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Centrafrica, assalitori armati uccidono nove lavoratori cinesi

In 3 sorsi – È di un mese fa la tragedia che si è consumata a Bambari, nella Repubblica Centrafricana. Nove operai provenienti dalla Cina sono stati uccisi nel corso di un raid avvenuto nell’impianto aurifero di Chimbolo, gestito dalla Gold Coast Group. Gli assalitori e le motivazioni restano sconosciuti e il Governo cinese esorta le Istituzioni centrafricane a trovare i responsabili.

1. UNA SERIE DI PRECEDENTI

Nella notte tra il 18 e il 19 marzo dei colpi di arma da fuoco sono stati uditi nella periferia della città di Chimbolo, nella Repubblica Centrafricana. Una volta giunte sul posto, le Autorità locali hanno rinvenuto i corpi di nove operai originari della Cina e due cittadini centrafricani feriti. Questo episodio di violenza non sembra essere un caso isolato: nell’ultimo periodo ci sono stati diversi attacchi perpetrati a danno dei lavoratori provenienti dalla Repubblica Popolare, che ora si è posta l’obiettivo di garantire la sicurezza dei propri cittadini sul suolo africano. Infatti, pochi giorni prima, tre persone di nazionalità cinese erano state rapite lungo il confine con il Camerun. Nel 2018, nella prefettura di Sosso-Nakombo, quattro lavoratori cinesi e un abitante locale si sono recati in barca presso una delle miniere gestite da Pechino: il mezzo di trasporto si è ribaltato causando la morte del centrafricano. Una volta recatisi dalle Forze dell’Ordine in loco per riportare l’incidente, i cittadini asiatici sono stati attaccati da un gruppo di residenti venuti a conoscenza dell’accaduto; tre hanno perso la vita, mentre uno è stato gravemente ferito.
Questi spiacevoli eventi, in concomitanza con la guerra civile in corso nella Repubblica Centrafricana dal 2012, hanno portato il Governo di Bangui a indirizzare i propri sospetti verso il gruppo ribelle Coalizione dei Patrioti per il Cambiamento (CPC) creatosi nel contesto delle elezioni del 2020-2021. La CPC ha negato ogni coinvolgimento e ha accusato il Gruppo Wagner – anch’esso operante nel Paese su richiesta dell’esecutivo a seguito degli scontri che si sono verificati dopo le votazioni – di essere il responsabile di questa vicenda.

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Fig. 1 – Operai al lavoro in uno dei giacimenti auriferi della Repubblica Centrafricana

2. L’INSODDISFAZIONE DELLA CINA

La risposta da parte della Repubblica Popolare Cinese non ha tardato e Xi Jinping, tramite un comunicato ufficiale rilasciato dall’ambasciata in Centrafrica, ha esortato i propri cittadini a prestare particolare attenzione alla sicurezza e ad astenersi dal visitare la regione, ad eccezione della capitale Bangui.
Il Presidente cinese durante un colloquio con la controparte centrafricana Faustin-Archange Touadéra ha auspicato un’immediata “caccia all’uomo” per trovare i responsabili, ponendo l’accento su come Pechino sia disposta a cooperare e a fornire supporto affinché sia fatta giustizia. Sebbene i colpevoli non siano ancora stati individuati, le accuse sollevate verso il Gruppo Wagner potrebbero rappresentare un potenziale problema per l’Amministrazione del leader cinese. Infatti, nell’ultimo periodo, Xi Jinping aveva espresso la volontà di ricoprire il ruolo di mediatore nel conflitto tra Ucraina e Russia. Il giorno dopo i fatti di Chimbolo, il Presidente cinese si è recato come programmato in visita a Mosca, ma nella circostanza non sono stati fatti riferimenti alla recente tragedia.

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Fig. 2 – Cittadini della Repubblica Centrafricana manifestano solidarietà verso il personale straniero che opera nel Paese

3. I PROBLEMI ALL’ORIZZONTE

Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo avvicinamento del colosso asiatico verso i Paesi dell’Africa subsahariana. Molti sono stati gli accordi che hanno garantito un dispiego di forza lavoro e un sostegno economico decisivo per lo sviluppo dei partner africani. Questo impegno si è concretizzato con una gestione centralizzata da parte del Governo cinese delle infrastrutture e degli stabilimenti costruiti al fine di poter estrarre preziose materie prime che in assenza di finanziamenti sarebbero risultate difficilmente sfruttabili per le Amministrazioni locali. Un caso del genere è proprio la Repubblica Centrafricana, la quale ha spesso fatto ricorso all’aiuto di potenze estere per fronteggiare le turbolenze interne, sia dal punto di vista economico come con la Cina, sia da quello militare come accaduto con Russia e Ruanda. La presenza straniera in una nazione può destabilizzare gli equilibri precari, soprattutto se questa si mostra fragile per quanto concerne la sicurezza. Dall’inizio del progetto della Nuova Via della Seta, lo Stato asiatico ha favorito la creazione di compagnie di sicurezza private – pratica de facto legalizzata dal Governo di Pechino dal 2009, – tra gli scopi delle quali rientrerebbe anche quello di garantire la protezione dei lavoratori cinesi che operano all’estero. La loro azione ancora è limitata e in fase di sviluppo, ma gli ultimi risvolti nella Repubblica Centrafricana potrebbero accelerare il processo. Tuttavia, da quando la presenza russa è aumentata nella regione, sono stati diversi gli episodi di violenza verificatisi. I ribelli della CPC puntano il dito contro il gruppo armato dell’oligarca Evgenij Prigožin senza effettive prove a sostegno, se non la costante presenza sul territorio dal 2018. Il Sindaco di Bambari, invece, attribuisce la responsabilità del gesto proprio alla CPC, fortemente in opposizione con l’attuale Governo. La situazione resta poco chiara e nel frattempo la Repubblica Centrafricana è diventata “zona rossa” per l’agenda di Xi Jinping.

Sofyene Meddourene

Central African Republic Grunge Flag” by Grunge Love is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Nove lavoratori cinesi sono stati uccisi in una miniera nella periferia di Chimbolo durante un raid armato.
  • Il Presidente cinese si mostra preoccupato per la situazione e la sicurezza dei propri cittadini nella Repubblica Centrafricana.
  • La presenza straniera nel Paese aumenta l’instabilità.

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Sofyene Meddourene
Sofyene Meddourene

Classe 1994, conseguo la laurea triennale in Sviluppo Economico Cooperazione internazionale e Gestione dei Conflitti a Firenze e la magistrale in Relazioni Internazionali a Perugia. Sviluppo l’interesse per la geopolitica e le dinamiche internazionali e decido di dare il mio contributo collaborando con diversi think tanks. Appassionato di letteratura cyberpunk, leggo spesso, viaggio abbastanza, faccio yoga ogni tanto.

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