In 3 sorsi – I dati del report ONU sulla diffusione di farmaci contraffatti in area saheliana mettono in luce una situazione fuori controllo. Questi traffici rappresentano un mercato parallelo illegale in grande crescita a fronte della sempre maggiore necessità di medicinali.
1. IL REPORT DELL’ONU
Secondo un report ONU pubblicato il 31 gennaio 2023 fino al 50% dei farmaci circolanti nella regione del Sahel è contraffatto o non rispetta gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Sempre l’OMS stima in un numero compreso tra 72mila e 267mila le morti collegate a farmaci antimalarici contraffatti o sotto standard. In aggiunta si stimano circa altri 167mila decessi connessi a farmaci falsificati utilizzati per curare la polmonite nei bambini. Il rapporto prende in considerazione cinque Paesi dell’Africa subsahariana: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il reparto per bambini affetti da malnutrizione cronica dell’ospedale di Maradi, in Niger
2. CONTESTO E ATTORI NELL’AREA SAHELIANA
Gli Stati presi in considerazione soffrono di alcune problematiche comuni, che pregiudicano la qualitĂ dei servizi di welfare offerti ai cittadini, tra i quali il settore sanitario-farmaceutico. I Paesi del Sahel prima elencati dipendono, in campo farmaceutico, dalle importazioni estere, che coprono tra il 70 e il 90% del totale della spesa sanitaria e ammontano a circa 14 miliardi di dollari l’anno. Questo, insieme alla mancanza di industrie farmaceutiche sufficientemente sviluppate e in grado di coprire anche solo parzialmente il fabbisogno nazionale, in particolare di farmaci antimalarici, porta inoltre a un debole potere negoziale nei confronti delle multinazionali farmaceutiche estere. La differenza tra domanda e offerta viene in parte colmata sia da farmaci contraffatti che vengono venduti comunque nel circuito legale, sia dal mercato nero. Nel primo caso a differenza di Paesi dove il settore è meglio regolamentato, mancano solitamente dei sistematici “controlli qualità ” tra i vari anelli della supply chain e ciò causa di conseguenza l’immissione nel mercato regolare di farmaci non in linea con gli standard. Nel secondo caso, invece, i farmaci sono venduti in strada da venditori non autorizzati che ottengono la merce attraverso canali illegali spesso legati anche alla criminalitĂ organizzata: dal 2017 al 2021 ne sono state sequestrate 605 tonnellate in tutta l’Africa Occidentale in seguito a operazioni internazionali di contrasto. Le rotte che riforniscono il mercato nero partono sia da Paesi europei come Francia e Belgio, che asiatici come Cina e India, ma anche dagli Stati Uniti, per arrivare ai grandi porti atlantici dell’Africa Occidentale come Tema, LomĂ©, Cotonou e Apapa. Dalla zona costiera queste merci contraffatte si dirigono via terra verso l’interno del continente, andando a occupare fette di mercato non solo nei Paesi presi in esame dal report dell’ONU, ma in generale in tutta l’Africa Occidentale. Il traffico interno di questi farmaci è enormemente agevolato dai confini porosi esistenti tra molti Stati del Sahel, i quali sono incapaci di attuare un efficace controllo delle frontiere. CriminalitĂ organizzata e gruppi jihadisti guadagnano su questi traffici, che occupando un’importante fetta di mercato, vanno anche ad attuare una concorrenza sleale nei confronti dei farmaci regolari, rendendo meno appetibile uno sviluppo delle industrie nazionali nel campo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un membro della Croce Rossa ispeziona sacchi contenenti sciroppi per la tosse di produzione indiana che secondo l’OMS potrebbero aver causato la morte di 66 bambini in Gambia nel 2022
3. POSSIBILI SVILUPPI FUTURI
Partendo dal presupposto che la necessitĂ di farmaci nei prossimi anni non farĂ che aumentare di pari passo con l’incremento demografico, l’evoluzione della situazione nei prossimi anni dipenderĂ molto dalla stabilitĂ dei Governi dell’area e dalla loro abilitĂ di imporre il controllo sulle frontiere – e di conseguenza sui movimenti di queste merci illegali. Importante sarĂ anche il contributo di organismi sovranazionali come l’Ecowas e l’Unione Africana nello sviluppo di regolamentazioni comuni che rendano maggiormente omogenee tra i diversi Paesi le legislazioni atte a combattere questi traffici illegali. Infine per contrastare a lungo termine il mercato nero andrebbero incentivate le industrie farmaceutiche nazionali, in modo da ridurre la dipendenza da importazioni di merci estere delle quali è piĂą complicato tracciare provenienza e aderenza agli standard qualitativi.
Daniele Atzori
Photo by Pexels is licensed under CC BY-NC-SA