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Francia e Stati Uniti: un’alleanza indispensabile

In 3 sorsi – Si è conclusa la visita di Stato del Presidente Macron a Washington. Nonostante il paventato conflitto commerciale con l’Unione Europea per i sussidi dell’Inflation Reduction Act e le divergenze strategiche nell’Indo-Pacifico, le storiche relazioni tra le due potenze restano salde. 

1. USA E FRANCIA: SCONTRO TRA UNIVERSALISMI

Mai come nelle relazioni tra due imperi il dato storico assume rilievo. Non si tratta solo di un semplice artifizio retorico, utile ad abbellire un discorso ufficiale, ma è il segno di un legame profondo, capace di segnare il destino di due nazioni, accomunate dalla stessa idea di universalismo. Una visione globale, che gli USA hanno saputo tradurre in fattiva influenza sullo scacchiere internazionale, e che invece la Francia pretende di realizzare. Pertanto, quella tra USA e Francia si rivela una collaborazione pragmatica e funzionale agli obiettivi strategici delle due potenze: per Washington significa disimpegnarsi sul versante europeo, per perseguire l’egemonia nella competizione con la Cina; per Parigi vuol dire soddisfare il desiderio di grandeur e tornare ad incidere sulla scena globale. Visti gli intenti, questo rapporto non è stato di certo esente da momenti di tensione: basti citare le divergenze francesi all’intervento in Iraq nel 2003, o ancora, il più recente incidente diplomatico, che è seguito della sottoscrizione dell’alleanza AUKUS e alla disdetta dell’ordine di sottomarini francesi da parte dell’Australia, in favore di quelli statunitensi. Eppure Stati Uniti e Francia si dicono ​​”amici fedeli sia in tempi di trionfo che in tempi di difficoltà”. Ne è prova la recente visita di Stato che Macron ha reso a Biden, con la quale la Francia si è consacrata interlocutore di riferimento del Vecchio Continente, con buona pace della Germania, rea di essersi riavvicinata alla Cina.

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Fig. 1 – Il Presidente Biden assieme al Presidente Macron si dirigono verso lo Studio Ovale

2. INFLATION REDUCTION ACT: VERSO UNA GUERRA COMMERCIALE CON L’UE?

Il Presidente Macron si è fatto portatore degli interessi della Francia e dell’Unione Europea sul piano commerciale: non ha, dunque, nascosto una certa opposizione al piano di investimenti pubblici e sussidi contenuto nell’Inflation Reduction Act, giudicandolo “super aggressivo” per l’economia europea. Le agevolazioni fiscali e gli incentivi per accelerare la transizione green dell’industria statunitense rappresenterebbero un duro colpo per l’economia europea, schiacciata dai costi per l’energia e dall’assenza di una politica industriale capace di rispondere alla concorrenza estera. La ratio protezionistica della manovra ha creato malumori nelle cancellerie europee, tanto da spingere la Presidente della Commissione, Von der Leyen, a proporre una revisione della normativa sugli aiuti di Stato. L’inquilino dell’Eliseo ha persino suggerito un “Buy European Act” per far fronte alla concorrenza cinese e statunitense. Anche la Germania, inizialmente contraria a interventi pubblici, nelle ultime settimane si è allineata alla posizione francese. Biden, dal canto suo, ha accolto le preoccupazioni europee e si è detto disponibile a trovare una soluzione che possa aiutare gli alleati d’oltreoceano. Ciò non sarĂ  facile: una modifica della legge richiede un passaggio in Congresso, e al momento non appare una strada percorribile. Lo stesso vertice del Trade and Technology Council (il tavolo di discussione ministeriale tra UE e USA per coordinarsi sulle politiche di trasformazione digitale, commerciale ed economica globali), tenutosi a Washington lo scorso 5 dicembre, non ha registrato decisivi passi in avanti, se non la volontĂ  comune di avviare una serie di trattative per trovare un compromesso. Come piĂą volte ribadito, se è vero che la politica estera inizia a casa, questa vicenda si segnala come una mossa imprudente per l’Amministrazione Biden-Harris: la crescita interna non può farsi a discapito di alleati così centrali nelle partite con la Russia e la Cina. 

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Fig. 2 – Il Presidente Macron accolto dalla folla nel quartiere francese di New Orleans. Prima di lui, solo De Gaulle nel 1960 e Giscard d’Estaing nel 1976 si erano recati in Louisiana in visita in qualitĂ  di Capo di Stato

3. UCRAINA E INDO-PACIFICO: I TEMI CALDI

La visita di Stato si segnala inoltre per il dossier Ucraina. Ferma restando ogni condanna all’aggressione russa e il pieno sostegno all’Ucraina, la posizione del Presidente Macron di lasciare aperto un canale di comunicazione con Putin si è sempre distinta rispetto all’opposta visione dei paesi dell’Europa centrale. Il dialogo con l’omologo francese va, dunque, letto come un segnale di apertura della Casa Bianca. Come affermato in conferenza stampa, Biden si è detto pronto a parlare con il Presidente russo qualora “inizi a mostrare segnali di voler cessare la guerra, anche se finora non lo ha fatto”. Nella veste ritrovata del mediatore (più volte appartenuta alla Francia in passato), Macron ha così annunciato una conferenza internazionale per il prossimo 13 dicembre a Parigi: sebbene non si tratti di una conferenza di pace, sarà sicuramente un’occasione di incontro tra alleati per fare il punto sulla situazione in corso e studiare eventuali, seppur remoti, spiragli di soluzione pacifica del conflitto.  Se la richiesta parigina di offrire una maggiore autonomia strategica all’Europa (magari per favorire la nascita di una difesa europea) può trovare d’accordo Washington, la proposizione di una terza via francese nella regione dell’Indo-Pacifico non convince totalmente gli alleati statunitensi. Tutti ricordano “pugnalata alla schiena” inferta dall’Australia alla Francia, che preferì i sommergibili a propulsione nucleare anglo-statunitensi a quelli convenzionali francesi. Quell’episodio era chiaramente il sintomo del diverso atteggiamento di Francia e USA rispetto alla minaccia cinese ed un richiamo ad appoggiare gli obiettivi strategici di Washington, tra tutti, il contenimento marittimo di Pechino. Sicuramente Biden riconosce il ruolo della Francia nell’Indo-Pacifico di potenza residente con una presenza militare consistente. Non a caso, nella dichiarazione congiunta si parla di Francia e Usa come “due nazioni dell’Indo-Pacifico”. Tuttavia, restano ancora da definire i margini di questa collaborazione nell’area, per ora relegata alla difesa dei valori condivisi di pace, sicurezza e prosperità. Lo spazio per l’autonomia strategica dell’Esagono appare limitato alla sola area geografica europea. Sicuramente i rapporti tra i due Paesi sono decisivi per il futuro del campo occidentale, quantomeno nel dimostrare i pregi del modello democratico su quello autocratico. L’alleanza tra Parigi e Washington potrà essere decisiva anche nella riforma delle istituzioni internazionali, soprattutto quelle finanziarie, tema recentemente sostenuto da Macron alla Cop 26. Nel dare stabilità allo scenario europeo e nel contenere l’espansione cinese. Per questi motivi, è essenziale che le due potenze continuino a coltivare relazioni fruttuose. In ragione di profondi legami storici, ma anche di interessi comuni globali.

Lorenzo De Poli

L’immagine di copertina è stata scattata o realizzata da un impiegato dell’Ufficio esecutivo del Presidente degli Stati Uniti d’America poichĂ© parte dei doveri d’ufficio di quella persona. In quanto opera del Governo federale degli Stati Uniti d’America, l’immagine è di pubblico dominio.

Dove si trova

Perchè è importante

  • Le relazioni diplomatiche tra USA e Francia affondano le loro radici nel Trattato di Alleanza del 1778. A distanza di due secoli, Parigi è il punto di riferimento statunitense in Europa.
  • Il Presidente Macron ha esposto le preoccupazioni europee in merito alle misure protezionistiche contenute nell’IRA, che potrebbero colpire in negativo l’economia dell’UE.
  • Centrale il dossier Ucraina e la mediazione francese. Sull’Indo-Pacifico, la collaborazione tra USA e Francia resta ancora da definire.

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Lorenzo De Poli
Lorenzo De Poli

Praticante avvocato del foro di Roma. Dopo la maturitĂ  classica presso la Scuola Navale Militare “F. Morosini” di Venezia, consegue la laurea in Giurisprudenza presso la LUISS Guido Carli di Roma, optando per un major in diritto amministrativo e discutendo una tesi in diritto urbanistico. Ha frequentato il Master in Studi Diplomatici della SIOI. Oltre al diritto, coltiva da sempre la passione per l’archeologia e la storia dell’arte.

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