In 3 sorsi – La guerra commerciale tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese investe la catena globale per la produzione dei semiconduttori, materiali sempre più centrali e strategici per lo sviluppo tecnologico. Come sono coinvolte le aziende europee e quali sono gli effetti delle recenti misure adottate?
Leggi tutto: La guerra dei chip esplode tra USA e Cina coinvolgendo anche l’Europa1. L’EUROPA NELLA FILIERA GLOBALE DEI SEMICONDUTTORI
Washington, considerando la Repubblica Popolare Cinese come un rivale sistemico, ovvero come l’unico attore in grado di modificare l’ordine internazionale a guida statunitense, ha avviato ormai dal 2018 una guerra commerciale per colpire Pechino nelle proprie capacità economiche e tecnologiche. Dal famoso caso Huawei, l’attenzione si è recentemente concentrata sul settore dei semiconduttori, di cui Taiwan – tramite la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) – è leader nella produzione mondiale.
I semiconduttori, materiali con capacità di resistività intermedia tra i metalli e gli isolanti, consentono il funzionamento dei circuiti elettrici e sono utilizzati su larga scala per la produzione di dispositivi tecnologici in moltissimi settori. La filiera legata alla produzione di questi materiali fondamentali, data la capacità tecnologica necessaria, si distribuisce in tutto il mondo, ma gli attori principali sono Stati Uniti, Cina, Taiwan, Corea del Sud. L’Europa sembrerebbe non giocare da protagonista, con il rischio di dover subire passivamente le pressioni geopolitiche e gli squilibri del mercato in caso di stress sull’offerta.
Nel contesto europeo, emerge in particolare Advanced Semiconductor Materials Lithography (ASML), multinazionale olandese leader nella produzione di chip, hardware e servizi di massa di modelli su silicio mediante litografia. Considerando che quasi la totalitĂ dei dispositivi elettronici sono alimentati da chip a base di silicio, ASML gioca un ruolo di primaria importanza sia nella catena globale di fornitura sia nello scacchiere degli equilibri geopolitici internazionali.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il CEO di ASML, Peter Wennink
2. L’ASSE WASHINGTON-AMSTERDAM-TOKYO PER CONTRASTARE PECHINO
Lo scorso ottobre l’Amministrazione Biden ha introdotto delle restrizioni all’esportazione (cosiddetta export control law) di semiconduttori tecnologicamente avanzati nei confronti della Cina con l’obiettivo di limitare l’espansione di Pechino nelle tecnologie che domineranno il futuro, dal 5G all’Intelligenza Artificiale. Le misure sono state adottate a seguito di consultazioni con i propri alleati. Nel Vecchio continente, il cambiamento dell’approccio statunitense verso la Cina ha trovato sia sostenitori sia oppositori, entrambi con argomentazioni solide. Ciò che vale la pena far emergere in questa sede è il risultato che le consultazioni con gli alleati ha portato, ovvero l’accordo tra Washington, Amsterdam e Tokyo. In particolare, l’accordo pone il divieto nei confronti delle aziende olandesi e giapponesi di vendere e fornire determinate categorie di apparecchiature per la produzione di semiconduttori sottoposti già a restrizione ai sensi della normativa degli USA in materia di export control. Citando il report National Security Commission on Artificial Intelligence (NSCAI), Washington dovrebbe lavorare con i Governi dell’Olanda e del Giappone “to align the export licensing processes of all three countries regarding high-end SME [semiconductor manufacturing equipment], […], toward a policy of presumptive denial of licenses for exports of such equipment to China. This would slow China’s efforts to domestically produce 7nm or 5nm chips at scale and constrain China’s semiconductor production capability of chips at any node at or below 16nm—which the Commission assesses to be most useful for advanced AI applications—by limiting the capability of Chinese firms to repair or replace existing equipment”.
L’accordo tra Washington, Amsterdam e Tokyo si è posto oltre i limiti previsti dai regimi internazionali multilaterali di controllo delle esportazioni – con le riflessioni legali conseguenti – e ha visto coinvolto un Paese membro dell’Unione Europea come attore partecipante. Inoltre, il 30 giugno scorso il Governo olandese ha introdotto ulteriori misure restrittive per l’esportazione di attrezzature avanzate per la produzione di semiconduttori per “national security grounds”. Vale la pena riportare la posizione differente di Peter Wennink, CEO di ASML, espressa durante l’ASML’s Annual Meeting del 26 aprile scorso, in relazione all’importanza di continuare ad avere accesso al mercato cinese, il piĂą grande mercato globale per i chip per computer.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Una fabbrica di semiconduttori
3. LE CONTROMOSSE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE
La controrisposta di Pechino non si è fatta attendere, e a tre giorni dalla notizia di ulteriori restrizioni da parte del Governo olandese, il Ministero del Commercio cinese (MOFCOM) ha annunciato che dal prossimo 1° agosto entreranno in vigore nuove licenze all’esportazione di due materie prime poco conosciute ma di fondamentale importanza per l’industria dei semiconduttori, il gallio e il germanio, per motivi di sicurezza nazionale. I due metalli sono cruciali per una vasta gamma di utilizzi, dalla produzione di semiconduttori composti alle apparecchiature di comunicazione e, soprattutto, al settore della difesa e della space economy.
La guerra commerciale tra USA e Cina è esplosa nel settore strategico dei semiconduttori e le due superpotenze si contenderanno la guida del futuro contesto internazionale. L’UE sta cercando di raggiungere una propria dipendenza strategica nel settore. Vale la pena ricordare lo European Chips Act, impianto normativo che ha l’obiettivo di rafforzare la competitività e la resilienza unionale nel settore tecnologico e contribuire alla transizione digitale. Nel frattempo, l’UE dovrebbe valutare attentamente i rischi legati alla guerra tecnologica tra USA e Cina, così da risultare meno dipendente dalle turbolenze globali e passiva rispetto allo sviluppo della tecnologia che guiderà il mondo del domani.
Riccardo Cima
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