In 3 sorsi – Il contestato ex ministro olandese Wopke Hoekstra sarà il prossimo Commissario per l’Azione Climatica. Molto è stato già fatto, ma cade sotto la sua responsabilità la maggior parte dell’implementazione del Green Deal Europeo.
1. IL CAMBIO DI TESTIMONE DA TIMMERMANS A HOEKSTRA
A seguito dell’annuncio dello scorso 29 agosto della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, l’ex ministro olandese Wopke Hoekstra è diventato il candidato Commissario per l’Azione Climatica. La nomina ha causato scompiglio (come avevamo raccontato in un precedente articolo) per vari motivi, tra i quali il passato di Hoekstra nella direzione di Shell, una delle maggiori multinazionali petrolifere, ed in generale per il suo non particolare interesse nei temi ambientali. Paragonato al suo predecessore, il socialista olandese Frans Timmermans, considerato il “padre del Green Deal Europeo”, Hoekstra rappresenta un forte cambiamento, che potrebbe potenzialmente avere un impatto sulla riuscita degli obiettivi che l’Unione Europea si è posta sul fronte ambientale. In particolare, le preoccupazioni riguardano il progetto più ambizioso di Timmermans: il Green Deal Europeo, un piano ambizioso per l’ambiente e di forte cambiamento per l’industria europea, i cui obiettivi includono “l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra per il 2050” e “una crescita economica dissociata dall’uso delle risorse”.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Ottobre 2023, Hoekstra partecipa al dibattito del Comitato sull’Ambiente, Salute Pubblica e Salute Alimentare (ENVI)
2. LE NON RESPONSABILITÀ DI HOEKSTRA
Per poter però capire quanto effettivamente la nomina del nuovo Commissario possa avere impatto sul futuro dell’azione climatica dell’Europa, due premesse sono fondamentali.
Innanzitutto, la Presidente della Commissione Europea ha scelto di modificare le responsabilità interne della Commissione “Relazioni interistituzionali e prospettive strategiche nell’ambito del Green Deal europeo”, di cui Hoekstra andrà a far parte. Infatti, se prima la piena responsabilità dei lavori riguardanti il Green Deal era affidata al Commissario per l’Azione Climatica, cioè Frans Timmermans, ora il compito passa di fatto al suo superiore, il vicepresidente a capo dell’intera Commissione, Maroš Šefčovič. Questa scelta, seppur non sia possibile prevedere ora il suo impatto a livello operativo, limita sicuramente lo spazio di manovra lasciato al nuovo Commissario.
Inoltre, Hoekstra prenderà in mano un lavoro non solo già avviato, ma anche parzialmente già adottato, frutto del lavoro di coordinamento e negoziazione del suo predecessore. Dopo la presentazione del Green Deal nel 2019, infatti, sono stati fatti significativi passi in avanti, ed alcune strategie fondamentali sono già state adottate. Tra le più importanti, nel 2020 sicuramente la prima Strategia Industriale Europea, che pone le linee guida per una transizione ecologica e digitale delle piccole e medie imprese (PMI), e la strategia per l’integrazione dei sistemi energetici, che si propone di “gettare le fondamenta per un settore dell’energia più efficiente e interconnesso a livello europeo”.
Inoltre, nel 2022 si è raggiunto un accordo in merito al regolamento per combattere la deforestazione, ed è stato istituito un Fondo sociale per il clima, il quale fornirà supporto economico a cittadini e microimprese per supportare l’obiettivo europeo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 (il cosiddetto “Fit for 55”). Nel 2023, infine, sono stati raggiunti accordi per ridurre le emissioni nel settore del trasporto marittimo e nell’aviazione, la “Legge sul ripristino della natura” e la strategia per la realizzazione di “un’infrastruttura sufficiente per i combustibili alternativi”.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Luglio 2023, l’ex Commissario Timmermans presenta il pacchetto di misure sulla protezione delle risorse naturali che la Commissione ha appena adottato
3. LA MISSIONE AFFIDATA A HOEKSTRA
Molte delle proposte portate avanti dalla Commissione mancano, però, ancora all’appello. Prima fra tutte, la nuova Strategia Industriale presentata a febbraio 2023 da Von Der Leyen, un piano ambizioso cha ha come obiettivo l’aumento della competitività delle industrie europee a basso impatto e a supporto della transizione ecologica, e che deve ancora essere adottata dalla Commissione e portata agli altri organi europei.
Nella sua lettera di nomina, la “Mission Letter”, inoltre, von der Leyen delinea il lavoro del candidato Commissario, dando una chiara idea dei processi del Green Deal, ed in generale sull’Azione Climatica, su cui Hoekstra andrà a lavorare.
Il Commissario si dovrà occupare in particolare di collaborare con i singoli Stati membri, per monitorare, tra gli altri, l’implementazione di tutta la Legge Europea sul Clima, (cioè l’aspetto legislativo degli obiettivi del Green Deal), ma anche l’implementazione di tutti gli strumenti adottati finora, premendo e collaborando con gli Stati membri perchè il Green Deal divenga effettivamente operativo.
Inoltre, Hoekstra dovrà guidare le negoziazioni su due temi, e due strumenti, chiave per il Green Deal: il Carbon Border Adjustment Mechanism e gli obiettivi per le energie rinnovabili. Il primo in particolare è una delle proposte più rilevanti ma più contestate a livello internazionale: si tratta di una tassa applicata a quei prodotti che vengono importati nell’Unione la cui produzione abbia previsto un livello elevato di emissioni di CO2 lungo tutta la catena produttiva. Lo scopo è quello di promuovere produzioni più sostenibili a livello globale, ma anche evitare che gli Stati Membri smettano di produrre con combustibili fossili solo per poi importare da produzioni altrettanto inquinanti. Il lavoro del futuro Commissario sarà quindi fondamentale nel mettere d’accordo non solo gli Stati membri, ma anche di conciliare questa iniziativa con le critiche dei partner esteri, che vedono questa proposta come una minaccia per le loro aziende e per il loro export verso l’Unione.
Maia Correrella
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