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Libertà d’espressione, un diritto sotto attacco in Madagascar

Analisi A novembre in Madagascar si terranno le elezioni presidenziali, ma nonostante nel Paese sia riconosciuta formalmente la libertà di stampa, il lavoro dei giornalisti non è semplice, né esente da rischi, come confermato dall’ONU.

IL VALORE DELLA RADIO NELLA GRANDE ISOLA

“Akory aby Fianaaaa!” (“Buongiorno Fiana!”). A dare la sveglia alla città degli hauts plateaux, gli altopiani centrali del Madagascar, ci pensa la voce di Haja dai 105 FM di radio Tsiry, che raggiunge l’80 per cento della vasta provincia. Qui si seguono i ritmi della vita rurale, ci si alza alle cinque del mattino, anche prima, e la radio è la compagna delle prime faccende domestiche. “Da noi la radio ha ancora un ruolo importante – spiega Haja, che è tecnico radiofonico e conduttore. – Nelle zone rurali solo il 15 per cento delle persone ha la televisione, invece la radio ce l’hanno tutti, magari alimentata con il pannello solare o le batterie, così anche quando ci sono le frequenti interruzioni di energia elettrica, si può ascoltare lo stesso”. Le radio ufficialmente riconosciute nel Paese sono 500, poi ci sono quelle libere o indipendenti. La lingua è quella locale, il dialetto della regione o della tribù: “Soltanto nella capitale c’è una radio in lingua francese, a Tana, – spiega Haja, – qui trasmettiamo nella lingua dei betsileo, il terzo gruppo etnico malgascio, solo così possiamo raggiungere tutti”. Radio Tsiry, che in malgascio significa qualcosa che sta crescendo, è una radio diocesana, ma non ha nulla di confessionale, come ci conferma una delle redattrici, Perle: “Certo, facciamo anche evangelizzazione, ma l’obiettivo è lo sviluppo completo dell’uomo, ci sono i notiziari, le trasmissioni sulle problematiche del territorio di Fiana, si parla di ambiente, dell’importanza della tutela delle nostre foreste, si cerca di sensibilizzare, poi c’è la parte culturale con la trasmissione di opere teatrali, ma anche tanta musica”. E, parlando di musica, siamo sorpresi dallo scoprire che trasmettono anche musica italiana, un po’ datata, ma di discreto livello: Giorgia, Andrea Bocelli, Zucchero e l’immancabile Eros Ramazzotti. 

Fig. 1 – Foto realizzata dall’autrice dell’articolo

GIORNALISTI A RISCHIO

Ma, alla vigilia dell’avvio della campagna elettorale per le presidenziali, previste per il 9 novembre, non è di canzonette che vogliamo parlare e riportiamo ai colleghi le parole della ministra per le Comunicazioni e la Cultura, Lalatiana Andriatongarivo, in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale della Radio: “Le emittenti radiofoniche del Paese hanno un ruolo importante all’interno del processo elettorale, – ha dichiarato al giornale Les Nouvelles. – Grazie a esse i cittadini s’informano a proposito della preparazione e dell’organizzazione d’una elezione e possono conoscere i candidati e i loro progetti per la società”. Aggiungendo che nessuna trasmissione radiofonica a carattere politico è stata interdetta o censurata negli ultimi anni, il che sarebbe la prova che la libertà d’espressione e di stampa sono una realtà in Madagascar. In verità non c’è piena libertà d’espressione, – replica Perle, – specialmente in questi ultimi anni, adesso poi siamo vicini alla campagna elettorale, entriamo in un campo di guerra mediatico, comunque in generale molti giornalisti si sentono minacciati, anche fisicamente, intendo quelli che criticano il Governo del Presidente Andry Rajoelina e del suo entourage”. 

Fig. 2 – Foto realizzata dall’autrice dell’articolo

IL RAPPORTO ANNUALE SUI DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE

Le parole della collega sembrano confermare i dati del Consiglio per i Dritti Umani delle Nazioni Unite, nel quale sono segnalati diversi casi di giornalisti molestati per aver criticato il Governo e i servizi pubblici. A febbraio dello scorso anno, nella città sud-orientale di Ankilimanilike, i leader della comunità, con il sostegno delle Autorità locali, hanno ordinato l’arresto e la detenzione di due giornalisti di una radio privata locale. La comunità ha accusato ingiustamente i giornalisti di aver diffuso notizie false sulla scomparsa di bambini nella località e li ha costretti a pagare 275mila ariary (72 dollari) e otto zebù ciascuno. Nei mesi scorsi il sindacato dei giornalisti ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia l’aumento delle minacce contro i giornalisti. La dichiarazione afferma che il direttore della comunicazione della Presidenza ha minacciato verbalmente un giornalista del quotidiano Basy Vava che aveva scritto un articolo sull’appropriazione indebita di fondi pubblici; le forze di sicurezza hanno costretto i giornalisti del quotidiano Tia Tanindrazana e dell’emittente televisiva MBS a cancellare dalle loro telecamere le immagini che avrebbero potuto screditare il Governo; un parlamentare ha cercato di colpire un giornalista ad Antsohihy e un gendarme ha aggredito fisicamente un giornalista dell’emittente televisiva Viva ad Ampasika Antananarivo. A giugno, la corrispondente di France 24 e giornalista malgascia vincitrice del Premio Pulitzer, Gaelle Borgia, è stata oggetto di una campagna diffamatoria da parte di politici di alto livello e funzionari governativi sui social media dopo aver filmato e pubblicato un documentario che mostrava le persone nella regione meridionale del Paese cucinare e mangiare pelle di mucca ricavata dagli scarti delle scarpe a causa delle condizioni di carestia locali. Il Governatore della regione di Androy ha rilasciato una dichiarazione in cui accusa la giornalista di diffondere notizie false. La televisione di Stato TVM ha poi pubblicato interviste a persone che hanno testimoniato che la giornalista le aveva corrotte per farsi filmare mentre mangiavano scarpe. Pochi giorni dopo, Borgia ha pubblicato un altro video in cui le stesse persone ammettevano di essere state costrette, sotto minaccia di violenza, a parlare contro i suoi servizi. Reporter senza frontiere ha condannato i tentativi di screditare Borgia e i corrispondenti dei media internazionali hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per chiedere la fine delle molestie informatiche contro i giornalisti. 

Fig. 3 – Foto realizzata dall’autrice dell’articolo

LE PRESIDENZIALI DI NOVEMBRE

In realtà la situazione non potrà che peggiorare a mano a mano che ci si inoltra nella campagna elettorale. Il Presidente Andry Rajoelina, già Sindaco della capitale ed ex d.j., si ricandida: chissà se sommergerà il Paese di t-shirt con la sua effige, ancora in circolazione, come ha fatto la volta precedente? “È una figura che si presenta bene, forse avrebbe anche delle idee, – dice Nirina, un’altra giornalista della radio, – ma purtroppo si è circondato di persone approfittatrici, che lo hanno appoggiato per raggiungere il potere e fare i propri interessi, per non parlare degli scandali di cui si è sentito, in pratica la storia di questo Governo è soprattutto una storia di scambio tra sesso e potere”. Anche la massiva operazione di consegna delle carte d’identità avviata a novembre, per consentire l’iscrizione alle liste elettorali – si legge sul sito lagazette-dgi.com, – si è già macchiata di numerose frodi, ad esempio richieste di denaro in cambio del documento e persone che si ritrovano con lo stesso numero, il che significa che ci saranno doppioni durante le elezioni, rendendo già a priori le votazioni compromesse dal punto di vista della regolarità. “Se Rajoelina agirà come nelle precedenti elezioni, – interviene Haja, –  usando i soldi per comprare il sostegno dei privati, che poi finiscono per esercitare realmente il potere, non cambierà nulla. In questi anni si è interessato soprattutto del suo grande bacino di voti, che è quello di Tana, la capitale. Il budget è stato usato per il 95 per cento per la sua regione, ma delle altre cinque sembra essersi dimenticato, da queste parti non si è mai visto. Per le infrastrutture, l’annoso problema del Madagascar, non ha fatto nulla”. E così ci vogliono giornate intere per fare cento chilometri, ma i malgasci, sui loro taxi brousse, continuano a percorrere le loro strade polverose, piene di voragini, che con le piogge diventano pantani, con la loro compostezza, la loro calma, la loro pazienza, moramora, piano piano.

Milena Nebbia

Immagine di copertina: foto di Milena Nebbia. Tutti i diritti sono riservati all’autrice.

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Perchè è importante

  • La radio è uno strumento di informazione fondamentale per il Madagascar.
  • Nel Paese si registrano episodi di violenza e intimidazione contro i giornalisti.
  • Anche l’ONU conferma le limitazioni alla libertà di stampa.
  • A novembre il Madagascar sceglierà il nuovo Presidente e si teme un inasprimento della censura durante la campagna elettorale.

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Milena Nebbia
Milena Nebbia

Milanese di nascita, vicentina d’adozione, sono una docente e una giornalista freelance, da sempre impegnata nel volontariato sociale, nel movimento nonviolento e nella cooperazione internazionale. Ho studiato Lettere a Padova e mi sono specializzata, presso la Facoltà di Scienze Politiche, sempre dell’ateneo patavino, nel Processo di capacity building nei paesi in via di sviluppo, e in Peacekeeping e Peacebuilding alla Scuola Superiore di Perfezionamento S. Anna di Pisa. Ho fatto l’osservatrice elettorale in Salvador, Cisgiordania, Tunisia, Turchia, sono stata componente della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale dei rifugiati della Prefettura di Vicenza. Nella mia vita ho cercato di coniugare la professione di giornalista con la mia vocazione solidale, il che spesso non è risultato semplice. Attualmente mi trovo in Madagascar per un periodo di volontariato e sto cercando di comprendere la complessità della Gande Isola.

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