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Spagna: terremoto politico

Analisi – La sconfitta dei socialisti di Sánchez spalanca le porte verso le elezioni anticipate. I Popolari sperano nella vittoria grazie all’appoggio dell’estrema destra di Vox.

COME SI ARRIVAVA AL VOTO DEL 28 MAGGIO

Domenica 28 maggio 2023 più di due terzi della popolazione spagnola sono stati chiamati alle urne per le elezioni municipali e delle comunità autonome. I principali partiti del Paese si contendevano la guida di 12 delle 17 Comunità Autonome spagnole (l’equivalente delle nostre regioni), oltre che delle Città Autonome di Ceuta e Melilla, e di 8.131 municipi tra cui tutte le più grandi città. La grande sfida “a distanza” sui territori si giocava tra il Partido Socialista (PSOE), partito di centro-sinistra guidato dall’attuale Presidente del Governo Pedro Sánchez, ed il Partido Popular (PP), partito di centro-destra guidato da Alberto Núñez Feijóo.

Le elezioni del 28M, come vengono comunemente chiamate in Spagna, erano viste come un importante banco di prova per tastare il terreno in vista delle elezioni generali inizialmente previste per dicembre 2023 e per iniziare a tessere alleanze strategiche con i partiti “minori”. Tra questi i più importanti: Vox (estrema destra), Podemos (estrema sinistra) e Ciudadanos (centro); partiti che risultano spesso fondamentali per formare i governi regionali e nazionali. Dal 1995 ad oggi, il partito risultato vincitore delle elezioni municipali si è sempre poi confermato (eccetto nel 2007) come primo partito anche a livello nazionale.

A questo giro la pressione era senza dubbio tutta sul partito del presidente Sánchez che era chiamato a difendere ben 9 regioni su 12. D’altro canto il PP partiva dal peggiore risultato di sempre ottenuto nel 2019, quando delle 12 Comunità autonome al voto non riuscì a prevalere neanche in una (anche se grazie ad alleanze elettorali riuscì poi a governare la Comunidad de Madrid e la Región de Murcia). Da allora i popolari sono andati sempre più in crescendo, riuscendo a vincere alcune regioni con la maggioranza assoluta ed alleandosi con Vox in altre, scenario questo tutt’altro che improbabile anche nei mesi a venire. Vox, infatti, punta sempre più ad essere l’ago della bilancia al quale i popolari dovranno rivolgersi per poter governare non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale.

I RISULTATI DEL VOTO

I primi sorprendenti risultati iniziano a delinearsi già dalle prime ore dopo il voto e vedono il PP nettamente in vantaggio sul PSOE. Risultati che diventano poi chiarissimi durante la nottata certificando la totale débacle del PSOE. Il Partido Popular (PP) trionfa in 7 delle 12 comunità autonome (oltre che a Ceuta e Melilla) e potrà governare in 9 di esse grazie all’appoggio di Vox. I popolari inoltre strappano la maggioranza assoluta nel municipio e nella regione di Madrid, dove la presidente Isabel Díaz Ayuso potrà governare in solitaria, e battono la sinistra anche in roccaforti come Siviglia, Aragón, Extremadura ed in regioni chiave come la Comunidad Valenciana. D’altro lato il PSOE ha vinto in 4 regioni (compreso in Castilla-La Mancha con la maggioranza assoluta), ma potrà ambire a governare soltanto in 3 a causa delle alleanze elettorali, mentre perde 15 dei 22 capoluoghi di provincia guadagnati nel 2019.

Tra gli altri partiti, Vox migliora i suoi risultati in tutte le regioni (ad eccezione di Madrid) consolidandosi come terza forza politica e come attore decisivo per garantire la maggioranza al PP. Podemos invece perde seggi in tutte le Comunità autonome e nelle principali città, smettendo di giocare il ruolo chiave nella coalizione di sinistra. Incubo per Ciudadanos che non ottiene nessun seggio in nessuna delle 12 regioni e in nessuna grande città, sancendone di fatto la “morte politica”.

Secondo alcuni analisti la disfatta del PSOE è stata dovuta principalmente ad una eccessiva personalizzazione della campagna elettorale da parte del Presidente Sánchez. È abbastanza chiaro, infatti, come elezioni locali che avrebbero dovuto toccare maggiormente i temi del territorio, siano state vendute dalla Moncloa, e di conseguenza viste dai cittadini, come una votazione sull’operato del Governo, senza considerare attentamente ciò che questo avrebbe potuto comportare. Inoltre la legislatura è stata costantemente segnata da frizioni interne tra i soci di governo, e la scelta di Sánchez di governare in coalizione con ERC (Esquerra Republicana de Catalunya) e EH Bildu, partiti indipendentisti catalano e basco, non ha convinto gli elettori.

ELEZIONI GENERALI ANTICIPATE

Ma in un Paese scosso da un terremoto politico di questa portata le sorprese non sono finite. La mattina successiva il Presidente Pedro Sánchez appare a La Moncloa in un discorso alla nazione di soli 3 minuti in cui, dopo essersi assunto la responsabilità della sconfitta del PSOE, si dimette, scoglie le camere e convoca elezioni anticipate il 23 luglio. Una mossa a sorpresa che lascia tutti stupiti, che toglie il tempo alle critiche ed analisi post-voto, e che forza tutti i partiti a doversi riorganizzare appena un giorno dopo aver concluso la precedente campagna elettorale. Con questa mossa Sánchez passa la palla ai partiti a sinistra del PSOE (principalmente Podemos e la nuova formazione Sumar) che ora avranno pochi giorni per decidere se correre insieme alle elezioni o continuare disuniti, ed al contempo elimina qualsiasi dibattito interno al PSOE sulla sua responsabilità politica e sull’eventuale scelta di un nuovo candidato. Inoltre il Presidente ruba il protagonismo a Feijóo, già esultante durante la notte del 28M e pronto a capitalizzare la vittoria elettorale in vista delle generali, anche sfruttando la presidenza di turno dell’UE (che a partire dal 4 luglio tocca alla Spagna) e che fornirà una vetrina internazionale per dare risalto ai successi ottenuti durante la sua presidenza.

Sánchez manda così un messaggio chiaro a tutto il mondo progressista con l’intenzione di serrare le fila e di mobilitarlo il più possibile. “Se non votiamo, arriva la destra”, potrebbe essere riassunto cosi il messaggio del Presidente al suo elettorato, messaggio che peraltro ricorda molto la strategia utilizzata con successo da egli stesso per le elezioni del 2019 (con lo spauracchio dell’arrivo dell’estrema destra di Vox) e da Zapatero nel 2008. Una strategia che trasforma la postura del suo partito da difensiva ad offensiva.

D’altro lato la reazione della destra non si è fatta attendere. Feijóo è apparso pubblicamente lo stesso lunedì chiedendo al suo elettorato di portare a termine l’impresa iniziata il giorno prima, in un appello al suo partito affinché mantenga la tensione elettorale. “Chiedo una maggioranza chiara, indiscutibile e convincente per avviare un nuovo corso” ha insistito il presidente del PP, concludendo il suo discorso affermando che “il sanchismo non è ancora stato abolito”.

I partiti avranno ora meno di due mesi per organizzarsi ed imbastire la nuova campagna elettorale prima che gli spagnoli siano nuovamente chiamati a votare, questa volta però per il governo della nazione. Non resta che aspettare il 23 luglio quando – a meno di clamorose sorprese – si deciderà il futuro politico dei prossimi quattro anni in Spagna.

Danilo Bianco

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Perchè è importante

  • Il PSOE di Sanchez è stato sconfitto nettamente alle elezioni locali spagnole.
  • Il Premier si è dimesso indicendo nuove elezioni politiche che si terranno a fine luglio.
  • Il PPE è in testa e potrebbe avvantaggiarsi con i voti dell’estrema destra di Vox.

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Danilo Bianco
Danilo Bianco

Nato in Puglia e laureato in Economia Internazionale, dopo un Erasmus a Santander, attualmente vivo e lavoro a Madrid. Dopo aver ricoperto ruoli di responsabilità in multinazionali private, ho deciso di intraprendere un master in “European Economic Governance” presso l’Università Carlos III di Madrid. Parallelamente, ho inziato uno stage presso il Banco de España, dove mi divido tra i dipartimenti di Relazioni Europee e di Politica Monetaria. Appassionato da sempre di geopolitica, relazioni internazionali e macroeconomia, mi piacerebbe per poter dare il mio (seppur piccolo) contributo per migliorare il mondo. La mia passione per viaggiare e scoprire nuove culture mi spinge costantemente ad esplorare nuovi luoghi. La mia innata curiosità mi porta a imparare continuamente; per questo, oltre alla passione per gli sport, spendo parecchio tempo a guardare YouTube.

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