In 3 Sorsi – Il Presidente Lula avrebbe scelto il proprio legale come nuovo ministro della Corte Suprema. Una persona di fiducia è ciò di cui l’attuale Capo di Stato ha bisogno per far passare diversi provvedimenti che la Corte giudicherà nei prossimi mesi, compreso il processo a Sergio Moro.
1. UN AMICO ALLA CORTE SUPREMA
Il Presidente Lula è pronto a nominare il proprio legale al Supremo Tribunal Federal (STF). È ciò che si apprende da ambienti del Partido dos Trabalhadores (PT) vicinissimi all’attuale Capo di Stato, il quale a distanza di un mese dalle prime voci non ha ancora smentito l’ipotesi. “Questa nomina è responsabilità del Presidente della Repubblica. In passato ne ho indicati sei e non ho mai scelto un mio amico,” – ha commentato Lula, aggiungendo che il suo legale è stato “una grande rivelazione nel mondo del diritto”. Un’affermazione che potrebbe diventare realtà già nelle prossime settimane, dato che l’ex giudice del STF Ricardo Lewandowski ha anticipato la data del pensionamento all’11 aprile di quest’anno. Così Cristiano Zanin, legale di Lula dal 2013 e diventato poi il suo più grande difensore durante i processi scaturiti dall’operazione Lava Jato, potrebbe diventare l’undicesimo membro della Corte Suprema, l’unico organo giudiziario brasiliano competente a giudicare i reati commessi dalla politica. Ciò che potrebbe costringere Lula a fare un passo indietro è il timore di non avere abbastanza voti in Senato, dove il PT deve volta per volta negoziare con l’opposizione per fare passare i propri provvedimenti.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – L’avvocato Cristiano Zanin è attualmente in pole position per la corsa alla Corte Suprema
2. IL CONFLITTO DI INTERESSI
La possibile nomina di Zanin all’STF costituisce un chiaro conflitto di interessi. Nei prossimi mesi, infatti, la Corte Suprema sarà chiamata a valutare numerosi provvedimenti che interessano direttamente il Presidente, come ad esempio la legge che proibisce al Governo di nominare gli organi direttivi delle società statali. Un provvedimento emanato nel 2016 a furor di popolo dopo l’inizio dello scandalo Lava Jato, provocato proprio da funzionari corrotti scelti dagli esecutivi PT, e che ora Lula vorrebbe ridiscutere. La presenza tra i giudici di una figura così vicina al Presidente della Repubblica potrebbe modificare gli equilibri interni della Corte Suprema, rendendola più docile di quanto non sia stata in passato proprio con il leader del PT. Difatti furono proprio gli ermellini brasiliani ad avere prima convalidato il mandato d’arresto spiccato contro Lula nel 2018 per poi ritirarlo nel novembre del 2019, decretando così la scarcerazione dell’attuale Presidente del Brasile. Eleggere Zanin all’STF potrebbe quindi essere interpretato come un regalo che l’ex imputato Lula ha fatto al proprio avvocato per averlo aiutato da uscire da tutti i guai giudiziari nei quali era incappato a partire proprio dall’operazione Lava Jato. Beffa delle beffe, l’ex giudice Sergio Moro, che aveva condannato Lula a nove anni di carcere, siede ora al Senato nelle fila di Uniao Brasil ed è stato rinviato a giudizio per avere offeso in un video Gilmar Mendes, ministro della Corte Suprema. Dato che il processo contro Moro si aprirà nei prossimi mesi, la possibile presenza di Zanin tra i giudici dell’STF costituirebbe un macroscopico caso di conflitto di interessi, dato che un suo voto potrebbe portare alla condanna del nemico pubblico numero uno del Presidente Lula.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Zanin ha accompagnato Lula in tutto il suo percorso giudiziario, in particolare durante i 580 giorni che l’ex Presidente ha trascorso dietro le sbarre delle celle di sicurezza della Policia Federal di Curitiba
3. L’ALTERNATIVA DI LULA
Se il nome di Zanin non dovesse reggere il braccio di ferro in atto tra Lula e la sua coalizione, sono già pronti nuovi nomi. Si fanno sempre più insistenti le voci su una possibile elezione di Bruno Dantas, giudice del Tribunal de Conta da Uniao (una sorta di Corte dei Conti verdeoro) che proprio a luglio del 2022 ha condannato i procuratori di Lava Jato per una serie di spese ingiustificate sostenute durante gli anni caldi dell’operazione a Curitiba. Anche Dantas è chiacchierato per essere molto vicino a Lula e potrebbe essere un valido rimpiazzo di Zanin. Ad ogni modo, Dantas è in pole position per la Corte Suprema perché nel prossimo autunno il pensionamento della Presidente Rosa Weber aprirà spazio a un’altra nomina nel STF. Lula vuole nomi di rottura per tutte le nomine in ambito giudiziario. Anche per la Procura Generale di Brasilia, in scadenza ad ottobre, il leader del PT ha già fatto sapere che sceglierà senza rispettare la lista di tre nominativi proposti dal Ministério Publico Federal. Come fece Bolsonaro nel 2019, scegliendo Augusto Aras. Che è un magistrato conservatore, non il proprio avvocato.
Mattia Fossati