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Carri Armati M1 Abrams: la scheda tecnica

In 3 SorsiSono passate alcune settimane dalla decisione di Washington di inviare a Kyiv i carri armati M1 Abrams.  Nelle ultime ore sembra essersi accelerato il processo di consegna: il summit NATO a Varsavia e la visita di Biden in Ucraina ne hanno sottolineato l’urgenza. L’iniziale volontà di produrre ex novo i mezzi è forse superata. Adesso si pensa di inviare carri armati nelle disponibilità dell’Esercito statunitense.

1. GUERRA ALLA DISINFORMAZIONE: LA VICENDA DELLA CONSEGNA DEGLI M1 ABRAMS

La notizia della consegna dei carri armati M1 Abrams sembra oramai una chimera. Sul web circolano notizie false: c’è chi addirittura sostiene con video l’avvenuta consegna e presenza sul suolo ucraino dei mezzi militari. Cerchiamo di fare un po’ di fact-checking. 
Gli M1 Abrams non sono ancora arrivati in Ucraina. Vero. La consegna dei blindati richiederà quantomeno dei mesi. Questo perché la fornitura verrà garantita attraverso nuove produzioni, senza la necessità di scomodare il potere presidenziale di prelievo di scorte già in dotazione alla Difesa. Come dichiarato proprio da Biden il 25 gennaio scorso, nelle more della consegna, gli Stati Uniti forniranno all’Esercito ucraino un addestramento tecnico sui mezzi.
L’altra falsa affermazione che circolava riguarda una presunta dichiarazione di Biden del 2022, nella quale il Presidente avrebbe detto che l’invio dei carri armati M1 Abrams avrebbe dato inizio alla guerra mondiale. Quest’ultima, falsa. In effetti, dal video e dalle trascrizioni di quelle dichiarazioni si comprende che il riferimento fosse all’invio di truppe statunitensi e non di mezzi militari. Supporto ben diverso, anche sotto la prospettiva del diritto internazionale.
L’attenzione mediatica attorno al tema della fornitura di armi e mezzi militari alimenta con ogni evidenza facili campagne di disinformazione. Storie false e provocatorie, che con l’ausilio dei social network, raggiungono enorme visibilità, tanto da influenzare l’opinione pubblica. Forme, anche queste, di aggressione ibrida, da non sottovalutare.

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Fig. 1 Un carro armato M1A2 Abrams

2. M1 ABRAMS: LA SCHEDA TECNICA

L’M1 Abrams è, come dicono gli addetti al mestiere, un programma maturo: siamo giunti ormai alla seconda generazione del veicolo, l’M1A2. Non si sa, con certezza, quale sia la versione che sarà consegnata all’Esercito ucraino, ma si pensa che possa essere proprio l’M1A2. Vale comunque la pena offrire una panoramica generale del mezzo. È entrato in servizio nel 1980 e balzato agli onori della cronaca con la prima Guerra del Golfo, ed è successivamente stato adoperato in Afghanistan e in Iraq. Sono tra i mezzi corazzati più resistenti e potenti al mondo. Prendono il nome dal Generale Creighton Abrams, l’alto ufficiale famoso per aver combattuto alla testa di truppe corazzate durante la Seconda Guerra Mondiale e distintosi per le sue competenze tecniche e logistiche nel rafforzamento dell’Esercito sudvietnamita in qualità di comandante in capo delle forze USA in Vietnam dal 1968 al 1972. 
Il mezzo è noto per la sua precisione: originariamente dotato di un cannone da 105mm, adesso monta un più potente 120 mm a canna liscia, in grado di sparare proiettili da circa 40 libbre (18 chilogrammi circa), tra cui l’evoluzione della “pallottola d’argento” usata nell’operazione Desert Storm, una tra le più efficaci munizioni in grado di penetrare le corazzature dei carri armati. Inoltre, è dotato di tre mitragliatrici: una Browning M2HB sulla postazione del comandante, una M240 da 7,62 mm sulla postazione del servente e infine una M240 coassiale manovrata dal sistema di controllo del cannone. La torretta include lanciagranate fumogene. 
Monta un’armatura Chobham, un tipo di corazzatura che usa materiali compositi. In pratica, l’M1 Abrams ha un’architettura fatta da larghe lastre di metallo, sul quale sono montate grosse tegole di ceramica balistica e materiale plastico. La parte anteriore dello scafo e la torretta presentano, inoltre, una rete di protezione all’uranio impoverito, significativa contro l’impatto di armi anticarro, come ad esempio gli high-explosive anti-tank (HEAT). Proprio questa caratteristica, però, lo rende più difficile all’esportazione per la legge statunitense. Da ciò deriva la particolare forma grossolana, con angoli tagliati, che gli conferisce l’aspetto di “masso tagliato”. Questa tecnologia garantisce una maggiore resistenza del veicolo, e, sotto molti aspetti, anche una maggiore leggerezza. Nonostante questo, gli M1A2 Abrams pesano ben 74 tonnellate. Il mezzo ha un buon sistema di protezione superiore, che sfrutta una torretta bassa per ridurre la capacità del nemico di individuarlo. Ha un deposito di munizioni sicuro che permette uno stoccaggio in uno scompartimento separato di 34 colpi, in modo da assicurare la sicurezza dell’equipaggio anche in caso di attacco con armi chimiche-biologiche e financo nucleari. All’opposto, si registrano alcune vulnerabilità lungo i fianchi e sul retro del mezzo, rivestiti da un’armatura più debole.
La particolarità del mezzo risiede anche nel sistema di propulsione a turbina a gas AGT1500 di Honeywell. Il motore deriva da quello per gli elicotteri e fornisce 1.500 cavalli di potenza, capaci di spingere il mezzo fino alla velocità massima di 70 km/h. Viene alimentato con il propellente per jet JP8. Questo motore così performante deve, tuttavia, fare i conti con consumi estremamente elevati – pari a 700 litri di carburante per 100 chilometri. Il mezzo necessita inoltre di un notevole sforzo logistico, sia in termini di equipaggio, sia in termini di manutenzione. Trasporta un equipaggio di 4/5  persone, altamente addestrato. In effetti, i sistemi di tiro e il motore non ammettono errori di sorta. Difficili anche le riparazioni sul campo. Spesso la componentistica proviene direttamente dagli USA e va spedita direttamente nei teatri operativi. 

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Fig. 2Formazione dell’Esercito USA vicino al confine iracheno

3. I TANK, ANCORA PROTAGONISTI DEI TEATRI OPERATIVI

Dietro la donazione dei mezzi all’Ucraina, dunque, si nascondono delle complessità che ne segnano ogni passaggio: dalla fornitura, alla formazione dei soldati, fino alla manutenzione.
Si comprende allora lo sforzo diplomatico delle ultime settimane dell’Amministrazione statunitense nel richiedere supporto ai Paesi europei, primi fra tutti la Germania del Cancelliere Scholz, che ha annunciato l’invio di carri armati Leopard 2 a Kyiv. I 14 tank promessi dai tedeschi potrebbero essere nelle disponibilità dell’Esercito ucraino entro un paio di mesi.
Sicuramente entrambi i mezzi potranno essere di aiuto agli ucraini, offrendo migliori prestazioni rispetto ai vecchi mezzi attualmente in dotazione.
Che possano, invece, essere decisivi sulle sorti del conflitto è tutt’altra vicenda. Su questo punto pesano i tempi di consegna. Ai quali vanno aggiunti i tempi tecnici per la formazione del personale ucraino. E soprattutto quelli per la produzione: trattandosi di mezzi strategici usati dall’US Army, dovranno essere apportate delle variazioni sulle tecnologie, per evitare che esse possano finire in mano nemica, in caso di perdita del mezzo.
A distanza di oltre 100 anni dalla sua invenzione – era il 1916 e il mezzo era il Mark I di fabbricazione britannica – i carri armati restano protagonisti delle vicende belliche. Nonostante le inefficienze e le vulnerabilità, gli Eserciti di tutto il mondo continuano a investire risorse nella loro ricerca e sviluppo. Anche la terza generazione dell’M1A2 Abrams è stata da poco annunciata: l’Abrams X, dotato di motore ibrido e sistemi di intelligenza artificiale. La fine dell’era del carro armato sembra ancora lontana.

Lorenzo De Poli

Immagine di copertina: “Sullivan Cup Competition” by The National Guard is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • Dietro la vicenda della consegna dei carri armati Abrams si è alzato un polverone mediatico, nel quale si è insinuata una aggressiva campagna di disinformazione.
  • I Main Battle Tanks (MBT) Abrams sono il fiore all’occhiello dei mezzi corazzati statunitensi. Altamente performanti, ma con consumi elevati e grande sforzo logistico e di manodopera.
  • A distanza di più di 100 anni dalla loro invenzione, i tank restano al centro delle vicende belliche.

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Lorenzo De Poli
Lorenzo De Poli

Praticante avvocato del foro di Roma. Dopo la maturità classica presso la Scuola Navale Militare “F. Morosini” di Venezia, consegue la laurea in Giurisprudenza presso la LUISS Guido Carli di Roma, optando per un major in diritto amministrativo e discutendo una tesi in diritto urbanistico. Ha frequentato il Master in Studi Diplomatici della SIOI. Oltre al diritto, coltiva da sempre la passione per l’archeologia e la storia dell’arte.

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