di Cina (Taiwan), seppur in via non ufficiale, appare decisamente concreto.
In considerazione dello scenario attuale, ritieni che in futuro i taiwanesi saranno più propensi a “combattere” per la loro indipendenza e identità, anche a fronte della prova di forza della Repubblica Popolare Cinese?
Sicuramente l’opinione pubblica è sensibile alle dimostrazioni di forza della Cina. Più la Cina mostra i muscoli, più la popolazione se ne allontana. Anche in questa circostanza, come ho detto prima, questa tendenza sembra essere confermata.
Fig. 2 – La Speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, viene insignita dell’Ordine della Nuvola Propizia dalla Presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, 3 agosto 2022
Quanto questa crisi condizionerà lo shipping internazionale? Ci saranno delle problematiche per quanto concerne i settori della logistica?
Bisogna considerare che il porto di Kaohsiung non è solo il primo porto taiwanese, ma anche uno dei più importanti del Mar Cinese Meridionale. Anche le rotte aeree, quindi l’aviazione civile, sicuramente accuseranno dei contraccolpi. La crisi, evidentemente, impatterà anche questi settori.
È possibile che la Cina capitalizzi su questa crisi? Mi spiego meglio: è possibile che Pechino possa sfruttare le azioni statunitensi, che ha giudicato sconsiderate e provocatorie, per propellere la sua Global Security Initiative, quindi sfruttare la situazione corrente per promuovere una concezione alternativa, rispetto a quella attuale, dell’architettura che caratterizza le relazioni internazionali?
È decisamente troppo presto per dare giudizi in merito a questi aspetti. È difficile dirlo adesso ma certamente proverà a convincere i Paesi dell’Asia-Pacifico, soprattutto quelli in via di sviluppo che sono gli Stati Uniti a portare rischi e instabilità.
a cura di Francesco Lorenzo Morandi
“City of Kaohsiung” by fanjw is licensed under CC BY-NC-SA