In 3 sorsi – L’annuncio della ricandidatura di Bukele alle prossime elezioni del 2024, per quanto vietato dalla Costituzione, segna una possibile virata autoritaria in El Salvador.
1. L’ANNUNCIO DI BUKELE
Lo scorso 15 settembre, durante i festeggiamenti del 201° anniversario dell’indipendenza di El Salvador, il Presidente Bukele ha annunciato in diretta televisiva la volontĂ di ripresentarsi alle elezioni del 2024. Tale avviso preoccupa molti analisti in quanto l’articolo 152 della Costituzione afferma che “non potrĂ candidarsi come Presidente della Repubblica: 1) Chi abbia occupato la Presidenza della Repubblica per piĂą di 6 mesi (…) durante il periodo immediatamente precedente”. Per questa ragione, viste anche le politiche adottate negli ultimi mesi e il grande supporto popolare di cui gode, l’annuncio della rielezione è un campanello di allarme e si tema che il Paese sia alle porte di una virata autoritaria.
Fig. 1 – Il Presidente Nayib Bukele annuncia la sua ricandidatura alla prossime elezioni durante un discorso tenutosi nel giorno dell’Indipendenza de El Salvador
2. BUKELE IL ‘CAUDILLO‘
Come nota Ignacio Arana, la mossa di Bukele non rappresenta una novità per la regione, bensì si inscrive nella tradizione latino-americana del “continuismo”, nella quale “i Presidenti di turno tentano di eludere o reinterpretare la Costituzione per poter rimanere al potere”. L’esito di questo processo è la trasformazione in “caudillo”, vale a dire un leader autoritario dotato di grande potere politico e militare. I primi due anni della presidenza Bukele sembrano riflettere questo andamento. Nel febbraio 2020 il Presidente dà una prima prova di forza con un tentativo di autogolpe di Stato: entra con i militari nell’Assemblea Legislativa per forzare l’approvazione di un prestito internazionale. In seguito, nel maggio 2021, con l’appoggio dell’Assemblea, dove attualmente detiene il 70% dei seggi, licenzia alcuni giudici della Corte Suprema e li sostituisce con delle figure fedeli al suo partito, in un processo denunciato di molte irregolarità . Pochi mesi dopo tale Corte emetterà un pronunciamento sulla possibilità di rielezione del Presidente affermando quanto segue: “legare la volontà popolare a un testo che rispondeva alle necessità , contesto o circostanze di 20, 30 o 40 anni fa, risulta (…) una eccessiva restrizione”. Utilizzare la “volontà popolare” per giustificare e legittimare tali azioni, come ricorda José Miguel Vivanco, direttore dell’ONG Human Rights Watch, è ciò che fa anche Ortega in Nicaragua per rimanere al potere.
Fig. 2 – Un soldato controlla un uomo per un tatuaggio relazionato alle gang in un posto di blocco dei militari in San Salvador
3. LA POLITICA DI BUKELE
Oltre al controllo delle Istituzioni, i timori di una virata autoritaria sono istigati anche da alcune politiche intraprese negli ultimi mesi da Bukele. A fine marzo 2022, dopo una serie di giornate violente in cui sono state uccise 87 persone dalle gang salvadoregne, Bukele ha instaurato lo stato di emergenza: sono stati sospesi alcuni diritti costituzionali, come il diritto a una difesa legale, ed è stato permesso l’arresto arbitrario e senza ordine di detenzione di più di 50mila persone. La popolazione, però, sembra apprezzare la mano dura del giovane Presidente: secondo un sondaggio di Gallup, attualmente Bukele gode di un 86% di approvazione, essendo quindi il Presidente più gradito in America Latina. Come riporta il giornale New Yorker, tale popolarità si deve a una serie di motivi: la “guerra alle gang”, la gestione della pandemia, i progetti infrastrutturali, l’aumento del salario minimo e il basso prezzo del gas. Ora, però, Bukele si trova di fronte a una situazione di crisi economica, a causa della svalutazione del bitcoin, aggravata dall’annuncio della sua rielezione che genera incertezza tra gli investitori. Inoltre, poco dopo l’avviso in televisione, Fitch Ratings, un’agenzia di rating del credito, ha stimato che El Salvador andrà in contro a un “probabile default” a causa dell’alto debito pubblico. Ad ogni modo occorrerà attendere fino alle elezioni del 2024 per vedere se la popolarità di Bukele e il suo discorso populista saranno sufficienti per permettergli di rimanere al potere, oppure se la fragile democrazia salvadoregna resisterà ancora integra.
Santiago Olarte
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